Creato da flagellus il 22/03/2012
Aspettando la libertà
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Il dolore è passato. La vita lo ha trasformato in qualcos'altro;
dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato,
lo si nasconde agli occhi del mondo come una mummia da custodire
nel padiglione funerario dei ricordi.
Passa anche il dolore provocato dall'amore, non credere.
Rimane il lutto, una specie di cerimonia ufficiale della memoria.
Il dolore era altro: era urlo animalesco, anche quando stava in silenzio.
È così che urlano le bestie selvatiche
quando non comprendono qualcosa nel mondo
-- la luce delle stelle o gli odori estranei -- e cominciano ad avere paura e ululare.
Il lutto è già un dare senso, una ragione e una pratica.
Ma il dolore un giorno si trasforma,
la vanità e il risentimento insiti nella mancanza
si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza,
e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato,
riposto da qualche parte.
È quel che accade ad ogni idea e passione umane.
Sándor Marái, "Il gabbiano"
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