Creato da braulink il 28/11/2005

Avasinis -UD- 2.5.45

Ragionando sul come e sui perché di una strage nazista

 

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 I fatti di Avasinis secondo le ultime ricerche di Carnier

Post n°15 pubblicato il 16 Settembre 2006 da braulink
Foto di braulink

 

Pier Arrigo Carnier ha dedicato alle vicende di Avasinis diversi capitoli dei libri “L'Armata cosacca in Italia” e “Lo sterminio mancato” oltre a numerosi articoli apparsi su quotidiani e periodici.

Si presentano qui alcuni stralci degli articoli apparsi su “Il Gazzettino” il 14 e il 21 novembre 2005 ove alcuni elementi di responsabilità vengono attribuiti ai reparti spagnoli della Karstjäger.


«Vi sono novità sulla rappresaglia di Avasinis che avrei potuto riferire da tempo, ma la storia è lenta e ha bisogno di certezze.

In pratica è ora assodato che su Ospedaletto, villaggio a nord di Udine, vennero concentrate, circa dopo la metà di aprile 45, varie forze Waffen SS. Schtzen, Gebirgsjäger e reparti minori onde creare una base di pronto intervento nel caso di attacchi partigiani sulla nazionale Udine-Tarvisio a protezione dell'imminente defluire della ritirata proveniente dal Veneto e dal fronte Sud-West (Italia).

Erich Khübandner, ufficiale della Karstjäger, promosso a Sturmbannführer SS. sul campo, a Moggio Udinese, nei primi giorni di maggio 1945 dal Brigandenfhrer Heinz Harmel, subalterno del SS. Gruppenführer Globocnik (comandante del fronte Val Canale-Tirolo), mi riferì nel dopoguerra sul clima e sugli eventi di quei giorni.

Si percepivano - secondo quanto ricordava - le tensioni del divenire che stava per rivelarsi di minuto in minuto, ma c'era pure ancora una forte speranza per chi aveva combattuto con fedeltà per il Terzo Reich. Anch'egli era stato comandato con un battaglione di Karstjäger, assieme ad altri ufficiali con le rispettive forze della stessa brigata a protezione della ritirata. Venne proprio a trovarsi ad Ospedaletto e fu a quell'altezza che, sulla nazionale, dei partigiani che poi furono visti ritirarsi in direzione di Avasinis con degli attacchi sporadici causarono diversi morti nelle colonne in ritirata. Di conseguenza, nel pomeriggio del primo maggio 1945, una parte delle forze di protezione venne spostata, come misura di sicurezza e per dare una lezione punitiva, motivata dalle vittime, verso Avasinis e si appostò nei dintorni.

Fu nel mattino del 2 maggio che tali forze, dopo aver tenuto sotto tiro il villaggio, lo occuparono ed effettuarono la rappresaglia chiaramente motivata dalle vittime sulla nazionale. Agirono in detta azione forze della Karstjäger miste ad altre. Va precisato che, negli ultimi tempi, un battaglione della 7. SS. Gebirgs Division "Prinz Eugen", stazionato a Gradisca d'Isonzo e in parte nel castello di Duino, in questo caso con funzioni di addestramento della Scuola antiguerriglia ivi costituita, era stato affiancato per non dire inglobato alla Karstjäger Brigade, per cui le forze di questa unità erano integrate da elementi della SS. Prinz Eugen e altri, e così analogamente il contingente che fu staccato su Avasinis .

Nel dopoguerra fui ospite di Khübandner in Germania, nella sua casa accogliente con sauna e ogni comodità. Era imparentato con uno degli uomini politici più potenti della Germania federale e svolgeva, con ottimi profitti, attività di rappresentanza. Fu spesso in Italia. Tornò anche a Tolmezzo, dove aveva avuto un'amante. È chiaro che entrammo in confidenza su molti fatti sostanziali e sull'iter svolto dalla Karstjäger.

Ho riascoltato di recente delle mie preziose registrazioni fatte ad Avasinis oltre trent'anni fa. Diverse donne ed uomini, testimoni della rappresaglia del 2 maggio 1945, raccontano, ciascuno la propria storia fitta di particolari. Bisogna riascoltarle, quelle registrazioni, mentre il nastro si svolge lentamente. E allora ti rendi conto che le testimonianze sono precise e sincere, rese nell'idioma friulano del luogo. Si trattava di gente che aveva avuto delle vittime, sofferto, pianto disperatamente, provato paure: donne che al tempo della rappresaglia avevano 10 anni, oppure 15-16. Esse ricordano che i tedeschi camminavano per le viuzze lastricate del paese con pesante rumore di passi, in quanto avevano gli scarponi da montagna e non quindi gli stivali: si trattava appunto di truppe alpine, e cioè di Karstjäger, Prinz Eugen e altri su cui vengo a riferire nel prosieguo. (...) Una donna di Avasinis , proprio nei giorni che raccolsi le testimonianze, si tratta forse di Maria Rodaro o di altra testimone, una donna comunque energica, disse che i militari della rappresaglia con cui lei, pur nella tragicità del momento, ebbe a conversare, parlavano tedesco, boemo, croato, friulano e anche spagnolo.

«Ma come, che dice? - esclamai -. parlavano spagnolo?». «Sì, le assicuro che parlavano spagnolo e io ne son testimone».

Rimasi incredulo e lasciai perdere, sbagliando. Gli spagnoli, invece, c'erano veramente. Me lo confermò Khübandner in Germania, negli ultimi tempi. Lui li ebbe proprio sotto il suo comando nell'"Adriatisches Küstenland" e mi riferì al riguardo diversi particolari. (...)

Quali responsabilità possano avere avuto esecutivamente gli spagnoli nella rappresaglia di Avasinis, che costò 51 vittime civili e 25 feriti, resta da accertare. Essi comunque fecero parte della forza che fu comandata su Avasinis . L'effettiva azione esecutiva, secondo quanto potei dedurre dalle testimonianze dei superstiti e da altri indizi, quanto alle uccisioni, sarebbe stata condotta in linea di massima da un ristretto numero di elementi presumibilmente designati e approvati: tedeschi, austriaci,Volksdeutsche... (...) In quanto al responsabile dell'ordine di rappresaglia, in un incontro a Velden in Carinzia nel dopoguerra (fui presente), l'ex generale Heinz Harmel comandante sul fronte val Canale-Tirolo in subordine a Globocnik, mi dichiarò, presenti diversi ex ufficiali dei Karstjäger, che detta unità era del tutto autonoma in ogni sua decisione nei compiti antipartigiani. Ne era comandante, al momento della ritirata, l'SS. Obersturmbannfhrer Wagner, successo al SS. Sturmbannführer Werner Hahn.

Le forze comandate su Avasinis , dopo l'azione di rappresaglia, si ritirarono attraverso Tolmezzo, Paularo, Pontebba e qui gli spagnoli sostarono riunendosi a quelli provenienti lungo la nazionale, mentre le altre forze superarono il Passo Pramollo (Nassfeld) e raggiunsero Hermagor. Il grosso delle forze confluite a Pontebba, lungo la nazionale, Karstjäger, Prinz Eugen, Gebirgsjäger, Schtzen e flottiglie minori raggiunsero poi Villach, dove erano state approntate posizioni di resistenza, nel mentre quelle provenienti dal fronte Sud-West (Italia) si spinsero oltre. Dopo di che intervenne il crollo».



 
 
 
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