Creato da ColeTrickle46 il 08/02/2007
Davide Bracco descrive in chiave saggistica la storia della FIAT 500 con storie e testimonianze dell'epoca

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Filosofia e realtà - Parte I     (Davide Bracco)

Post n°7 pubblicato il 03 Novembre 2007 da ColeTrickle46
Foto di ColeTrickle46

La guerra si sa è una brutta storia, ma come in tutte le brutte storie esistono nicchie di pace, che forse per contrasto, sono ancora più ricche.

Una di queste oasi fu l'ufficio in cui lavorava Giacosa. Fu trasferito, con i suoi fidi disegnatori, presso una scuola e quasi dimenticato dalla "burocrazia" Fiat. Mentre gli eventi scuotevano l'europa, quasi come Archimede, dimenticato dal mondo, studiava elaborava e progettava con una libertà che non aveva conosciuto prima. E da quei giorni, quasi come un progetto privato, si può far risalire la concezione della "500". Con studi parziali, con prove empiriche, con disegni di particolari.

Alla fine della guerra, con l'avvento come "capo supremo" del non certo tenero Valletta, la ragione, o meglio le ragioni della produzione, ritornarono a dettare legge. Ma il pensiero, come dice Lucio Dalla, è come l'oceano, non lo puoi recintare. Infatti mentre la "600" stava seguendo il lungo iter sperimentale per la messa in produzione definitiva, le idee riaffioravano per progettare una vettura minima. Un gradino appena più della Vespa, ma già un'automobile.
Fu elaborato un modello in scala che sembrava fatto unendo due Vespa coperte da un tetto e poi altri ed altri. Il nuovo progetto aveva assunto un poco di ufficialità ricevendo finalmente un suo numero: "110". A poco a poco le decisioni si concretizzavano dal fluire delle idee.

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