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VENERDI' SANTO,LA PASSIONE......giù

Post n°1676 pubblicato il 29 Marzo 2013 da giumor54


QUEL VENERDI'.

 

E' venerdì Santo, non troverete la solita poesia,

ma scriverò altro. Per tanti anni ho partecipato con

devozione,

alla processione del mio paese, era una sorta di

fioretto,

per farmi perdonare dal Signore i miei piccoli peccati.

Portavo insieme con altri tre ragazzi la statua di Gesù

morto, per tutto il tragitto senza essere mai

sostituito.

Ricordo il dolore che accusavo, ma niente e mai nessuno

mi avrebbe fermato, dovevo farlo e mentre ricordavo ciò

che ho qui descritto, ho chiuso gli occhi e dato sfogo

alla mia immaginazione...



Oggi il tempo è bello, fa caldo e mentre vado al

mercato, mi rendo conto che accaduto qualcosa, soldati

a cavallo in gran fretta mi passano accanto, c'è gente

che corre e discute tra loro, mi volto indietro e la

via che solitamente è piena di gente che tratti affari

è deserta, più mi avvicino alla piazza, più le grida di

una folla lontana aumenta, che confusione, che accade,

le strade son deserte, il mercato sempre pieno è vuoto,

fa un caldo terribile, vedo solo galline , cani,

qualche asino lasciato solo, che approfitta mangiando

ciò che vede su i banchi della frutta, a loro volta

abbandonati con molta fretta, sento dei rumori venire

dal fondo della piazza, dove c'è la grande porta che da

sul mercato, provengono dalla via che attraversa la

città, mi allontano dai banchi deserti, con passo

veloce, curioso di sapere, vado dove la confusione mi

giunge più forte all'udito, giunto sulla strada, la

folla si accalca sul ciglio della via, tento di capire,

di vedere, niente, chiedo gridando, urlo, ma sono così

presi, gridano più forte di me, nessuno mi risponde,

c'è chi piange, chi ride e chi addirittura lancia

parolacce e inveisce ,ma non capisco il perché ! contro

chi ?

mi abbasso e guardo tra le gambe, è impossibile, così

decido, in un attimo mi infilo tra di loro, strusciando

tra la polvere, finalmente, in quella assurda

posizione, riesco a vedere sollevando la testa, c'è un

uomo che risale lentamente la via, venendo verso di me,

trascina con molta fatica, un palo pesante, tra due

fila di militari a cavallo, alcuni a piedi armati di

lance e scudisci, che tengono lontana, la folla

incuriosita e agitata, l'uomo ha del sangue in volto e

sulle braccia, fuoriuscito dalle ferite inferte sulla

schiena e dalla testa, ecco è caduto a pochi passi da

me, lo vedo bene, ha sul capo una corona di spine ,per

un attimo ha sollevato il capo e mi ha guardato, è

disperato, in quei pochi istanti mi è sembrato che

dicesse qualcosa, forse vuole che lo aiuti, ma

consapevole di ciò che accade, una donna è riuscita a

passare tra le gente eludendo i soldati, gli ha

asciugato il volto, ma è stata allontanata subito in

malo modo, lo frustano per farlo rialzare, ogni

frustata che riceve, il suo corpo sussulta per il

dolore, quella scudisciata l'ho avvertita anche io per

un'istante, si riesce a rialzare, ma non ce la fa, è

allo stremo delle forze, un centurione sceglie un uomo

tra la folla, lo obbliga a prendere il palo, l'uomo

solleva il pesante legno e inizia a risalire lentamente

la tortuosa via, ricomincia a gridare la folla, mi

sposto più avanti, facendomi spazio, tra gente

inferocita e chi piange disperato per ciò che accade,

vorrei aiutarlo ma in che modo posso farlo, la gente è

impazzita c'è chi gode e chi si batte il petto per il

dolore.

