Creato da braulink il 28/11/2005

Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2024

Post n°159 pubblicato il 28 Aprile 2024 da braulink
 
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Il Comune di Trasaghis ha diffuso, tramite manifesti murali ed inviti, il programma della commemorazione del 2 maggio, 79° anniversario della strage di Avasinis.Anche quest’anno, dopo la celebrazione, alle 10.30 di una messa, interverranno a ricordare il fatto ed il sacrificio del paese alle 11.30 davanti al monumento - sacrario il sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, il presidente provinciale dell’Associazione Vittime Civili di Guerra Adriana Geretto, l’Assessore regionale Barbara Zilli ed il presidente dell’Anpi di Udine Antonella Lestani.

 
 
 

Avasinis, la commemorazione del 2 maggio 2023

Post n°158 pubblicato il 03 Maggio 2023 da braulink
 
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Il SIndaco di Trasaghis, Stefania Pisu, appena conclusa la cerimonia del 2 maggio, ha diffuso sulla propria pagina fb alcune note a commento: "Ad Avasinis questa mattina si è tenuta la Commemorazione del 78^ anniversario dell’eccidio, per rendere onore alla memoria delle 51 vittime innocenti. Un’orribile strage di civili, colpo di coda del secondo conflitto mondiale. Ringrazio per l’intervento il Presidente della Comunità Montana del Gemonese Alessandro Marangoni che ha portato anche i saluti dell’Assessore Regionale Barbara Zilli, oggi impegnata in Consiglio. Ringrazio per i profondi interventi anche Adriana Geretto, vice presidente nazionale dell’associazione vittime civili di guerra ed Antonella Lestani Presidente provinciale ANPI di Udine. Un sentito ringraziamento a tutte le rappresentanze presenti, ai Sindaci e amministratori del territorio, alla Polizia Locale, ai Carabinieri, alle rappresentanze delle sezioni alpine, alle associazioni, ai nostri studenti ed alle insegnanti ed a chiunque oggi abbia partecipato, perché solo la conoscenza della storia unita alla volontà di non dimenticare può preservarci da un altro 2 maggio.".

Nelle stesse ore, lo staff dell'assessore regionale Zilli ha diffuso una nota nella quale presenat la propria riflessione sulla giornata: " "L'importanza dei luoghi della memoria è fondamentale perché la storia esce dalla sua dimensione temporale e continua ad essere visibile nel nostro presente. La libertà è un patrimonio da difendere, da non dare per scontato, e reso possibile grazie al sacrificio di vite umane".

Questa la riflessione dell'assessore regionale alle Finanze Barbara Zilli, intervenuta oggi a margine della cerimonia commemorativa del 78. anniversario della strage di Avasinis, l'eccidio nazifascista che il 2 maggio 1945 provocò la morte di 51 persone.
L'assessore ha rivolto un ringraziamento a tutti coloro che si impegnano affinché "quello che è accaduto 78 anni fa in questo angolo di Friuli resti scolpito nel profondo e sia monito per il futuro. Tutto ciò che continuate a fare per la nostra comunità assume ogni volta carattere più forte e importante".

"È necessario - ha rilevato Zilli - continuare a raccontare ai giovani la storia e coinvolgerli nelle commemorazioni nei luoghi della memoria, per fare in modo che siano loro i primi ad avere consapevolezza del passato e chiavi di lettura per interpretare il presente".".

 
 
 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2023

Post n°157 pubblicato il 30 Aprile 2023 da braulink
 
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L'amministrazione comunale di Trasaghis ha diffuso la locandina col programma della commemorazione di Avasinis per il 2 maggio 2023.

Il programma è il seguente:

 

Martedì 2 Maggio

 

ore 10.15 Raduno presso il Centro Sociale

 

ore 10.30 Celebrazione S. Messa presso la Chiesa Parrocchiale

 

0re 11.50 Intervento delle Autorità e orazione ufficiale presso il Cimitero Monumentale “Martiri 2 Maggio 1945”

Seguirà momento conviviale

Durante la commmemorazione interverranno il sindaco Stefania Pisu ed il presidennte dell'Associazione Vittime Civili della guerra Adriana Geretto. L'orazione ufficiale sarà tenuta da Antonella Lestani, presidente provinciale dell'ANPI.

TUTTA LA POPOLAZIONE È INVITATA A PARTECIPARE

 

 
 
 

La strage di Avasinis nel libro curato da P. Karlsen

Post n°156 pubblicato il 01 Febbraio 2023 da braulink
 
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È uscito l’anno scorso un testo importante relativo alla Seconda guerra mondiale nel territorio che i nazisti avevano denominato “Litorale Adriatico”. Si tratta di:

Karlsen Patrick (a cura di), Dizionario della resistenza alla frontiera altoadriatica, IRSREC — Gaspari ed, aprile 2022, che analizza, attraverso una serie di voci redatte da qualificati studiosi, fatti, luoghi e protagonisti della lotta di Liberazione.

 

Alle pagine 98-99 viene tratteggiato anche l’episodio dell’eccidio di Avasinis:

 

AVASINIS: LA STRAGE DEL 2 MAGGIO 1945

 

Il 2 maggio 1945, mentre parte del territorio festeggiava la Liberazione, una colonna tedesca in ritirata entrò ad Avasinis e compì una delle stragi più efferate registrate in Friuli: le vittime furono cinquantuno (quarantotto civili e tre partigiani), tra queste si contarono trentadue donne, molti anziani e bambini; una quindicina furono i feriti

Posta accanto alle principali vie di comunicazione che collegano Udine a Tarvisio, negli ultimi giorni del conflitto Avasinis vide un intenso passaggio di truppe in ritirata. La mattina del 1° maggio una colonna di tedeschi e cosacchi presa di mira da tiratori isolati che uccisero un soldato; come rappresaglia i tedeschi uccisero due partigiani e una donna e catturarono alcuni ostaggi per raggiungere Tolmezzo senza subire ulteriori attacchi.

Nel pomeriggio dello stesso giorno una seconda colonna composta da circa 250 uomini si fermò sopra Trasaghis e Avasinis; questi soldati appartenevano alla 244 Waffen-Gebirgs (Karstjäger) Division der Ss e probabilmente anche alla Feldgendarmerie e alla Waffen-Ss Prienz Eugen. I reparti della Karstjäger erano formati da militari tedeschi, croati, boemi, spagnoli e italiani (istriani, alto-atesini, friulani) specializzati nella lotta antipartigiana ed erano stati attivi nel territorio regionale; negli ultimi giorni del conflitto furono aggregati a diversi comandi per difendere le vie della ritirata.

