Creato da viscontina17 il 30/06/2012

Bisbigli d'onde

dolci richiami d'essenze

Messaggi di Dicembre 2013

RISCHIA L'ESTINZIONE IL MOLLUSCO DI PORTOFINO

Post n°211 pubblicato il 29 Dicembre 2013 da viscontina17

Anche Portofino la bella è toccata dall’estinzione di specie rare. Il nudibranco (mollusco dell’ordine Opisthobranchia) è a rischio estinzione nello specchio di mare davanti a Portofino. L’allarme viene lanciato dall’Area Marina Protetta che chiede aiuto ai subacquei per poter monitorare la situazione.
Il nudibranco è un particolare mollusco, tra gli organismi marini più fotografati perché di colore vistoso e dalle forme particolarmente eleganti. Sabato scorso si è svolto, in collaborazione con alcuni diving della zona, il giorno del nudibranco, ovvero un monitoraggio per controllare la situazione di organismi difficilmente censibili e raccogliere su larga scala dati sulle dinamiche delle loro prede, poriferi e cnidari in particolare, tra i gruppi più sensibili al riscaldamento climatico.
Gli esperti si sono accorti che per i cambiamenti climatici si stanno modificando le comunità sommerse, causando talvolta estinzioni locali di alcune specie o evidenti alterazioni nei normali cicli vitali. «Per questo motivo si richiede l’aiuto dei subacquei. Cercare e censire i nudibranchi significa raccogliere informazioni importanti anche riguardo la presenza delle loro prede», dicono dall’area Marina di Portofino(WEB)

                     

 
 
 

IL MAR GLACIALE ARTICO

Post n°210 pubblicato il 23 Dicembre 2013 da viscontina17

Si apre in corrispondenza dello Stretto di Bering (largo 92 km, profondo anche meno di 50 m), dei canali dell’Arcipelago artico americano (Artide), e, per 1500 km, tra la Groenlandia e la Penisola Scandinava. Limite con l’Oceano Atlantico può considerarsi la soglia sottomarina tra Groenlandia e Scozia, che forma una barriera alle acque polari di fondo. Comprende il Mar di Barents (con il Mar Bianco), il Mar di Kara, il Mar di Nordenskiöld, la Baia di Baffin, la Baia di Hudson (vasta 1 milione di km2), i mari di Norvegia e di Beaufort, completamente aperti, e i canali dell’Arcipelago artico americano. 

Per la parte maggiore, il Mar Glaciale A. è di notevole profondità: George H. Wilkins, nei margini nord-occidentali del Mar di Beaufort, misurò la profondità massima di 5450 m. Fondi molto bassi sono invece lungo le coste siberiane orientali e nella Baia di Hudson. Dalla soglia tra l’Islanda e le isole Fær Øer penetrano nell’A. le acque relativamente calde della Corrente del Golfo, che raggiungono le coste norvegesi e il Mar di Barents, e a volte la Novaja Zemlja e l’isola più meridionale delle Svalbard. Via via che avanza verso N l’acqua calda, più salata e più densa, scende in profondità. Le acque superficiali della zona circumpolare sono poco salate e hanno temperature molto basse (alla profondità di 50 m −1,8 °C). 

Il Mar Glaciale A. ha un moto generale di deriva dalle coste siberiane verso l’uscita tra la Groenlandia e le Svalbard, dove le acque superficiali originano una corrente che si sposta verso la Groenlandia e trascina, fin presso Terranova, frammenti di banchisa e iceberg. I ghiacci sono di acqua dolce e di acqua salata. I primi provengono dai fiumi nordamericani e siberiani e dai ghiacciai groenlandesi, i secondi traggono origine dal congelamento dell’acqua marina (a valori tra −1,7 e −2 °C). Se ne formano campi (banchisa) a volte di migliaia di km2, che i moti più violenti del mare rompono in frammenti, accavallandoli in una banchisa fortemente accidentata (pack). I limiti della banchisa sono variabili: in primavera la aggiunge generalmente, l’isola Jan Mayen, ma di qui il limite si sposta decisamente a NE lasciando libero in estate un ampio tratto a O delle Svalbard.(WEB)

                           

 
 
 

MESSAGGIO IN BOTTIGLIA

Post n°209 pubblicato il 18 Dicembre 2013 da viscontina17

Il documento ritrovato in una bottiglia messa in mare 98 anni fa nell'ambito di uno studio oceanografico.

