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Davide Bracco descrive in chiave saggistica la storia della FIAT 500 con storie e testimonianze dell'epoca

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Il papà DANTE - Parte II             (Davide Bracco)

Post n°3 pubblicato il 27 Agosto 2007 da ColeTrickle46
Foto di ColeTrickle46

Quello che "il senatur" gli chiedeva non era cosa da poco; voleva infatti una vettura che raggiungesse almeno gli 80 km/h di velocità, che fosse comoda e che avesse una potenza di circa 20 CV (15 kW circa), ma con una cilindrata che consentisse di non superare i 6 CV fiscali allo scopo di contenere gli oneri di tassazione.
Naturalmente doveva costare pochissimo, circa 12 lire al chilogrammo.
Queste cifre oggi possono far sorridere, ma si pensi che allora la Balilla costava 17 lire al chilogrammo per un totale di 12.000 lire e raggiungeva gli 85 km/h.

Come già detto, solo l'incoscienza giovanile poteva far accettare una sfida così ardita. Da questa sfida doveva necessariamente nascere tra gli italiani l'attitudine alle "piccole".
Dante Giacosa, forse inconsapevolmente mise a punto un metodo di progetto molto preciso e nello stesso tempo molto raffinato.
Si trattava di perseguire con pertinacia l'eliminazione di tutto ciò che non era strettamente indispensabile in una vettura, soprattutto sapendo far collaborare il più possibile gli elementi dell'oggetto progettato in diverse funzioni (le sinergie recentemente reinventate) per il raggiungimento delle prestazioni richieste. E non era un'intuizione da poco in un periodo in cui gli orpelli e le competenze erano viste in modo radicalmente separato. Per certi aspetti Dante Giacosa ha seguito un percorso analogo al grande architetto della storia Le Corbusier.
Nella pratica quotidiana, si mise a ragionare, schizzare, pensare e disegnare affrontando via via i piccoli e grandi problemi che si presentavano per far nascere la "500 A" poi da tutti chiamata Topolino. Tralasciando i dettagli troppo tecnici possiamo dire che le principali innovazioni della Topolino "A" furono il motore a sbalzo per contenere le dimensioni, il telaio che collaborava strutturalmente con la carrozzeria, contrariamente a quello che avveniva allora, ed un motore estremamente semplice.

Questo significò un grande passo concettuale verso la visione globale di un'automobile rispetto a quella di carrozza senza cavalli.

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