Creato da: A92Cart il 13/10/2005
Cose del mio mondo... Cose fuori dal mondo di Angela 92 e Bruna83. Bruna83 è testimone oculare della violenta e vile aggressione ai danni di Angelo Russo, proprietario del negozio in Milano Via Lorenteggio n. 30. Attualmente il locale è occupato abusivamente da un tale che risponde al nome di Francesco Corriero. Il tizio è protetto dalla Polizia di Milano.

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« Segnalazione ai giudici ...La regina della diffamaz... »

La Regina della diffamazione e della calunnia

Post n°81 pubblicato il 20 Maggio 2006 da A92Cart
 


    ED ECCO A VOI....

 
    Indice del forum -> La Polizia e il Cittadino  



Inviato: Sab 20 Mag 2006 - 4:40    Oggetto: ED ECCO A VOI....  
la Marescialla! La Regina della diffamazione e della calunnia. Bella come il sole! Dolce come il miele...

Andiamo con la presentazione.


Querela Filacchione

ONOREVOLE PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI MILANO


DENUNCIA-QUERELA


Io sottoscritto Russo Angelo, nato a Piazza Armerina (EN) in data 12.04.1948
Residente a Milano (MI) in via Giambellino n° 48 Telefono 0247710073
Stato civile coniugato professione pensionato codice fiscale




domenica 27 marzo 2005 - 22.47.57

Tad

Iscritto da: sabato 15 gennaio 2005
Discussioni: 7
Messaggi: 12

QUERELO
L’avvocato Rossana Filacchione, con Studio Legale in Milano via Montenapoleone n° 8 per i seguenti fatti e per i reati che l’Autorità intenderà ravvisare:

L’avvocato Rossana Filacchione mi ha assistito in una causa civile contro il signor
FrancescoCorriero e che ha per oggetto il rilascio del locale di mia proprietà in via Lorenteggio, n° 30 Milano.

Il sottoscritto ha inoltre presentato personalmente al Commissariato di Milano Porta Genova una prima Denuncia-Querela e successivamente ha presentato alla Procura di Milano altra Denuncia-Querela, assistito dall’avvocato Filacchione.
In seguito il Legale mi consigliava di presentare RICORSO AI SENSI DELL’ART. 1168 C.C.E 703 C.P.C., alfine di ottenere l’immediato rilascio dell’immobile. Dopo la presentazione del Ricorso la causa si è svolta in mia assenza perché impossibilitato a partecipare a causa dell’aggressione subita il 4 maggio 2004 e denunciata con le Querele di cui sopra.
Comunque, all’udienza tenutasi in data 7/7/2004, avanti Dott.ssa Giudice Laura Tragni, l’avvocato Filacchione mi aveva detto che potevo non presentarmi, facendomi paventare una vittoria certa, scontata. Tranquillizzato sull’esito della causa, me ne restai a casa.

Inopinatamente, l’avv. Filacchione, a mia insaputa e tradendo il mandato, imposta la causa a modo suo e favorendo la controparte
L’avv. Filacchione portava all’attenzione del Giudice solo la parte di ricorso che riguardava la veridicità di tre documenti prodotti dalla controparte e portanti alcune firme attribuite a me. Il Giudice disponeva una perizia grafologica e fissava l’udienza a perizia depositata per il 3 febbraio 2004.



1
Ho sempre lamentato la parzialità della decisione di procedere a perizia grafologica, senza tenere conto del contesto nel quale mi trovavo al momento in cui le firme attribuite a me erano state apposte, ma il Legale mi rispondeva sempre che era stato il Giudice a fare questa scelta.

Sono convito che ciò non risponda al vero, in quanto non era stato volutamente messo in evidenza al Giudice che le firme a me attribuite dalla CTU, non sono state da me apposte in calce ai tre documenti prodotti dalla controparte (Francesco Corriero) nella loro attuale redazione, ma i documenti sono stati abusivamente riempiti con un contenuto sul quale non è mai esistito il mio accordo, pur se le firme potrebbero essere mie.

