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Post N° 822

Post n°822 pubblicato il 29 Luglio 2007 da cgil3palermo
 

Damiano vuole andare oltre il 1993
"Si può tornare ai contratti triennali"

Tornare ai contratti triennali rivedendo e superando il modello di contrattazione in vigore dal 1993. Lo dice il ministro del Lavoro Cesare Damiano spiegando che il Governo è "pronto" ad aiutare le parti sociali nel percorso di revisione del sistema contrattuale ma "l'impulso" deve arrivare da loro. Le condizioni per una revisione, dice il ministro, sono "mature" e sarebbe "utile" un cambiamento della durata dei contratti riportandola a tre anni sia per la parte economica che quella normativa.

L'accordo del 1993 prevedeva una durata quadriennale per la parte normativa del contratto e una biennale per quella economica. Il calo dell'inflazione e l'allungamento dei tempi per il rinnovo dei contratti ha portato negli ultimi tempi a singoli accordi sulla base di tre anni (l'intesa per i pubblici e quella per le Poste mentre il turismo ha chiuso ieri sulla base di quattro anni) e all'apertura di una discussione sulla possibilità di modificare in questa direzione l'accordo del luglio 93.

Ieri a favore della soluzione "triennale" si è detto il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni mentre un'apertura in questa direzione è arrivata dalla Cgil che con il segretario confederale responsabile della contrattazione ha detto di non avere pregiudiziali.


"Penso - ha detto Damiano in un'intervista all'Ansa - che la cadenza triennale sia una misura utile perchè consente di non sovrapporre la contrattazione nazionale con quella decentrata la quale può svolgersi tra un contratto triennale e l'altro. La cadenza triennale dovrebbe accompagnarsi alla capacità di rinnovare i contratti nei tempi stabiliti. Perchè purtroppo nella grandissima parte dei casi le cadenze biennali hanno registrato ritardi molto consistenti che vanno a danno dei lavoratori. Sono favorevole alla triennalità mi auguro che le parti sociali su questo argomento aprano un tavolo di concertazione".

Damiano sottolinea che le condizioni sono "mature" per la revisione dell'accordo del luglio '93, ma ricorda che queste "sono materie tipicamente contrattuali che devono essere affrontate per impulso delle parti sociali. Il Governo - spiega - non si tira mai indietro se nella logica della concertazione può contribuire a una soluzione positiva e condivisa. Ma l'impulso deve partire dalle parti sociali, il governo è disponibile ad aprire il processo. Se ne discute da molto tempo e le condizioni sono mature per la revisione del modello contrattuale del 93 ma un atto in primo luogo deve essere promosso da tutte le parti sociali".
 
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