Creato da viscontina17 il 30/06/2012

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Messaggi di Marzo 2014

PRONTO L'OSSERVATORIO FOCA MONACA A MARETTIMO

Post n°231 pubblicato il 29 Marzo 2014 da viscontina17

Il 15 ottobre un gruppo di 10 addetti dell’area marina protetta delle Isole Egadi, coordinati dal direttore Stefano Donati , ha completato il trasloco dei mobili per l’allestimento dell’Osservatorio foca monaca, posto all’interno della splendida location dell’antico castello di Punta Troia, nell’isola di Marettimo.

La parte principale del trasloco si era svolta il 25 settembre, con l’ausilio di 3 asini, per raggiungere la sommità del rilievo su cui sorge il castello, grazie anche all’aiuto di alcuni cittadini che hanno messo a disposizione le loro barche. L’Osservatorio è stato allestito con una grande sala studio, da adibire alle attività di ricerca e di didattica ambientale, e una piccola sala per proiezioni di prodotti audio-visivi.

La struttura sarà utilizzata per attività di ricerca e monitoraggio della specie Monachus monachus, meglio nota come foca monaca, specie più importante e minacciata d’estinzione del Mediterraneo, presente nell’arcipelago delle Egadi, come attestato dagli studi in corso da parte dell’ISPRA. L’Osservatorio sarà anche adibito a centro visite e laboratorio di educazione ambientale. Al progetto di allestimento ha contribuito, con una piccola sponsorizzazione tecnica, la sede Ikea di Catania.

Questa estate, a partire dal primo agosto, l’Osservatorio è stato aperto al pubblico dal personale dell’Amp e ha fornito a centinaia di visitatori informazioni sull’ambiente delle Egadi e sulla foca monaca. All’interno è consultabile la rassegna stampa sul ritrovamento di Morgana, la foca delle Egadi, oltre a materiale esplicativo e pannelli illustrativi riguardanti anche le altre specie di rilevante interesse naturalistico presenti nell’Area. Il castello, sede anche del Museo delle Carceri e di proprietà del Comune di Favignana, è raggiungibile a piedi percorrendo un sentiero di circa 3 km che parte dal paese, oppure, in estate, tramite un servizio di accompagnamento via mare ad opera di natanti con partenza dal porticciolo.

“Sono state due bellissime giornate – commenta Donati -, in cui i ragazzi che lavorano per l’area marina protetta hanno, con le loro sole forze, completato un trasloco e un allestimento straordinariamente impegnativo, per le caratteristiche dei luoghi, realizzato senza mezzi meccanici e a costo zero. Un segnale della loro passione per questi luoghi e dell’attaccamento a questo lavoro, che svolgono nell’interesse della collettività. Ora ci impegneremo per rendere vivo e fruibile questo Osservatorio».

Anche dal Presidente dell’Amp e Sindaco di Favignana, Giuseppe Pagoto, è arrivato un «Un grazie di cuore ai giovani operatori dell’Area marina protetta».(WEB)

                                 

 
 
 

SCOPERTE LE ROTTE MIGRATORIE DELLO SQUALO BIANCO

Post n°230 pubblicato il 25 Marzo 2014 da viscontina17

Nell’arco di due anni, le femmine incinte viaggiano tra la zona dell’accoppiamento - all’isola di Guadalupe - e l’area di vivaio nella Bassa California, rischiando che la prole finisca nel mirino della pesca commerciale.
Scoperte le rotte migratorie delle femmine di grande squalo bianco (Carcharodon carcharias) nell’oceano Pacifico. Nell’arco di due anni, le femmine incinte viaggiano tra la zona dell’accoppiamento - all’isola di Guadalupe - e l’area di vivaio nella Bassa California, rischiando che la prole finisca nel mirino della pesca commerciale. I grandi squali bianchi sono pelagici - vivono cioè in mare aperto per la maggior parte del tempo - ma sono anche filopatrici - ritornano ogni anno nelle stesse zone per trovare un «partner». Questo tragitto può essere molto ampio ed includere le isole Hawaii, la California e il Messico.
I percorsi migratori delle femmine di grande squalo bianco erano meno noti di quelli dei maschi e sono stati svelati da un team di ricercatori coordinati da Michael Domeier e Nicole Nasby-Lucas del Marine Conservation Science Institute attraverso rilevamenti satellitari e tag telemetrici. I risultati dell’indagine hanno permesso di scoprire che le femmine incinte lasciano l’isola di Guadalupe e restano in mare aperto per la maggior parte dei diciotto mesi di gestazione (in media 465 giorni). La zona pelagica è molto più grande dell’area di foraggiamento usata dai maschi che le femmine cercano di evitare soprattutto in presenza degli esponenti dell’altro sesso.
Le femmine mettono al mondo i piccoli squali nelle acque costiere della Bassa California per poi iniziare un percorso di ritorno all’isola di Guadalupe che permette loro di evitare i maschi fino al momento di riprodursi. La fase di accoppiamento dura a Guadalupe fino a quattro mesi e mezzo prima che il ciclo biennale riprenda. Lo studio è stato pubblicato su Animal Biotelemetry. (WEB)

               

 
 
 