Il mattino del 2 maggio, le forze tedesche divise in squadre attaccarono Avasinis con mortai e mitragliatrici pesanti. Le formazioni partigiane presenti tentarono di contrastarle, ma si videro in breve costrette a ritirarsi. Avasinis venne occupata. I militari iniziarono a perquisire le abitazioni; spararono su quanti vennero trovati nelle abitazioni o furono sorpresi per strada. Alcune donne vennero violentate. I militari compirono furti, saccheggi e devastazioni. Le uccisioni si svolsero con freddezza e crudeltà senza fare distinzioni tra donne, vecchi e bambini e vennero interrotte verso mezzogiorno dall’arrivo di un ufficiale; una quindicina di corpi furono trasportati nei canali fuori dall'abitato mentre gli altri vennero lasciati dove si trovavano. Quindi i tedeschi presero una cinquantina di ostaggi e, dopo aver trascorso la notte in paese, ripartirono la mattina seguente.

Alla rappresaglia fece seguito la ritorsione partigiana e della popolazione. Nei giorni successivi furono organizzati posti di blocco e rastrellamenti sulle montagne circostanti che portarono alla cattura di diversi sbandati tedeschi; sottoposti a processi sommari, furono quindi uccisi (una parte fu fucilata sulle sponde del torrente Leale).

Diverse sono le interpretazioni sulle cause della strage. Nei giorni successivi all'eccidio si diffuse la convinzione che l’azione tedesca fosse una ritorsione per l'attacco subito dalla colonna transitata il 1° maggio. Altre ragioni vennero ricondotte al sequestro di alcuni tecnici della Todt a Interneppo e del capocantiere a Trasaghis o al disarmo dei distaccamenti cosacchi di Avasinis e Oncedis effettuato dai partigiani il 29 aprile. Una delle ipotesi più accreditate fa invece riferimento all’attacco partigiano alle colonne tedesche che transitarono sulla statale 13 “Pontebbana” nella zona di Gemona; sembra che i tedeschi avessero visto i partigiani ritirarsi verso Avasinis e avessero quindi deciso di effettuare la rappresaglia. Se è dunque difficile stabilire se la rappresaglia sui civili sia stata una reazione improvvisa a un attacco partigiano o un'azione preordinata, va valutato che il sommarsi degli episodi accaduti attorno ad Avasinis (la capitolazione dei presidi cosacchi, la cattura degli uomini della Todt e gli attacchi alla colonna in ritirata) fece maturare nei comandi tedeschi l’idea che la zona rappresentasse un pericolo per le forze in ritirata.

Nel dopoguerra si è innescato un forte dibattito storico e politico che ha riguardato in particolare l'operato delle formazioni partigiane, accusate di aver provocato la reazione tedesca. Le memorie della strage rimangono articolate e divise. (FV)

 

Al volume ha dedicato negli scorsi giorni una articolata recensione lo storico Marco Puppini che, a proposito della trattazione del “caso Avasinis” si è così espresso:

 

Dizionario della Resistenza alla frontiera Alto – Adriatica 1941/1945, Recensione

(…) L’autore della voce sulla strage nazista del 2 maggio 1945 nel paese di Avasinis scrive che la versione più accreditata sulle sue cause è che sia stata una rappresaglia per un’avventata azione partigiana avvenuta il giorno prima sulla statale 13 nelle vicinanze di Gemona, con i partigiani poi ritiratisi in direzione di Avasinis (p.99). E’ la versione diffusa da persone che hanno passato anni ad accusare i partigiani di tutti i mali possibili, ma non è certo la più accreditata. Facendo riferimento ai numerosi scritti di Pieri Stefanutti sull’argomento, non vi è documentazione dell’attacco partigiano di cui sopra, e certamente la lentezza dell’avanzata tedesca (la sera del 1 si ferma a dormire a Trasaghis) dimostra che non stava inseguendo reparti partigiani in fuga. Un’azione contro una zona che rappresentava “un pericolo per le forze in ritirata”? Forse, ma se la colonna tedesca avesse voluto ritirarsi velocemente e in sicurezza non avrebbe perso tempo per lei prezioso a massacrare civili inermi, ma anche a mangiare, dormire e nascondere sia pure malamente i cadaveri ripartendo solo il giorno 3 maggio. Le ipotesi accreditate sono altre. Mi limito a ricordare: vendetta preordinata contro la popolazione nel momento della sconfitta per l’appoggio dato nei mesi precedenti alle formazioni partigiane, o strascico forse non pianificato dell’insieme di operazioni militari volte a bloccare momentaneamente gli Alleati sulla linea Gemona – Val del Lago e consentire la ritirata in Austria. Per completezza forse bisognava accennare alle uccisioni di diverse decine di cosacchi e di alcuni soldati tedeschi nei giorni successivi ad opera di giovani partigiani locali sconvolti dalle notizie ricevute, e della popolazione esasperata. Giustamente l’autore scrive che le memorie del fatto “restano articolate e divise” (p. 99), a questo proposito il discorso andrebbe centrato, per tutte le stragi di quegli anni, sulle modalità soprattutto politiche con cui è avvenuta la trasmissione di quelle memorie, finite nel tritacarne della “tempesta di merda” lanciata nel dopoguerra contro i partigiani. (…)

Marco Puppini

http://www.storiastoriepn.it/dizionario-della-resistenza-alla-frontiera-alto-adriatica-1941-1945-recensione/

 

Al riguardo, sul sito, è stato pubblicato poi anche un commento di Pieri Stefanutti:

 

Ringrazio Marco Puppini per aver voluto citare i miei lavori nel paragrafo dedicato alla strage di Avasinis.

F.V., che ha curato la voce “Avasinis” nel “Dizionario della Resistenza alla frontiera Alto-Adriatica”, ha elencato correttamente le diverse ipotesi che sono state avanzate per spiegare le motivazioni dell’eccidio; discutibile il fatto che abbia però indicato come “una delle ipotesi più accreditate” quella della reazione a un attacco partigiano sulla Statale a seguito della quale “sembra che i tedeschi avessero visto i partigiani allontanarsi in direzione di Avasinis e avessero quindi deciso di effettuare una rappresaglia”. È una tesi che contrasta con la logica … e con la geografia.

L’intervento su Avasinis pare essere invece una azione preordinata, sulle cui motivazioni si continua a riflettere. C’è da tener conto poi che, come giustamente sottolinea Marco Puppini, che la trasmissione delle memorie”, spesso, non è stata utilizzata per l’approfondimento della verità bensì per dare sostegno a tesi preconcette.