Fotografia per gentile concessione Marine Scotland

La bottiglia di vetro era andata alla deriva per 98 anni nel Mare del Nord. Andrew Leaper, capitano di un peschereccio scozzese, l'ha trovata nelle sue reti, nell'aprile scorso, vicino alle Isole Shetland. Ma quando l'ha aperta non ha scoperto una lettera d'amore o l'SOS di un marinaio abbandonato su un'isola deserta. Il messaggio, stampato su un foglietto di carta, diceva: "Siete pregati di compilare questa nota indicando data e luogo del ritrovamento, e portarla al più vicino ufficio postale. Nella risposta vi sarà comunicato dove e quando è stata messa in mare. Il nostro scopo è di determinare la direzione delle correnti profonde del Mare del Nord".

Peccato per i romantici. Quello che secondo il Guinness dei Primati è il messaggio in bottiglia più vecchio mai ritrovato viene da un esperimento scientifico di quasi un secolo fa. Per studiare le correnti marine, il capitano C. Hunter Brown della Glasgow School of Navigation, il 10 giugno 1914 mise in mare 1.890 bottiglie di vetro. Quella ritrovata ad aprile era la numero 646B.

"All'inizio del secolo scorso, gli oceanografi usavano le bottiglie alla deriva per ottenere informazioni importanti che consentivano di creare modelli della circolazione delle acque

nei mari attorno alla Scozia, dice Bill Turrell di Marine Scotland Science, un'agenzia governativa scozzese che ha sede ad Aberdeen.

L'agenzia continua a tener traccia delle bottiglie del capitano Brown. Secondo Turrell, quella raccolta da Leaper a soli 15 chilometri dal luogo del lancio è la 315ma ritrovata finora. Ciascuna bottiglia, spiega Turrell, era appesantita in modo tale da permetterle di restare sospesa poco al di sopra del fondo marino, così che potesse finire nelle reti di un peschereccio o, alla fine, essere trascinata a riva dalle onde.

Il fatto più curioso è che a detenere il precedente era un messaggio in bottiglia datato 1917 ritrovato nel 2006 da Mark Anderson, un amico di Leaper, mentre navigava sulla stessa barca, la Copious. "È stata una coincidenza incredibile", ha dichiarato Leaper. "Come vincere due volte alla lotteria". (web)

                     

 
 
 

FILOGRANA DI MARE

Post n°208 pubblicato il 13 Dicembre 2013 da viscontina17

Detta anche Filograna di mare per l'aspetto cespuglioso, si tratta in realtà di una concentrazione di vermi gregari dotati di un tubo calcareo di forma irregolare e contorta appartenenti alla classe dei Policheti ,ordine Sabellidi, famiglia Serpulidi.
L' habitat è composto da fondali duri, praterie di Posidonia, ingresso di grotte o anfratti, comunque in ambienti scarsamente illuminati, da pochi metri sino a oltre 600 mt. di profondità. La formazione può essere di varie dimensioni ma in genere non supera i 30cm di diametro massimo.  

                 

 
 
 

IL MOTO ONDOSO

Post n°207 pubblicato il 08 Dicembre 2013 da viscontina17

A differenza di quanto potrebbe comunemente credersi, il moto ondoso è un movimento tutt'altro che disordinato. Lo stesso movimento delle onde presenta aspetti di regolarità. In genere si formano ad una certa distanza dalla costa; crescono fino a frantumarsi in frangenti spumeggianti vicino alle rive; le creste delle onde, separate da concavità (ventri), si succedono con regolarità, secondo un ritmo che può oscillare da uno a venti secondi.

Il moto ondoso del resto, anche se non esclusivamente, è legato alla stretta interazione esistente tra i due fluidi a contatto, acqua e aria, che si muovono interagendo e scambiandosi alcune particelle. Questa relazione, che non spiega da sola però il fenomeno delle onde, è stata studiata dal francese Beaufort e adottata nel 1954 dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale per creare una scala (da 0 a 12) che indicasse, appunto, l'intensità del moto ondoso.

Nell'interazione tra vento e onde, quanto più cresce la barriera di onde sollevata dal vento, tanto più diventa possente la forza esercitata dal vento sulla superficie marina come se - dovendosi opporre ad un muro più alto di acqua - il vento stesso dovesse acquistare più vigore. I tre parametri essenziali per la misurazione delle onde sono altezza, lunghezza e periodo.