L’avv. R.F. ha sempre ignorato le mie richieste di documentazione. Solo recandomi personalmente in cancelleria sono riuscito ad avere il Verbale con la deposizione di Francesco Corriero, rilasciata nel corso della prima udienza, e cosi sono venuto a conoscenza che i fatti erano stati letteralmente stravolti. Inoltre, vengo a conoscenza che il Francesco Corriero, uno degli stessi autori della violenta aggressione e spoliazione del 4 maggio 2004, mi aveva querelato nello stesso giorno per insulti e minacce, indicandomi come potenziale assassino, presso il Commissariato Porta Genova MI.
Ero piuttosto malconcio e ancora nei locali della Questura di via Fatebenefratelli. Vi entrai con la fedina penale pulita e ne uscii, senza saperlo, denunciato per i reati di cui all’art. 612 c.p. (all. n° 1) Praticamente, rivoltando i fatti e per gli stessi reati di cui ero rimasto vittima, il Corriero denunciava me per azioni violente.
No, io la violenza quel giorno la subii e a senso unico, da parte del Corriero, dai due agenti intervenuti dietro sua richiesta e dai questurini di via Fatebenefratelli. In seguito, a casa, carcerieri e denigratori impietosi, moglie e figli, almeno fino al 29 settembre 2004, giorno in cui moglie e figli, con il sicuro consenso o, forse, su suggerimento dell’avv. Filacchione, i miei, simulando paura per minacce ed aggressioni da parte mia, chiamano il 113 e il 118.

L’operazione fallì, perché io ,nonostante le provocazioni, riuscii a mantenere la calma. Dopo questa data, dentro la mia casa, piano piano i miei familiari sono scivolati nel più assoluto silenzio, quando sono a casa stanno chiusi nella loro stanza e non li si sente neanche fiatare. A parole non si riesce a descrivere la situazione, mia moglie e i figli sono presenti e nello stesso tempo assenti. Ecco volevano annullare me, non ci sono riusciti, e si auto annullano. Deprimente!

Incapaci ormai di pensare, si affidano totalmente ai loro avvocati o “consiglieri”.
Ricevono l’ordine di non parlare per evitare di cadere in contraddizione e loro non parlano! Inammissibile!
2
Non mi sembra neanche normale, che nonostante le mie denunce, nessuna Autorità agisca con l’urgenza che la situazione richiede.
L’urgenza del 113 esiste per mia moglie e i figli che simulano! Altre Autorità e più qualificata di un paio di agenti o qualche ragazzotto del 118 a cui rivolgersi per i casi urgenti?

Dopo i fatti del 29 chiesi all’avv. Filacchione se non fosse il caso di denunciare moglie e figli, nonché l’operato inurbano degli agenti e degli operatori intervenuti, ma l’avv. Filacchione, dopo avermi assicurato di mettersi al lavoro per integrare la Querela del 4 giugno 2004, lasciò cadere la cosa, sempre senza spiegarmene i motivi.

Ho letto la Comparsa di Costituzione del Corriero all’udienza del 7/7/04 e, non è solo un’impressione, ma è chiaro che si voleva fare di me un mostro, (all.n° 2) anche fidando sul fatto che mai sarei stato capace di rimettermi in piedi e rispondere adeguatamente.
Come il resto della documentazione, l’avv. Filacchione ha sempre ignorato la mia richiesta di visionare la Comparsa del Corriero. Ero denunciato, ufficialmente indagato e l’avv. Filacchione non mi informava. L’avv. Filacchione avrà ricevuto l’avviso di richiesta per le indagini preliminari, ma di ciò non mi ha mai informato e la comunicazione inviata al mio domicilio, sembra l’ abbia ritirata mio figlio Maurizio Russo (all. n° 3), che, volutamente, non mi ha consegnato.
In quel periodo stavo male, uscivo raramente e tutte le comunicazioni erano controllate e gestite dai miei familiari. Questo fatto (boicottaggio) ben si inquadra nei fatti denunciati il 10 novembre 2004 al Comando dei Carabinieri (all. n° 4)
L’avv. Filacchione, facendo leva sulle mie preoccupazioni circa l’atteggiamento a casa di mia moglie e dei figli, che, senza motivo, mi minacciavano di chiamare la Forza Pubblica con l’intenzione di allontanarmi dalla mia casa, mi “consigliava” di andarmene in qualche posto lontano per almeno due mesi. Praticamente, mi invitava alla latitanza e rassicurandomi che con c’erano indagini aperte nei miei confronti e che quindi nessuno avrebbe mai potuto sapere dov’ero. Stavo male, avevo subito dei gravissimi torti e l’avv. Filacchione mi invitava a scappare, cosi come avrebbero desiderato i miei aggressori, mia moglie e i figli complici.
Ero indagato, una volta lontano da casa, un motivo qualunque e sarei diventato un ricercato. Chiara la volontà anche dell’avv. Filacchione di rendermi un animale braccato. Non mi fidavo più e per niente dell’avv. Filacchione ma ormai dall’iter lunghissimo della perizia grafologica
non si poteva tornare indietro, almeno cosi mi riferì lo stesso legale, e quindi, non rimaneva che aspettare.

