Est modus in rebus.

Promettente terzino sinistro....di belle speranze. Nasce a Bratislava il 24 luglio 1977. Cresce calcisticamenbte nel Dukla Banska Bistryca, poi nel '97 passa all'Inter....di Bratislava. La sua carriera è in continua ascesa. Nel 1999 viene ingaggiato dai tedeschi del Bayer Leverkusen, fa l’esordio in Champions e nel contempo diventa titolare inamovibile della sua Nazionale Under 21. Proprio con l’Under nella fase finale degli Europei del 2000 fa un figurone contro gli azzurrini di Marco Tardelli. Ed è proprio quest’ultimo, divenuto da poco neo-tecnico dell’Inter a volerlo fortemente. Il 27 Ottobre 2000, Vratislav è ufficialmente un giocatore dell’Inter.. I dirigenti milanesi diranno che i circa 9 miliardi di lire erano soldi ben spesi per quello che doveva essere l’erede di Brehme e Roberto Carlos sulla fascia sinistra. "So di essere l’atleta più famoso e più costoso di Slovacchia ed è una grande responsabilità per me, anche per ripagare il mio nuovo club dei soldi spesi per me" riconosce il giovane difensore slovacco. E tutto sommato il suo inizio non è male. Anzi gioca una bella gara con un assist nel 2-0 casalingo contro la Roma. Tutto qui. Da lì in poi solo fischi e pochissime cose in campo. Il cambio di panchina Tardelli-Cuper non sortisce alcun effetto benefico nei suoi confronti Ma l’apice della sua esperienza in nerazzurro deve ancora arrivare. E arriverà. Eccome se arriverà. Precisamente sarà raggiunto in un caldo pomeriggio di fine primavera dell’anno duemiladue, nella capitale. Quel giorno truppe nerazzurre si mossero da tutta Italia alla volta di Roma per assistere dal vivo alla riconquista del tricolore. Quel giorno era "il cinque maggio", proprio come il titolo di una famosa ode dedicata ad un grande condottiero. Ma stavolta di grande non c’è proprio nulla. L’Inter, in un Olimpico vestito per la storica occasione quasi interamente di nero e di azzurro, deve solo battere una Lazio priva di motivazioni per conquistare il tricolore dopo tredici lunghi anni di astinenza. Tutto è pronto per festeggiare dopo anni e anni di amarezze. Ma qualcosa non va per il verso giusto. Anzi va proprio storto. Al Friuli la Juve in poco più di 10 minuti liquida l’Udinese e attende buone novelle. Di Biagio e Vieri non sembrano d’accordo. Ma ecco che d’incanto due ragazzi dell’est capovolgono ogni pronostico. Due ragazzi dell’ex Cecoslovacchia. Il ceko, un tal Karel, che di cognome fa Poborsky, grazie anche all’aiuto delle incredibili papere dello slovacco erede di Brehme e Roberto Carlos in fase difensiva, permette ai padroni di casa biancocelesti di vincere, quasi senza volerlo, per 4-2. La Juventus è campione d’Italia. Dirà Vratislav nei giorni seguenti "So che ce l’hanno con me e mi dispiace, non ci dormo la notte. Ma non sono l’unico colpevole". Nella stagione 2002-2003 passa al Parma, dove colleziona quattro spezzoni di partita in tutta la stagione. A gennaio 2003 saluta l’Italia e firma con gli inglesi del Blackburn, senza rimpianti.