Le onde modellano le coste ed erodono le scogliere, contribuendo così alla formazione delle spiagge. Si muovono poi verso la terraferma con un movimento solo apparentemente maggiore in prossimità dell'area continentale. Moti ondosi prettamente oceanici poi sono quelli chiamati "onde di Rossby" e "onde equatoriali di Kelvin". Ad ogni modo si tratta di catene ondose di cui le ultime (azione da est a ovest) interessano le coste allo stesso modo in cui le prime hanno invece una direzione da ovest verso est e non toccano direttamente la fascia costiera. (WEB)

                  

 
 
 

FASCINO DEL MAR ROSSO

Post n°206 pubblicato il 03 Dicembre 2013 da viscontina17

Il Mar Rosso prende il nome da un tipo di alga di color rosso che raramente appare in larga quantità sulla superficie delle sue acque. Da un punto di vista fisico viene considerato un golfo dell’Oceano Indiano. Sembra che per quanto riguarda i coralli, i pesci e altri organismi marini, il Mar Rosso sia il più ricco di tutto l’Oceano Indiano. Il suo isolamento geografico ha dato vita nei secoli a delle specie marine uniche, che è possibile osservare solo lungo la sua barriera corallina. Le sue acque sono di un colore azzurro chiaro e cristallino, che permettono di osservare determinate specie di pesce anche a occhio nudo. Le catene montuose alle spalle della costa, inoltre regalano ai turisti un paesaggio dai colori indimenticabili. Il Mar Rosso, è un vero paradiso per gli appassionati dei fondali marini, sono moltissime le varietà di corallo e l’acqua è calma limpida e cristallina. E’ il luogo ideale per le immersioni, anche per i principianti, è possibile praticare snorkeling facendosi accompagnare da guide esperte per una maggiore conoscenza delle specie osservate, sarà possibile osservare delfini, razze, mante, e squali. Sulla punta meridionale della penisola del Sinai si trova il parco naturale di Ras Mohammed, le pareti rocciose, coperte da coralli e gorgonie, fanno da sfondo a quello che è sicuramente un luogo ideale, oltre che per le immersioni, per la fotografia.

Le mete del Mar Rosso:

 Sharm el Sheik:  È una rinomata località turistica situata nella parte meridionale della penisola del Sinai, per la sua particolare posizione è stata definita la perla del Mar Rosso. Questo contatto privilegiato con il mare ha reso la città una delle zone più conosciute al mondo per la pratica di sport come l’immersione, lo snorkelling, il windsurf e il canottaggio. Sharm El Sheik è la scelta di molti turisti che desiderano mantenersi in movimento senza rinunciare ad una vacanza di sano relax. L’aeroporto di Sharm El Sheikh fornisce voli interni che permettono di raggiungere in breve tempo mete come il Cairo, Luxor, Hurghada ed Alessandria. Il porto di Sharm El Sheikh, fornisce servizi a numerosi yacht privati, navi da crociera e traghetti per Hurghada e Agaba.

 Hurghada: È uno dei centri vacanzieri più famosi del Mar Rosso ed è la diretta concorrente di Sharm el Sheik soprattutto per il turismo subacqueo. Hurghada è situata quasi all’imboccatura del Canale di Suez, a 600 chilometri dal Cairo e può essere suddivisa in tre zone: quella balneare, lungo la costa, con hotel e spiagge, Sakkara, il centro vero e proprio con il vecchio porto, e Dahar, moderno centro commerciale e residenziale. Da Hurghada si possono fare bellissime escursioni a Wadi Billy, alla valle del Meleha, dove c’è l’Oasi Salata, e a Luxor nella Valle dei Re.

 Marsa Alam: Procedendo da Hurghada verso il Sudan è possibile visitare alcune località dove il turismo è un fenomeno piuttosto recente e proprio per questo la barriera corallina è del tutto incontaminata. Questa località è consigliata a chi ama il contatto con una natura selvaggia, in grado di offrire immersioni, alla scoperta degli angoli più nascosti del Mar Rosso. Marsa Alam si trova a 250 km a sud di Hurgada, l’entroterra è aspro e montuoso con l’azzurro del cielo che contrasta con il colore ocra della terra. Un’esperienza imperdibile è quella di una visita ad una tenda beduina, alla scoperta del deserto e vedere mercati autentici lontano dalle luci e dai frastuoni delle località più note.

  El Quseir: Ad El Quseir è possibile praticare immersioni, bagnarsi nelle acque cristalline ( WEB)

                           

 
 
 

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