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Cronaca di un taxista italiano a Barcelona (e non solo!)
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« Cartoline da BarcellonaNonna incontinente »

L'isola che non c'é

Post n°15 pubblicato il 11 Luglio 2012 da rewide
 
Foto di rewide

Sapevate che … la Barceloneta era un’isola chiamata Isola di Maians? 

No?

Bueno, ora lo sapete

C’era una volta, dove ora c’é la Plaza Pau Vila, una piccola isola. Era il XV secolo. Nel 1474 pensarono di costruire un braccio di terra per unire l’isolotto alla cittá di Barcellona: era, quello, il progetto del primo molo della Barceloneta (che ancora non aveva quel nome). Nel 1660 venne ultimato il molo che arrivava dove ora comincia il Paseig de Joan Bordó e, da allora, seguiranno opere portuarie di varia natura. I frangiflutti pel porto in via di costruzione, fanno si che si accumulino nel corso degli anni tonnellate di sabbia e detriti (provenienti soprattutto dal fiume Besós) fino a trasformare l’isolotto di Maians in una penisola. Questa piccola penisola, fuori dalle mura della cittá, forma un territorio reclamato dalla parrocchia di Santa Maria del Mare per un vecchio privilegio medievale e presto comincia ad essere occupato da baracche e magazzini dei pescatori che verranno cacciati quando si demolirá il barrio de la Ribera e si inizierá, nel 1718, a parlare di urbanizzazione e fondazione de la Barceloneta voluta dal Marchese della Mina. Il 3 febbraio 1753 si pose la prima pietra del quartiere marittimo di Barcellona: la Barceloneta. Questa prima pìetra la trovate al Passeig de San Joan all’angolo con Carrer de la Maquinista e porta incisa una scritta : “A la formación de este pueblo se dio principio en 3 de febrero de 1753”. Dopo l’allontanamento forzato dei pescatori, iniziava a formarsi un quartiere ordinato, uniforme, frutto della mano di un ingegnere militare, Juan Martin Cermeño, che prevedeva la demolizione delle baracche e l’inizio dell’edificazione di blocchi di case unifamiliari basse e case que avevano come sporgenza un piccolo frontone. L’espansione della Barceloneta é segnata dalla vicinanza del porto e della ferrovía, la facilitá di comunicazione e alcuni terreni ancora da occupare fanno si che il quartiere si converta in un luogo idóneo per installare impianti industriali con una marcata forza lavorativa di operai marittimi. L’industrializzazione della Barceloneta crescerá fino alla metá del XX secolo, fino a che la necessitá di ampliare le fabbriche fará si che gli industriali cerchino nuovi spazi abandonando il quartiere. Nel 1939, durante la guerra civile, la Barceloneta fu bombardata massicciamente, soprattutto dall’aviazione italiana, che fece del quartiere un cumulo di macerie. Ma finita la guerra, i barcelonesi iniziarono la ricostruzione reinventando nel corso degli anni il quartiere fino a giungere ai giorni nostri, dove non solo il turista, ma anche il ciutadano, possono godere di un quartiere único, un labirinto di viuzze fra il Maremagnum e il Porto Olimpico, vanto della cittá.

 
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