 

 

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Avasinis, la commemorazione del 2 maggio 2022

Post n°155 pubblicato il 12 Maggio 2022 da braulink
 
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Dall'anniversario di Avasinis monito a tenere vivi i ricordi

 

[Il 2 maggio]  ad Avasinis sono stati commemorati i 51 civili

che 77 anni (il 2 maggio 1945) fa furono uccisi da truppe

nazifasciste in ritirata. Alla cerimonia hanno partecipato

autorità civili e militari, il presidente dell'Anpi provinciale,

Dino Spanghero, molti rappresentanti delle istituzioni,

tra i quali i sindaci di Trasaghis, Stefania Pisu, di Gemona,

Roberto Revelant, la commissaria di Tolmezzo, Silvia Zossi,

e l'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli. È stata

quest'ultima a sottolineare come Avasinis sia luogo della

memoria, luogo in cui la storia si rivela al presente per

essere oggetto di riflessione. «In questa piccola comunità

la dimensione storica del dramma deve essere monito per

il futuro affinché nulla della tragedia venga dimenticato»,

ha detto Zilli. L'assessore regionale ha sottolineato anche

il valore della libertà: un patrimonio da difendere, da non

dare per scontato, reso possibile dal sacrificio di molte vite

umane. «In quest'ottica è necessario raccontare ai giovani

la storia, coinvolgerli in commemorazioni e luoghi della

memoria, affinché le nuove generazioni abbiano consapevolezza

del passato e chiavi di lettura per interpretare il presente»,

ha concluso Zilli. 

 

(Messaggero Veneto, 3 maggio 2022)

Un momento della cerimonia

 
 
 

Avasinis, l'importanza della memoria

Post n°154 pubblicato il 12 Maggio 2022 da braulink
 
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Testo dell'intervento di Pieri Stefanutti pubblicato sul Messaggero Veneto del 30 aprile 2022

 

Avasinis, l'importanza della memoria

Egregio direttore, le recenti discussioni nate a proposito della ricorrenza del 25 aprile hanno tra l'altro fatto riemergere la necessità di raccogliere, finché è possibile, le esperienze di quanti hanno partecipato e vissuto direttamente i fatti della guerra partigiana.È un discorso che vale ovviamente anche per quegli episodi che videro protagonisti o vittime persone della popolazione civile, non necessariamente schierate col movimento partigiano. In Italia, infatti, come è documentato dal paziente lavoro di compilazione dell'Atlante delle stragi nazifasciste, vi furono parecchie centinaia di stragi e di eccidi, opera di forze nazifasciste, che videro come involontari protagonisti elementi della popolazione civile. Il discorso si impone anche per quella che è stata, in Friuli una delle ultime e più gravi stragi, quella di Avasinis, avvenuta il 2 maggio 1945, una settimana quindi dopo il 25 aprile, quando gran parte della regione è praticamente tutto il resto d'Italia erano ormai già liberati. In quella strage, opera di una formazione mista agli ordini di ufficiali tedeschi, perirono 51 persone, soprattutto anziani, donne e bambini.È uscito recentemente un libro, opera di chi scrive, "Voci del 2 maggio" (Prospettiva editrice) che raccoglie 14 testimonianze di persone ormai decedute (la cui testimonianza era stata raccolta e registrata anni addietro), presenti ad Avasinis nelle ore del massacro. Dall'esame e dal raffronto delle diverse narrazioni emerge un quadro complesso, a corollario delle svariate dinamiche di uccisioni e di crudeltà. In una presentazione affollata, svoltasi giorni addietro, è stato ribadito come sia estremamente importante proseguire in questa direzione, continuando a raccogliere le purtroppo poche testimonianze ancora reperibili, registrando il racconto delle poche persone che possono ancora dire di essere state presenti in quelle triste mattinata di 77 anni fa. Serve quindi raccogliere e riesaminare tutte le testimonianze personali, consultare la documentazione d'archivio e il materiale bibliografico uscito per effettuare un riesame oggettivo che consenta di definire una ricostruzione accettabile e condivisibile capace di spiegare tutte le problematiche ancora aperte. Anche i pochi superstiti saranno probabilmente presenti, lunedì prossimo 2 maggio quando, dopo due anni di limitazioni dettate dal Covid, la commemorazione delle vittime, che si è svolta ininterrottamente dal 1945 a oggi, tornerà a essere celebrata in forma ufficiale e aperta. Lunedì si avrà dunque la celebrazione di una santa messa a suffragio delle vittime e poi la commemorazione ufficiale, che prevede la deposizione di corone d'alloro presso il monumento-memoriale, gli interventi del sindaco di Trasaghis Stefania Pisu, dell'assessore regionale Barbara Zilli, del presidente provinciale dell'associazione Vittime civili di guerra Adriana Geretto e del presidente dell'Anpi provinciale Dino Spanghero. Si rinnoverà quindi il dovere della memoria, anche per rispettare l'indicazione del sacerdote dell'epoca, don Zossi che, a breve distanza dai fatti, annotò che «si stabilì di comune e unanime accordo in paese che ogni anno sarebbe stata celebrata in forma solenne la data del 2 maggio a ricordare il sacrificio di tante innocenti vittime».

Pieri Stefanutti. Trasaghis

 

 
 
 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2022

Post n°153 pubblicato il 27 Aprile 2022 da braulink
 
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L'Amministrazione comunale di Trasaghis ha diffuso la locandina con il programma della commemorazione del 2 maggio che quest'anno si svolgerà senza le limitazioni precedentemente previste per contrastare il covid.

Programma della commemorazione

 

 
 
 

Avasinis, 14 testimonianze sull'eccidio

Post n°152 pubblicato il 23 Aprile 2022 da braulink
 
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Venerdì 25 marzo ad Avasinis c’è stata la presentazione dell’ultimo libro di Pieri Stefanutti "Voci dal 2 maggio", una raccolta di 14 testimonianze dirette di persone che per varie ragioni si trovavano in quelle tragiche ore ad assistere alla strage. Un valore aggiunto alla conoscenza dell’eccidio di Avasinis, in cui persero la vita 51 persone, di cui 18 uomini, 26 donne e 7 bambini.