SCOPERTI CAMINI DI PIETRA NEL MEDITERRANEO

Post n°229 pubblicato il 20 Marzo 2014 da viscontina17

La campagna oceanografica diretta dall’Ismar-Cnr ha svelato l’esistenza nei fondali adriatici del Montenegro di ambienti sommersi e formazioni calcaree di grande bellezza e rilevanza scientifica, mai documentati prima nel Mare Nostrum. Il Mar Mediterraneo nasconde tra i suoi fondali suggestive distese di camini calcarei, documentate finora solo nel Golfo di Cadice, al largo della nuova Zelanda e delle coste pacifiche del Nordamerica. A scoprirle, il team internazionale della campagna oceanografica ‘Altro’ (Biocostruzioni in Adriatico Meridionale e Canale d’Otranto), a bordo della nave oceanografica Urania del  Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), diretta da Marco Taviani e Lorenzo Angeletti dell’Istituto di scienze marine di Bologna (Ismar-Cnr). “L’esplorazione dei canyon sommersi al largo delle coste del

  Montenegro è stata realizzata mediante un piccolo veicolo sottomarino manovrato dalla superficie, il Rov (Remotely Operated Vehicle) Pollux, che ha individuato, sul fondale fangoso a circa 450-500 metri di profondità, una vera e propria ‘foresta’ costituita da camini calcarei. Alcuni, che superano i 50 centimetri di altezza, sono ancora in posizione verticale, mentre altri giacciono abbattuti sul fondo”, spiega Taviani.Per definire con certezza la genesi di queste foreste sottomarine occorreranno complesse analisi di laboratorio. “È però plausibile che i camini naturali si siano originati dall’ascesa, in un passato geologico abbastanza recente, di fluidi ricchi in idrocarburi, probabilmente metano, attraverso la coltre dei sedimenti antichi che formano l’architettura di questo margine continentale”. (wEB)

               

 
 
 

PESCE VOLANTE

Post n°227 pubblicato il 12 Marzo 2014 da viscontina17

               

Questa specie comune nel Mediterraneo meridionale e nell'Atlantico tropicale, è palagica, ossia vive nel mare aperto a distanza delle coste. Le sue carni sono discrete. La notorietà che circonda questo tipo di pesci è dovuta al fatto che essi sono capaci di "volare". Il fenomeno ha colpito le fantasie delle popolazioni marinare fin dai tempi più antichi. 

Il pesce volante può raggiungere i 30 cm. circa di lunghezza, il suo ventre è bianco argenteo, con dorso blu, le pinne alate sono grigie di una tonalità molto chiara, la sua bocca non è provvista di denti. Il pesce volante nuota con grande velocità proprio sotto il livello dell'acqua e quando intende ""spiccare il volo"", si porta verso la superficie con moto velocissimo, si stacca dall'acqua e poi plana sfruttando la velocità acquisita. Belaniformi (Belaniformes) Atlantico tropicale, Mediterraneo meridionale Osteitti o Pesci Ossei (Osteichthyes) lunghezza 30 cm. circa(WEB)

 

 
 
 

CRISTO DEL MARE

Post n°226 pubblicato il 07 Marzo 2014 da viscontina17

Il Cristo del Mare di Taranto è una statua situata sui fondali della rada di Mar Grande, nei pressi di Capo San vito. Dedicata ai caduti civili e militari del mare, fu realizzata dallo scultore Lucini nel 1985, per volontà del tarantino Cesario Liberato, che volle far dono dell'opera alla città insieme all'Agenzia Marittima Valentino Gennarini e all'Agenzia Marittima Pignatelli, Marzo e Danese.

L'opera, che è alta 1,65 metri e poggia su di un piedistallo in cemento armato, raffigura un Cristo benedicente con lo sguardo rivolto al cielo e le braccia aperte in segno di pace. Il 15 agosto 1985, nel corso di una cerimonia officiata dall'Arcivescovo di Taranto Monsignor Guglielmo Motolese, fu posata ad una profondità di 8 metri sul fondo del mare, con l'ausilio di un elicottero della Marina Militare Italiana, di rimorchiatori e di sommozzatori. Recentemente restaurata dallo scultore Francesco Trani a causa della rottura di una mano e di un braccio, è stata riposizionata sul fondo del mare il 26 agosto 2004.

Annualmente, nel giorno dell'anniversario della prima posa, viene celebrata una cerimonia durante la quale si rinnova la richiesta di protezione per tutti i lavoratori del mare. Al termine della stessa viene lanciata in acqua una corona di alloro in memoria dei caduti del mare.

La posizione in superficie è segnalata da una boa a catena di colore giallo. (web)

                     

 

 
 
 

PESCE NAPOLEONE

Post n°225 pubblicato il 03 Marzo 2014 da viscontina17

ll pesce Napoleone vive nel Mar Rosso e nelle acque costiere dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico a profondità variabili tra 2 e 60 metri. Vive sui fondali, dove cerca il cibo di giorno, mentre di notte trova rifugio negli anfratti rocciosi o al riparo delle formazioni coralline. Ha il corpo alto e compresso, caratterizzato da una prominenza frontale che si sviluppa con l’età; la bocca è protrattile e le labbra sono carnose. La livrea degli adulti ha una colorazione verde-azzurra, che nei giovani presenta toni più chiari. Il pesce Napoleone si nutre principalmente di molluschi, pesci, ricci di mare, crostacei e altri invertebrati; è anche uno dei pochi predatori di specie tossiche quali lepri di mare, pesci scatola e stelle corona di spine. La pesca indiscriminata e il degrado delle barriere coralline sono le cause principali che stanno conducendo il pesce Napoleone sulla via dell’estinzione. (WEB)

    

 
 
 

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