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22 ottobre 1630 UNA TRAGICA VERITA' capitolo n.17

Post n°302 pubblicato il 01 Giugno 2024 da paolaassisi


Notte. I cancelli del ghetto erano chiusi. Grida. Ferrara vibrava di strida, di grida. Ovunque erano voci, richiami! Nel ghetto era un correre ed un cercare ed anche Padre Francesco accompagnato da due confratelli chiamava, cercava la bambina. Nella città le donne si guardavano impaurite e fra esse Donna Rachele piangendo incitava gli astanti a tutto guardare, ovunque cercare. E disperata faceva ispezionare il palazzo dove viveva ed apriva la porta nel vicolo anche, che dava accesso non visto al ghetto.

Persino Fra Anselmo incitava la gente a meglio guardare, tutto cercare e distribuiva torce perché nulla dalla notte fosse celato. Ovunque nel ghetto, ovunque in Ferrara crocchi di popolo riferivano la novella portata da Donna Rachele. Al finire del giorno, al calar della notte, la bambina chiamata più non rispose, più trafelata non corse. La bambina era scomparsa, forse inghiottita dal ghetto ove era vissuta, forse inghiottita fuori dal ghetto, quando ancora i cancelli erano aperti.

Trepidante la gente del ghetto ovunque cercava e scuoteva i cancelli tentando invano di aprirli per meglio cercare. Finanche nel castello vi erano dubbi e timori. La bambina che forse aveva visto chi aveva ucciso il Rabbino ma ancora non parlava era scomparsa. Scomparsa dopo che anche un frate venuto da Pomposa era stato ucciso. Rabbia. Timori. Cosa riferirà di Ferrara al Santo Padre Fra Anselmo? Perché rapire una bimba che più non parlava dopo forse avere visto? Chi?

Fra Anselmo si scosse. Certo la bambina era stata rapita. Da chi? Da chi era stato ucciso il Rabbino? Da un ebreo convertito? Forse che un ebreo convertito aveva ucciso il Rabbino? Perché? Per timore di essere sospettato di praticare ancora il culto della sua gente? In quel caso certo l’ebreo aveva tutto da temere perché dai Cristiani non avrebbe ottenuto pietà. Ma il Frate di Pomposa perché? E… e se invece il Rabbino fosse stato ucciso da un cristiano? Forse un debitore minacciato? E perché poi anche il frate venuto da Pomposa? Perché poi ogni voce, ogni passo muoveva attorno al palazzo di Donna Rachele che era si cristiana ma le mura della sua casa si aprivano sia sul ghetto che sulla via cristiana. E perché ora la scomparsa della bambina proiettava ombre oscure su tutti. Temeva il Vescovo di essere indicato al Papa, temeva l’Inquisitore di essere lui pure sospettato, temevano gli ebrei di avere nella comunità un traditore.

E fra tutti l’unica a piangere la scomparsa della bambina, l’unica a temere davvero per la sorte della bimba tanto amata, era Donna Rachele che non cessava disperata di distribuire fiaccole e inviti in entrambe le comunità di Ferrara.

E Fra Anselmo nel pieno della notte si chiuse nella sua cella a meditare. Quale strada vi era per la vera religione? L’odio o la ragione? Quali frutti portava davvero alla Chiesa la ricerca dell’eresia? Portava l’eresia pericoli per la Chiesa oppure la ricerca dell’eresia era di per sé il vero pericolo per la vera Religione?

Ama il prossimo tuo come te stesso.

Fra Anselmo tre volte scrisse questo sulla pergamena perché questa solo era la risposta da portare al Santo Padre al ritorno.

Ama il prossimo tuo come te stesso.

Chi è il prossimo mio? Chi mi ama? Il mio nemico è prossimo mio? Se gli ebrei odiano i cristiani possono essere loro stessi odiatori di ebrei? O i cristiani si perdono odiando il prossimo loro?

La notte ricolma di grida e di fiaccole, portava nella cella di Fra Anselmo nuovi pensieri.

Fra Anselmo chiaramente comprese che la scomparsa della bambina era dovuta solo a tre parole: denaro, odio e timore.

Per ritrovare la bimba bisognava superare l’odio verso il prossimo tuo e non avere timore dell’odio.

Per comprendere chi aveva rapito la bambina bisognava trovare il Deuteronomio che un servitore dell’Inquisitore aveva mostrato a Donna Rachele. Fra Anselmo non riusciva a comprendere come un servo dell’Inquisitore potesse possedere un tale tesoro né per conto di chi agisse. E certo quel libro non era nel possesso del Rabbino ucciso eppure era in possesso di qualcuno in Ferrara che aveva necessità di denaro ma temeva anche il Rabbino. E perché uccidere il frate di Pomposa?

Fra Anselmo nel pieno della notte spense la candela, trovata una fiaccola si diresse verso le guardie che presiedevano al castello esi annunciò deciso.

 


 
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