A tale proposito, ecco il testo della intensa recensione scritta da Ido Cibischino e pubblicata sul Messaggero Veneto del 23 marzo:
Il martirio di Avasinis nel giorno in cui tutti festeggiavano la fine della guerra

“Il soldato ha sparato una raffica in una casa, poi è andato in quella successiva, dove ha ucciso due vecchi, i Venturini. Poi è tornato indietro, è entrato in un’altra casa. Nella stalla erano riuniti una ventina di persone: li ha uccisi quasi tutti! Poi è andato verso la canonica dove ha ucciso ancora...”
Quella del boia tedesco, in tuta mimetica ed elmetto coperto da frasche che percorre il paese accanendosi con raffiche feroci sulla popolazione inerme, è una delle figure più sconvolgenti tra quelle che emergono dalle testimonianze sulla strage (furono uccise 51 persone, per lo più donne, bambini e vecchi) di Avasinis di Trasaghis, avvenuta nella prima mattinata del 2 maggio 1945 per mano di un reparto di SS, innerbato da fiancheggiatori anche italiani, staccatosi dal grosso delle colonne tedesche che si stavano ritirando verso il confine austriaco mentre era annunciato il cessate il fuoco che avrebbe messo fine al conflitto.
A Osoppo e a Gemona – racconta uno dei testimoni – già le campane suonavano a festa; ad Avasinis, invece, suonarono a morto per una giornata intera. E accadde che l’esasperazione e lo strazio frantumassero poi le barriere della pietà e del senso d’umanità, invocate dal parroco don Francesco Zossi, fino a invertire le parti.
Scattò la vendetta quando i partigiani e la stessa popolazione, impazzita dal dolore, riservarono la stessa sorte a tedeschi sbandati e a cosacchi capitati nelle loro mani.
A riesumare quelle ore terribili è Pieri Stefanutti, ricercatore che da anni passa al setaccio la storia della sua zona (la Val del Lago) con particolare attenzione alle vicende delle due guerre mondiali.
Ha dato alle stampe una decina di pubblicazioni, cui ora si aggiunge Voci dal 2 maggio (Prospettiva editrice), un libro di cento pagine che sarà presentato dallo storico Marco Puppini venerdì 25 marzo, alle 20.30, nel centro sociale di Avasinis in una serata promossa dall’amministrazione comunale di Trasaghis.
Unisce quattordici racconti che Stefanutti ha raccolto e registrato tra gli anni Ottanta e Novanta, facendo parlare testimoni e sopravvissuti. Le testimonianze, rese in lingua friulana, vengono ora proposte in italiano con un difficile lavoro di trasposizione per rendere compiutamente la cronaca dei fatti con le sfumature e la drammaticità del ricordo.
È un prezioso contributo a ricomporre il mosaico della ricostruzione storica quello che fornisce Stefanutti. Il quale tuttavia, come altri studiosi prima di lui, ha dovuto arrendersi di fronte a interrogativi che permangono, a domande senza risposte che avvolgono la genesi della strage e la logica che la suggerì.
Perché Avasinis e non un altro paese? Chi dette l’ordine? In quale reparto era inquadrato il gruppo autore del massacro? Gli storici hanno potuto avanzare soltanto ipotesi, tutte plausibili ma nessuna ultimativa.
Alcuni sostengono che si volle punire Avasinis come rappresaglia per precedenti attacchi partigiani e per il sostegno dato alla Resistenza; oppure ancora che il paese fu scelto per un’azione preventiva e ammonitrice, affidata sul momento ai più spietati e malvagi a disposizione dei comandi: chi avesse attaccato le colonne tedesche in ritirata avrebbe scatenato altrettante ritorsioni senza pietà.
Comunque sia, prima e dopo Avasinis, tanti troppi boia hanno imperversato sui sentieri della storia incarnando il male assoluto. Ne stiamo conoscendo uno proprio in questi tempi: ha il volto da glaciale predatore del satrapo che ha sguinzagliato l’esercito russo in Ucraina.
E sovvengono i versi di una dolente ballata degli anni Sessanta: “Ancora tuona il cannone / ancora non è contenta/ di sangue la belva umana...” . L’inno alla pace di Guccini se l’è portato via il vento, come volano via le invocazioni del Papa e le lacrime di milioni di profughi, come il doloroso stupore del mondo davanti a sé stesso e alla propria impotenza.
IDO CIBISCHINO (MESSAGGERO VENETO 22 MARZO 2022)
Un momento della presentazione
 
 
 

Avasinis 2021, ancora una commemorazione silenziosa

Post n°150 pubblicato il 11 Maggio 2021 da braulink
 
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Anche quest'anno, una commemorazione ridotta, a causa del perdurare delle norme antipandemia. A cura dell'Amministrazione comunale, è stata deposta una corona al monumento sacrario.

Ecco la sintesi della cerimonia nelle parole del sindaco di Trasaghis Stefania Pisu (dal profilo Fb):

"Commemorazione delle vittime del 2 maggio ad Avasinis. Finalmente ci siamo ritrovati, anche se in forma ristretta, per ricordare l'eccidio di Avasinis, episodio tragico della nostra storia locale. Un ringraziamento particolare a Walter Menegaldo, nostro amico e fotografo, che ha predisposto una mostra fotografica "Dieci anni di 2 di maggio", in collaborazione con la Proloco di Avasinis. Molto apprezzata la presenza della nipote di Don Zossi, dello storico locale Pieri Stefanutti e di tutte le rappresentanze degli alpini".

Alcune immagini scattate da Walter Menegaldo: 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante 1 persona, in piedi e attività all'aperto

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante una o più persone, persone in piedi e attività all'aperto

 

Potrebbe essere un'immagine raffigurante rosa e attività all'aperto

 
 
 

Avasinis, un percorso per chiarire le cause dell’eccidio

Post n°149 pubblicato il 01 Maggio 2021 da braulink
 
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Il Messaggero Veneto del 29 aprile ha ospitato una riflessione di Pieri Stefanutti sul senso della commemorazione del 2 maggio e sulla possibilità di delineare un percorso per definire i diversi punti ancora non chiari sulla vicenda dell'eccidio.

 

 

Avasinis, un percorso per chiarire le cause dell’eccidio

 

Ad Avasinis, domenica si ricorderà il 76° anniversario dell’eccidio del 2 maggio 1945, uno degli ultimi e più gravi episodi del genere accaduti in Friuli durante la Seconda guerra mondiale.

Anche quest'anno non vi sarà modo. a causa delle restrizioni determinate dalla pandemia, di fare una manifestazione pubblica, e l'omaggio comprenderà pertanto solo la deposizione di una corona al monumento — sacrario da parte della Amministrazione comunale di Trasaghis. Per tutto il mese, sarà poi visitabile, sotto i portici, la mostra fotografica di Walter Menegaldo proposta dalla Pro  Loco e dedicata alle commemorazioni dell'ultimo decennio. 76 anni sono tanti ed anche il filo continuo della memoria che a lungo ha legato la gente di Avasinis e del Comune al doloroso episodio rischiano di affievolirsi, dal momento che i testimoni diretti sono in gran parte scomparsi e le generazioni che sono venute dopo rischiano di intendere quell’episodio come un fatto lontano, spesso filtrato dal ricordo confuso di una narrazione ascoltata distrattamente.