Riesco a risalire la vecchia via una po' più su e

m'infilo

fra la gente , ecco pian piano sta risalendo è stanco,

si trascina in malo modo, strusciando i piedi nudi

anch'essi insanguinati sulla sterrata via che sale alla

collina fuori città, che pena mi fa , ricade e una

donna,

tra la folla si avvicina e gli offre un po' d'acqua ,ma

il centurione, non gli da nemmeno il tempo di

assaporarla che con un calcio, l'allontana, facendo

cadere la ciotola e spargendo l'acqua per terra, più in

la, in una curva c'è un gruppo di donne che piangono e

si disperano, ma una in particolare è sostenuta dalle

altre, sarà la madre, povera donna, vedere il figlio in

quelle condizioni, ma che avrà fatto per meritare tutto

questo, siamo quasi usciti fuori dalle mura della

città, la gente è meno, in molti ritornano indietro, è

più importante il denaro, i loro affari che assistere

alla morte di tre condannati, il sole batte e fa un

caldo fuori del normale, penso a loro, si, perché il

primo uomo, è seguito da altri due , con le braccia

legate a pali più corti, credo anche essi condannati a

morte, come il primo, dove gli stanno portando ci si

va, ma non si torna più indietro in vita, il tempo

passa tra grida e dolori siamo giunti in cima alla

collina che domina la citta, c'è uno spazio con delle

buche, tre per l'esattezza, serviranno a mantenere i

pali dritti una volta sollevati, spogliati dei pochi

stracci e coricati sulle croci , son stati legati ai

polsi e poi crudelmente inchiodati , le grida e i colpi

di martello su quei chiodi che trapassano la carne,

rimbombano dentro il mio cuore, sembra stiano

inchiodando me, il sangue fuoriesce e corre lungo il

legno e poi cade a terra, scivolando sulla polvere,

alzo gli occhi al cielo, che strano, il tempo sta

cambiando velocemente, eppure il sole era alto e senza

nuvole, innanzi agli occhi miei, nubi minacciose si

addensano sempre più, gli uomini dopo aver finito,

sollevano le croci una alla volta, con l'aiuto delle

funi, qualcuno ha inchiodando sulla croce centrale, una

tavoletta con su scritto qualcosa, ma non vedo bene, le

guardie non permettono neanche alle donne di

avvicinarsi, ci tengono distanti i centurioni, in molti

hanno rinunciato, non son saliti vedendo il tempo che

cambiava, nubi sempre più scure arrivano, tra poco

pioverà, sollevano una alla volta le tre croci, il

primo uomo è al centro, ha il viso insanguinato, si

guarda intorno e poi alza gli occhi al cielo grida

qualcosa, ma non capisco ciò che dice, i primi lampi

illuminano il giorno, divenuto notte in pochi istanti,

tuoni che squarciano l'anima, qualcuno si sta

inginocchiando sotto la croce, anche un centurione lo

fa, il capo lentamente cala verso il basso, e un grido

di dolore si leva alto dalla madre, è morto , il vento

e la pioggia imperversano, la terra trema per

un'istante ,i cavalli si ribellano ,è la fine del

mondo, guardo a terra, mi passa accanto un rivolo

d'acqua di colore rosso, mi son macchiato anche io di

una morte sì crudele, ora ricordo, è solo un sogno, è

venerdì Santo, chiudendo gli occhi son diventato

spettatore anche io, di quel funesto giorno, già deciso

dal Padre suo, nella lunga notte dei tempi.

Giù 28/03/201314.30

Di Giuseppe Morelli (siae)

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Commenti al Post:
madonna59
madonna59 il 29/03/13 alle 10:10 via WEB
Buon Venerdì Santo, Giù....grandioso quello che hai scritto sulla Passione di Cristo.
Un bacio.:-)
 
e_d_e_l_w_e_i_s_s
e_d_e_l_w_e_i_s_s il 29/03/13 alle 21:57 via WEB
 
canproietti
canproietti il 30/03/13 alle 09:04 via WEB
In questo tragitto di passione che descrivi con tanta intensità non si può che rimanere raccolti in silenzio davanti alla croce… Serena Pasqua che ti porti pace, serenità e gioia curativa per le ferite.Un abbraccio sincero Candida
 
antoniettaalessi
antoniettaalessi il 30/03/13 alle 12:50 via WEB
Seppur da lontano.. ascolta la mia voce.La Santa Pasqua sia per te una serena e gioiosa giornata di amore.. di pace..e di sorrisi...un abbraccio..anto... AUGURI! : ,KLIKKA
 
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