3
L’avvocato Filacchione nell’udienza del 7/7/04 non faceva rilevare al Giudice l’urgenza del provvedimento, anzi, con una sua dichiarazione resa in corso d’udienza invitava a rimandare il tutto a dopo il periodo feriale (all. n°5) Era questione di vita o di morte e l’avvocato Filacchione se la prendeva comoda!
Sicuro che con la mia presenza in aula alla 2° udienza avrei fatto chiarezza sulla vicenda, preparo e invio al mio legale le mie contro deduzioni (All. n° 6) alla deposizione del Corriero. L’avv. Filacchione, a questo punto, revoca il mandato difensivo, senza spiegazioni, né motivazioni e senza darmi indicazioni per il prosieguo. Ignora pervicacemente le mie richieste di documentazione e mi invita solo a cercarmi un nuovo legale, “dimenticandosi” anche che gli avvocati costano.
Faccio presente, inoltre, che è difficile nella mia situazione trovare un nuovo difensore disposto a subentrare nella causa e quando gliene indico qualcuno, invece di mandargli o mandarmi la documentazione della pratica, si lancia in una serie di notizie tendenziose sulla mia persona (all. n° 7) e magari rilasciate da mia moglie e dopo avermi dichiarato di non avere con Lei nessun contatto. (all. n°

Faccio presente che contro mia moglie signora Caramia Cira e figli ho sporto Querela presso il Comando Stazione Carabinieri S. Cristoforo Milano in data 10 novembre 2004. Inoltre, ho presentato Ricorso per Separazione giudiziale contro mia moglie, in data 23 dicembre 2004, la quale mi ha risposto con un suo Ricorso per Separazione Giudiziale. Il Ricorso è di una demenzialità tale, cosi lontano dalla realtà dei fatti, esattamente l’opposto, che non può essere stato che suggerito a mia moglie, e con l’intento di infastidirmi, stancarmi, alfine di allontanare la resa dei conti con il complice Corriero e i poliziotti.

Da questa Querela salta subito all’occhio l’accomunamento dell’avv. Filacchione con mia moglie e i figli, in particolare sul silenzio che frappongono alle mie giuste rivendicazioni di chiarimenti. Rispondono sempre, e non direttamente, cercando di colpirmi sulla reputazione e a indebolirmi economicamente, tanto che il loro operato ha portato quasi alla miseria me e i miei stessi familiari, che, sicuramente complici all’inizio dell’azione criminosa del 4 maggio 2004, ora, credo, siano minacciati dai loro stessi complici, Francesco Corriero e il capo pattuglia del 113 intervenuto, i due primi e veri delinquenti di questa storia senza fine. Ma, altri, presumo, esortano, minacciano i miei per non arretrare sulla loro spietata contrapposizione nei miei confronti, per cui questa Querela valga anche come Denuncia verso ignoti per minacce nei confronti di mia mia moglie Caramia Cira e i figli Maurizio Russo e Isabella Russo.




Un branco di delinquenti e buoni a nulla, se non a menare le mani o a diffamare e calunniare, sta tentando di impossessarsi del Patrimonio di famiglia (ma, forse, c’è dell’altro) e non essendoci riusciti subito, (morte ) in quanto ho trovato la forza di rimettermi in piedi e reagire, tenta di mettermi al bando socialmente.


Segue...

 
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