Quello di Avasinis è stato un episodio assai grave di cui ancora non sono pienamente note le motivazioni, dal momento che si sono sprecate le interpretazioni, dando spazio anche a contrasti legati a posizioni politico - ideologiche, tra quanti ritengono sia stata l'ennesima dimostrazione della ferocia nazifascista e quanti, viceversa, cercano quasi di giustificarlo interpretandolo come una legittima reazione ad azioni partigiane.

Va ricordato che nemmeno le indagini giudiziarie avviate sia dalla magistratura tedesca sia da quella militare italiana, non sono riuscite a mettere un punto fermo alle diverse versioni: non sono riuscite a determinare elementi concreti in merito alle responsabilità e così le inchieste giudiziarie sono state archiviate, quella italiana nel 2000 e quella tedesca nel 2007. La distanza dai fatti  complica ulteriormente le possibilità di trovare elementi concreti capaci di chiarire la questione: molto preziose quindi sono le testimonianze che sono state fissate attraverso un corpus di  documentazione riferito ormai a persone che non ci sono più ma il cui racconto rimane lì, a perpetua memoria, a ricordare particolari di esperienze tratte da una drammatica microstoria personale: pensiamo alle testimonianze raccolte da chi scrive a integrazione della pubblicazione del diario del parroco dell’epoca, Don Zossi, nel 1995 (definite dallo storico Marco Puppini «un coro suggestivo e terribile, in cui in forma quasi sempre asciutta e stringata, mai retorica, i sopravvissuti raccontano in stretto friulano i particolari delle morti dei loro compaesani trucidati»), pensiamo alle video interviste nei documentari “Tatort Avasinis” del 2003 e “Avasinis luogo della memoria” nel 2006 o anche alla prossima uscita del volume di testimonianze “Voci dal 2 Maggio”. Sono elementi che potranno contribuire ad integrare ulteriori ricerche storiografiche, incrociando i dati con quanto potrà emergere da indagini in fonti archivistiche ancora non esaminate (sono stati fatti dei promettenti passaggi attraverso le ricerche di Stefano Di Giusto e di altri negli archivi tedeschi). C'è da sperare che un parallelo lavoro di raccolta e riesame delle ultime testimonianze, affiancato a una approfondita indagine archivistica, possa contribuire ad ottenere elementi significativi nella ricostruzione di quello che è stato l’ultimo eccidio nazifascista della Seconda guerra mondiale in Friuli.

 

Pieri Stefanutti, Trasaghis

(Messaggero veneto, 29-04-2021)

 

 
 
 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2021

Post n°148 pubblicato il 29 Aprile 2021 da braulink
 
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Il Comune di Trasaghis ha diffuso il programma della commemorazione del 2 maggio che, anche quest'anno, non potrà svolgersi con una manifestazione pubblica, a causa delle limitazioni imposte dall pandemia:

 

PER NON DIMENTICARE

Anche quest'anno a causa dell'emergenza, non sarà possibile celebrare in forma

pubblica e solenne l'anniversario dell'eccidio.

Intendiamo però mantenere fede all'impegno che Don Francesco Zossi e la gente di

Avasinis avevano assunto "di celebrare ogni anno in forma solenne la data del

2 maggio a ricordare il sacrificio di tante Innocenti Vittime”.

Pertanto il Sindaco Stefania Pisu assieme alla giunta, in forma privata, deporranno une

corona di alloro presso il monumento memoriale assieme a 52 rose rosse in ricordo delle

51) vittime e del Parroco Don Zossi.

Alle ore 9.30 la cerimonia inizierà con 52 rintocchi delle campane e con il suono del

“Silenzio”, che potrà essere ascoltato in tutte le case del paese. Ciò per permettere a

tutti coloro che non potranno presenziare di rivolgere comunque un pensiero ed una

preghiera in ricordo di queste Vittime.

Nella giornata del 2 maggio ed i giorni seguenti, grazie alla collaborazione della Pro

Loco Amici di Avasinis e di Walter Menegaldo, nelle vie del paese verrà allestita una

mostra fotografica con le immagini del 2 maggio degli anni precedenti, denominata

"Dieci anni di 2 maggio”.

(dalla locandina)

 
 
 

E' online il video "Avasinis, luogo della memoria"

Post n°147 pubblicato il 03 Giugno 2020 da braulink
 
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La strage di Avasinis del maggio 1945 nelle testimonianze dei superstiti

 

di GIANFRANCO ELLERO

Un episodio dimenticato dell'ultima primavera di guerra fu puntualmente registrato e intitolato "Strage di innocenti" da Chino Ermacora nel libro "La Patria era sui monti": ma ormai chi legge più, in Friuli, le pagine dell'autore di "Vino all'ombra" e di "Vino al sole"? Non rinvieremo quindi il lettore al libro di Ermacora, quasi un "instant book" stampato a Pordenone il 18 agosto 1945: ne trascriviamo un passo, avvertendo che forse erra nominando Spilimbergo, perché oggi sappiamo che i carnefici passarono sul ponte di Braulìns. "Un reparto delle Ss, proveniente da Spilimbergo, aveva invaso improvvisamente il paese col piano prestabilito di compiere una rappresaglia: punire bisognava Avasinis, in fama di asilo di partigiani; bisognava scovare e sterminare coloro che due giorni prima avevano osato disarmare i cosacchi che da mesi appestavano la regione; bisognava continuare insomma la primavera di sangue promessa dall'alto comando germanico". E siccome quasi tutti gli uomini validi erano fuggiti in montagna, furono uccise 51 persone e 13 ferite: donne, bambini, vecchi e due sordomuti. La strage di Avasinis, narrata a caldo anche su "Libertà", quotidiano udinese del Cln, il 12 maggio 1945, ricorda, in formato ridotto, altre stragi compiute in Italia (fra le più note Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema), ma presenta qualche tratto di originalità, per così dire, rispetto alle precedenti. Avvenne, innanzi tutto, dopo la resa incondizionata delle forze tedesche in Italia (29 aprile 1945), e a lato della Pontebbana, percorsa in quei giorni dal grosso delle truppe in ritirata, mentre i cosacchi, diretti verso Monte Croce, erano impegnati nella battaglia di Ovaro contro le forze partigiane. Per concordi testimonianze dei superstiti della strage i soldati, vestiti con uniformi e distintivi delle Sa, parlavano varie lingue, qualcuno anche l'italiano e il friulano, e dalle tasche degli uccisi prelevavano i portafogli come i rapinatori a mano armata. Ma non basta: si fermarono in paese nella notte bevendo, mangiando e ballando, lasciarono un mitra scarico per ricordo, e poi, caso unico, furono a loro volta uccisi da alcuni dei superstiti nonostante si fossero vestiti in borghese: una donna li riconobbe quando dalla montagna, per vie impende e quasi sconosciute dagli stessi paesani, alcuni uomini (provenienti da Forgaria? ) scesero a prelevarli "per consegnarli agli inglesi", dissero. L'eccidio trova duratura memoria nell'intitolazione della piazza del paese: 2 maggio 1945, nel memoriale eretto accanto alla parrocchiale e, da una decina d'anni, in un documentario che Dino Arüs realizzò intervistando i superstiti della tragedia. Il documentario, prodotto per incarico del Comune di Trasaghis e della Comunità Montana del Gemonese, fu presentato al pubblico del Cinema Sociale dalla Cineteca del Friuli, che in questi giorni lo ripropone online nella piattaforma "adessocinema": entrerà così nella gigantesca memoria di Internet, e potrà essere visto e meditato in Italia e nel mondo. Va anche meditato, certo, sia per la genuinità delle testimonianze, molte in friulano sottotitolate in italiano, che per l'oggettività. Una donna ricorda, ad esempio, un soldato che salva un bambino rimasto incolume in mezzo alla strada fra le braccia della nonna uccisa da una raffica di mitra, e un uomo ricorda l'uccisione di un sordomuto che non si era fermato all'alt di un soldato. In quei giorni, da un mare di sangue, nacque la nostra Repubblica.

(Messaggero Veneto, 1° giugno 2020) 

Un'immagine di Avasinis, tratta dal video

 
 
 

Avasinis, conoscere i fatti per capire

Post n°146 pubblicato il 26 Maggio 2020 da braulink
 
Foto di braulink

Il Messaggero Veneto del 15 maggio 2020 ha pubblicato una riflessione di Pieri Stefanutti che, partendo dalla particolare atmosfera della commemorazione di quest'anno, riflette sui passi intrapresi per ricordare le vittime dell'eccidio e per cercare di capire quali siano state le cause e le circostanze del doloroso episodio attraverso "uno sforzo concorde per la definizione di tutti i particolari e le circostanze".

 

Eccidio di Avasinis, bisogna conoscere i fatti per capire

 

Don Francesco Zossi, il parroco di Avasinis rimasto gravemente ferito nell'eccidio nazifascista del 2 maggio 1945, dopo aver commemorato le 51 vittime, lasciò scritto a futura memoria sul suo diario: "si stabilì di comune ed unanime accordo in paese che ogni anno sarebbe stata celebrata in forma solenne la data del 2 maggio a ricordare il sacrificio di tante innocenti vittime".E ininterrottamente, dal 1946 a oggi, la gente di Avasinis e del Comune di Trasaghis ha mantenuto viva la memoria, con la partecipazione alla commemorazione dove, accanto al momento religioso, con la celebrazione della messa, si è costantemente avuta anche una connotazione civile, con l'intervento, per la commemorazione ufficiale, accanto agli amministratori locali, di diversi presidenti della Giunta e del Consiglio regionale in carica, a sottolineare l'importanza del ricordo di uno dei più dolorosi episodi della guerra in Friuli.Quest'anno, dopo le limitazioni imposte dai provvedimenti per fronteggiare il Coronavirus, non hanno potuto svolgersi né la messa né la cerimonia pubblica davanti al monumento memoriale; a nome della Amministrazione comunale e dell'intera comunità il Sindaco, con il vicesindaco, sabato 2 maggio, hanno comunque depositato, nel rispetto delle disposizioni ministeriali, una corona ed un omaggio floreale al monumento - memoriale. Il suono di 52 rintocchi di campana (uno per ogni vittima ed uno a ricordare il sacrificio e l'impegno di don Zossi) e le note del Silenzio hanno consentito alla gente del paese di rivolgere alla memoria delle vittime un pensiero o una preghiera.Relativamente alla conoscenza di quei fatti lontani, c'è da ricordare che sono state promosse dall'Amministrazione comunale, negli anni, varie iniziative, come la pubblicazione integrale del diario del parroco don Zossi e la diffusione di videodocumentari (da "Tatort Avasinis" di Jim G. Tobias ad "Avasinis luogo della memoria" di Dino Ariis) con la raccolta di testimonianze dirette su quei fatti.Personalmente, ho continuato a cercare di dare un contributo alla ricostruzione di quelle vicende, per esempio attraverso la predisposizione di una bibliografia ragionata che raccoglie più di 250 titoli di lavori che si sono occupati dell'eccidio e anche con il recentissimo "Le ultime raffiche" dove si cerca di ricostruire quello che è accaduto nella zona della Valle del Lago giorno per giorno, dal 25 aprile al 6 maggio, tra l'insurrezione partigiana e l'intervento delle SS, tra attacchi e ritorsioni, a dimostrazione del fatto che, mentre gran parte d'Italia gioiva per la Liberazione, in questo lembo di Friuli crepitavano ancora le ultime raffiche di mitra (i due lavori sono reperibili su Internet nella versione ebook). È necessario, in sostanza, cercare di documentarsi nel modo più approfondito possibile, attraverso un confronto dei fatti e delle versioni offerte da fonti diverse."Avasinis era ben degna d'essere iscritta ad un albo d'onore tra i paesi e le città italiane martoriate dalla guerra, così grande fu il suo tributo di sangue", scrisse don Zossi. Un riconoscimento, negli anni, è arrivato nel 2005 con la concessione al Comune, da parte del Presidente della Repubblica, della medaglia d'argento al valore civile. A questo atto dovrebbe affiancarsi uno sforzo concorde per la definizione di tutti i particolari e le circostanze che hanno determinato tanti lutti durante gli ultimi giorni della guerra. 

Pieri Stefanutti sul Messaggero Veneto del 15 maggio 2020

 

 

 

 
 
 

Avasinis 2020, una commemorazione silenziosa

Post n°145 pubblicato il 04 Maggio 2020 da braulink
 
Foto di braulink

Il ricordo dell'eccidio di Avasinis, stante la proibizione relativa allo svolgimento di cerimonie pubbliche a seguito delle misure di contenimento del covid-19, è stato mantenuto dalla Amministrazione comunale di Trasaghis  con l’intervento del Sindaco Stefania Pisu e del vicesindaco Roger Stefanutti i quali, sabato 2 maggio, hanno deposto una corona e un  un omaggio floreale al monumento, in un momento di commozione che è stato accompagnato da 52 rintocchi di campana (uno per ogni vittima ed uno a ricordare il sacrificio e l’impegno di don Zossi, anch’egli rimasto ferito nella strage) e dalle tristi note di tromba  (preregistrate) del “silenzio fuori ordinanza”.

 

V. il video della commemorazione:

https://www.youtube.com/watch?v=ikMoKaKtqUA&t=34s 

 

V. il video con canto "Ostia santa" in memoria delle vittime dell'eccidio:

https://www.youtube.com/watch?v=1dmeX-ojsoI 

 
 
 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2020

Post n°144 pubblicato il 30 Aprile 2020 da braulink
 
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Ricorre sabato il 75esimo anniversario dell’eccidio di Avasinis avvenuto il 2 maggio del 1945. Quel giorno, una squadra di SS penetrò in paese e compì una strage indiscriminata che provocò 51 vittime innocenti (parecchie delle quali bambini, donne e anziani) tra la popolazione civile. Ininterrottamente, dal 1946 a oggi, la gente di Avasinis e della vallata ha mantenuto viva la memoria; negli anni Novanta è stato realizzato un monumento-memoriale ove sono state inglobate le sepolture delle vittime. Il percorso è stato integrato, alcuni anni fa, dallo scoprimento di una targa commemorativa, in un itinerario accompagnato anche da varie iniziative per la conoscenza di quei fatti, come la pubblicazione integrale del diario del parroco  dell’epoca don Francesco Zossi e la realizzazione di videodocumentari con la raccolta di testimonianze dirette su quelle vicende. L’appuntamento del 2 maggio ha sempre rappresentato un appuntamento rilevante (spesso sono intervenuti, per la commemorazione ufficiale, i presidenti della Giunta e del Consiglio regionale allora in carica). 

Quest’anno, stante le limitazioni imposte dai decreti per fronteggiare il Coronavirus, non si avrà la consueta celebrazione di una messa nella chiesa, né la cerimonia pubblica con la deposizione di corone di fiori al monumento memoriale.

 

Il ricordo della Amministrazione comunale sarà comunque assicurato dall’intervento del Sindaco Stefania Pisu con il vicesindaco Roger Stefanutti i quali, sabato 2 maggio, depositeranno un omaggio floreale al monumento, in un momento di commozione accompagnato da 52 rintocchi di campana (uno per ogni vittima ed uno a ricordare il sacrificio e l’impegno di don Zossi, anch’egli rimasto ferito nella strage) e dalle tristi note di tromba  (preregistrate) del “silenzio”.

 
 
 

Quasi 300 titoli per una bibliografia sul 2 maggio

Post n°143 pubblicato il 11 Ottobre 2019 da braulink
 
Foto di braulink

Il 2 maggio 1945, mentre tanta parte dell’Italia settentrionale era già liberata, ad Avasinis, un piccolo paese nel Comune di Trasaghis, in Friuli, truppe nazifasciste in ritirata penetrarono in paese, facendo strage tra la popolazione civile: 51 furono le vittime, tra le quali numerosi gli anziani ed i bambini.

Sull’episodio, dai contorni mai del tutto chiariti, vi sono state indagini giornalistiche, ricerche storiografiche, dibattimenti giudiziari.

Il punto sulle diverse ricerche viene ora delineato da Pieri Stefanutti in "Avasinis, 2 maggio 1945. Contributo per una bibliografia ragionata sull'ultimo eccidio nazifascista in Friuli".

Il lavoro cerca di raccogliere e presentare in maniera ragionata il materiale bibliografico prodotto sull’argomento: dagli articoli di giornale ai libri, dai materiali audiovisivi alle pagine web per consentire il confronto tra le diverse posizioni e favorire l'avvio di ulteriori analisi e studi.

Il contributo bibliografico è reperibile in formato ebook sui principali siti di commercio librario. Per la versione cartacea è possibile contattare l'autore tramite un messaggio sulla sua pagina facebook.

 
 
 

Addio a un altro testimone dei fatti di Avasinis: Lindo Unfer

Post n°142 pubblicato il 02 Settembre 2019 da braulink
 
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Anche Lindo Unfer ci ha lasciati. Era noto in tutto il Friuli per la sua attività a favore del Museo della Grande Guerra di Timau: 

 

Carnia in lutto, addio a Lindo Unfer, il “padre” del Museo di Timau

 

Si è spento all’ospedale di Tolmezzo Ermelindo Unfer, classe 1926 (avrebbe compiuto 93 anni il prossimo 2 novembre), l’ideatore e l’anima del Museo della Grande Guerra di Timau.

Nato a Timau, dove ha vissuto fino al 1946 prima di intraprendere la carriera nella Polizia di Stato che lo portò a Milano dove ha svolto quarant’anni di servizio raggiungendo il grado di tenente. Alla fine degli anni Ottanta, da pensionato, è tornato al suo paese natio, impegnandosi a dar vita al Museo della Grande Guerra di Timau. In lutto la comunità locale e i rappresentanti attuali del museo timavese.

“Con Lindo se ne va un’importante parte della storia recente, mia personale e di tutta la Carnia – ricorda affranto Luca Piacquadio, attuale direttore del museo – Fu per merito suo che, assieme all’allora presidente dell’associazione Amici della montagna, il generale Adriano Gransinigh, riuscì a far salire al Tempio Ossario di Timau il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, che conferì la Medaglia d’oro a Maria Plozner Mentil, portatrice di Timau caduta nel 1916 sul Malpasso».

Lascia la moglie Iole e la figlia Daniela. Le esequie si  sono tenute  venerdì 30 agosto, alle 14.30, nella Chiesa di Cristo Re a Timau; la salma è stata  esposta per l’ultimo saluto all’interno del Museo.

(dal sito carnianews)

 

Meno noto è il suo impegno durante la guerra partigiana.

Un breve profilo è stato tratteggiato dul periodico di Timau "Asou Geats...":

 

Ricordi di Lindo da partigiano

(Asou geats, dicembre 2016)

 

Ho fatto parte delle formazioni partigiane della “Garibaldi” dal 1944 fino al termine del conflitto. (…)

Negli ultimi giorni di guerra mi aggregai alle formazioni partigiane del battaglione “Picelli Tagliamento”  con sede a Gemona.

Durante un trasferimento, presso Buia venni catturato con altri compagni dai cosacchi i quali, grazie alle mie spiegazioni in tedesco, con il bracciale Todt al braccio, mi lasciarono andare con tutti gli altri. Di lì a poco, però, nella zona di Cavazzo, precisamente a Cesclans, il mio reparto fu circondato da una forte colonna di tedeschi e cosacchi in ritirata.

Trovammo rifugio in una zona impervia e praticamente inaccessibile dove rimanemmo per tre giorni cibandoci con le fresche foglie di faggio.

 

Alla fine giunsero le prime avanguardie inglesi per cui ci trovammo liberi ma terribilmente affamati.

Lindo operò a lungo a Trasaghis, nel 1944 - 45, nel cantiere della Todt. Grazie alla sua conoscenza del tedesco, fu in contatto col responsabile del cantiere, giocando una complessa partita per aiutare in amniera sotterranea il movimento partigiano pur figurando ufficialmente come diligente impiegato. 

Nei giorni della Liberazione, Lindo partecipò, nella zona di Cornino, agli attacchi alle colonne tedesche in ritirata; fu poi sugli stavoli di Avasinis, nelle ore immediatamente successive alla strage, per ritirarsi infine nella zona di Cesclans. 

Testimonianza assai preziosa la sua, quindi, sulla Organizzazione Todt a Trasaghis (esperienza citata anche nel libro "Carissimo figlio" pubblicato in Olanda da Paolo Giuseppin dove si ricorda anche  il ruolo avuto dal padre Enrico quale interprete nei cantieri della Todt).

Quando scolaresche di Trasaghis visitavano il Museo della Grande Guerra a Timau egli aggiungeva sempre un ricordo della esperienza a Trasaghis nei difficili anni della guerra.

 

 

 

 
 
 

Avasinis, un dovere etico e morale, quello di dare una risposta ai tanti perché

Post n°141 pubblicato il 01 Maggio 2019 da braulink
 
Foto di braulink

Il Messaggero Veneto del 1° maggio 2019 ha pubblicato una riflessione di Pieri Stefanutti sui passi intrapresi, oltre che per ricordare le vittime dell'eccidio, anche per cercare di capire quali sono state le cause e le circostanze del doloroso episodio.

 

Avasinis ricorda le sue 51 vittime

Il prossimo 2 maggio una mesta processione raggiungerà il monumento memoriale di Avasinis per commemorare le 51 vittime dell'ultimo eccidio nazifascista compiuto in Friuli il 2 maggio 1945, proprio mentre in tanti altri paesi si festeggiava già la avvenuta liberazione. Il programma della commemorazione prevede la celebrazione di una santa messa e gli interventi del sindaco di Trasaghis Picco e del presidente dell'ANPI regionale Veneto Collovini.
È dunque la 74° volta che nella piccola frazione di Trasaghis la gente si raduna per la commemorazione, nel suo duplice aspetto, civile e religioso. 74 anni sono tanti: quasi tutti quelli che furono protagonisti - direttamente o indirettamente - di quella dolorosa giornata sono ormai scomparsi; sono pochi anche quelli che, ragazzi all'epoca dei fatti, possono ancora fornire una testimonianza diretta. Eppure, negli anni, si è tramandato, forte, il senso della memoria, la volontà di ricordare quel doloroso "colpo di coda" della violenza della guerra.
Accanto al "ricordare" si è diffuso, negli ultimi anni, lo sforzo per "cercare di capire".  Sono stati realizzati video (come " Tatort Avasinis" di Jim G. Tobias e "Avasinis luogo della memoria" di Dino Ariis), pubblicati materiali documentari ( come il diario del parroco dell'epoca, don Zossi, integrato da testimonianze dirette raccolte da chi scrive),  avviate - dopo segnalazioni del Comune di Trasaghis - indagini  giudiziarie da parte della magistratura tedesca e di quella Militare italiana, che però si sono entrambe concluse con la archiviazione, dal momento che non è stato possibile individuare responsabilità precise sugli autori dell'eccidio.
A tanti anni di distanza dunque si assiste quasi ad uno stallo: c'è stato un grosso lavoro di ricerca ma mancano ancora diversi tasselli relativamente alle cause scatenanti l'eccidio, alla identificazione precisa delle formazioni militari autrici del massacro, alla ricostruzione delle convulse ore che seguirono alla strage e che videro attuarsi una sorta di vendetta nei confronti di prigionieri cosacchi e di fuoriusciti dall'esercito tedesco.
Come muoversi dunque? Probabilmente più che andare a cercare soluzioni nelle aule di tribunale il discorso deve assumere una dimensione storica, abbandonando facili posizioni preconcette (esempio tipico la valutazione del ruolo della Resistenza, di volta in volta  esaltato o demonizzato, ma mai sottoposto ad una analisi oggettiva) giungendo quindi a  riesaminare tutte le testimonianze personali,  la documentazione d'archivio, il materiale bibliografico uscito per effettuare una ricognizione che consenta di formulare una ricostruzione accettabile e condivisibile capace di spiegare tutte le problematiche ancora aperte.
Sarebbe un dovere etico e morale, quello di dare una risposta ai tanti perché che ancora aleggiano sull'eccidio di Avasinis.

                    Pieri Stefanutti, Trasaghis

 
 
 

Avasinis, il programma della commemorazione del 2 maggio 2019

Post n°140 pubblicato il 28 Aprile 2019 da braulink
 
Foto di braulink

Anche quest’anno il Comune di Trasaghis ha organizzato la commemorazione dell'anniversario dell’eccidio perpetrato nella frazione di Avasinis il 2 Maggio 1945 da truppe nazifasciste in ritirata dove la violenza della guerra portò alla uccisione di 51 persone, in gran parte civili; di questi 15 avevano più di sessant’anni e 6 non avevano ancora raggiunto i dodici anni. 

Il Programma per il 74° anniversario, Giovedì 2 Maggio 2019, prevede alle ore 10.15 il raduno  presso il Centro Sociale e, alle ore 10.30, nella Chiesa Parrocchiale, la celebrazione di una Santa Messa.

Seguirà, alle 11.30, presso il Cimitero Monumentale “Martiri 2 Maggio 1945” la Cerimonia Ufficiale con l’intervento di Augusto Picco, Sindaco di Trasaghis e Adriana Geretto, Presidente Provinciale Ass. Nazionale Vittime Civili di Guerra.

L'Orazione ufficiale sarà tenuta da Diego Collovini, Presidente dell’Anpi provinciale di Venezia, nonché Presidente dell’Anpi regionale del Veneto e componente del Comitato Nazionale dell’Anpi.

 

 

 
 
 

I fatti di Avasinis nel programma "Nemici" di Udinews

Post n°139 pubblicato il 24 Dicembre 2018 da braulink
 
Foto di braulink

La terza puntata della trasmissione “Nemici”, in onda su Udinews, è stata dedicata a “Avasinis e Ovaro, stragi a guerra finita”.

Nel corso della puntata, condotta da Alberto Terasso, sono intervenuti in studio Dino Ariis, Gianni Conedera, Pierpaolo Lupieri e Silvio Moro; sono inoltre stati trasmessi brani di videointerviste fatte a Pier Arrigo Carnier, Laura Puppini  e  Pieri Stefanutti.

La discussione su Avasinis ha riguardato soprattutto le ipotesi sulle cause scatenanti l’azione militare, attraverso un confronto tra diverse posizioni.

Per vedere la puntata:

Prima parte: https://www.youtube.com/watch?v=1ArMlDr5Qts&t=1409s

Seconda parte: https://www.youtube.com/watch?v=wIvQkC2fzmY&t=1855s

 
 
 
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