Creato da: la.luna.piena1 il 15/03/2014
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VITA E SPERANZA

Post n°336 pubblicato il 21 Dicembre 2025 da la.luna.piena1

La città si stava svegliando con un nuovo giorno. Le strade ancora semivuote dal solito traffico, vi si vedevano i pendolari che con vari mezzi di locazione iniziavano a dirigersi verso i vari posti di lavoro e il tutto era ancora semi silenzioso. Spostandoci verso la periferia vi troviamo vari edifici e a noi interessa solamente uno. Questo è un piccolo convento con circa 10 suore dedite alla vita clericale che si stanno dirigendo verso la piccola cappella per iniziare la giornata cantando le lodi. Loro sanno che una loro consorella è sempre in ritardo perchè ogni santa mattina deve combattere contro il sonno e quasi sempre vince quest'ultimo. Le ha provate tutte Suor Paola, così si chiama la protagonista, ma è sempre uscita sconfitta e oramai le consorelle l'aspettano con santa rassegnazione, alle lodi. Eccola, la vedono arrivare di corsa, mentre corre si sistema il velo e sembra che questa mattina non si sia dimenticata nulla. Chiedendo umilmente scusa dell'ennesimo ritardo, entrano tutte insieme e svolgono il primo servizio della loro particolare giornata che una di queste volte diremo con particolare precisione. Guardiamo queste sorelle che ad un certo punto della loro vita hanno deciso di lasciare una vita anche materiale, per dedicarsi al bene degli altri e ad una vita completamente diversa. Sono di varie età, la nostra eroina, non è la più giovane e tanto meno la più vecchia. Nella vita precedente voleva diventare una poliziotta, combattere contro il crimine, far arrestare i colpevoli e adesso anche con varie soddisfazioni aiuta le persone in difficoltà. Ovviamente non riesce a stare lontana dai crimini e apriti cielo se questi la vedono presente è ancora peggio. Come suora è molto affabile, ha sempre una buona parola e un consiglio per tutte le persone e sempre pronta ad aiutare.  L'unica che riesce a starle dietro e a capirla fino in fondo è una ex novizia diventata suora da poco che ha preso il nome di Suor Chiara. Suor Chiara fin da ragazza sentiva di avere la vocazione, sentiva che per essere felice doveva prendere i voti e andare in convento. I suoi genitori, all'inizio cercarono di boicottare questa sua vocazione convinti di farcela, poi si dovettero arrendere e avere la loro unica figlia sposa di Cristo.Suor Chiara aveva un carattere all'opposto di Suor Paola e loro due si completevano. Come la seconda era una perenne ritardataria alla mattina, una che raramente andava con calma nel camminare e fino a quando non vedeva risolto il crimine era in agitazione, la prima era considerata una perfettina come può essere perfettino un essere umano. Gli opposti si attraggono e alla fine queste due erano diventate quasi inseparabili e quasi sempre dove vi era una vi era l'altra. Le suore tra loro si chiamano consorelle e Suor Paola e Suor Chiara erano quasi due sorelle di sangue talmente la pensavano tra loro. Suor Paola, da brava persona mortale, non era diversa dalle altre e commetteva i suoi piccoli errori. Li commetteva a volte per la troppa fretta e a volte per distrazione quando la sua mente era impegnata a pensare al crimine. Di solito si spostava a piedi per le vie della città, ma purtroppo a volte si doveva spostare usando la macchina del convento. Questa macchina era una Panda che la suora precedente non le faceva fare più dei 40 km all' ora, mentre con Suor Paola raramente scendeva sotto i 60 km/h. Anche se correva un po' le sue uniche multe erano per divieto di sosta oppure per attraversamento zona Z.T.L. La polizia locale e l'altra polizia oramai conoscevano l'auto e quindi avevano smesso di chiamare il carro attrezzi e le multe erano di cifre ridotte. In quella zona vi era un commissariato di polizia con un commissario che aveva rinunciato a tenere lontana la nostra eroina dalle varie scene del crimine e, pur non ammettendolo perfino a se stesso, era contento del suo aiuto perchè sapeva che sotto quel velo vi era una mente che sapeva pensare e a trarre ottime conclusioni. Con i suoi sottoposti faceva in modo tale che credessero che non riusciva a sopportarla, ma se non la sentiva , dopo un giorno o due al massimo, le faceva arrivare alle orecchie il crimine commesso.Quella mattina dopo le lodi, le varie consorelle iniziarono a fare i servizi della giornata e la Madre Superiora, disse a Suor Paola di raggiungerla nel suo ufficio che le doveva dare alcune commissioni da fare in giornata. Quando la raggiunse in ufficio, la Madre, le mostrò delle multe da pagare e iniziò a fare la solita predica che entrambe sapevano che non serviva a nulla, ma un po' di facciata ci voleva. Le disse che per prima cosa era meglio se queste venivano pagate in giornata e poi doveva andare a ritirare alcune cose dal loro solito negozio di articoli clericali. Si raccomandò, prima di congedarla, di non prendere la macchina e caso mai di farsi accompagnare da Suor Chiara e di stare lontana dal commissariato di polizia. Suor Paola, che aveva appena pensato di fare una visitina al suo amico commissario, fece finta di non aver minimamente pensato a fare la famosa visita e salutandola come si deve uscì e andò alla ricerca della consorella.  La trovò che stava portando la roba della lavanderia a sstendere e quella asciutta a stirare a chi aveva il compito quella giornata e Suor Chiara le propose di aiutarla  per far si che finissero in breve tempo e che poi sarebbero libere di uscire. Così fecero senza sapere che se  fossero uscite prima non si sarebbero trovate in mezzo ad una situazione molto spinosa.....

 
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CONCLUSIONI

Post n°335 pubblicato il 02 Dicembre 2025 da paolaassisi

 

La piccola novella delle tre amiche è terminata, ma non nello stesso modo.

Vi sono infatti due finali diversi! Come in tante storie di Topolino

FINALE CAPITOLO 27

Secondo una di noi vi sono alcuni punti principali della novella: i simboli indecifrabili che comnpongono le parole del libro della mamma di Maddalena, le note musicali, il pianoforte, Peter, l'uomo misterioso che il papà di Maddalena teme, il papà, suor Camilla, Maddalena. Nel finale del capitolo 27 quattro personaggi raggiungono il giardino dell'Eden, che davvero esiste. Ma per entrarci bisogna attraversare il buio... L'uomo misterioso vi entra, ma ci si perde, scompare; il papà di Maddalena si accosta al buio, vi protende le braccia, non entra, non ancora;  suor Camilla vi entra, lo attraversa, entra nell'Eden ma nulla vede! La luce la accieca. Solo Maddalena entra nel giardino, lo rimira,  vede forse lontana la mamma ma non è il suo tempo... Passano gli anni. I simboli  altro non sono che lettere cadute dal libro e  vengono raccolte da chi ama Maddalena, Peter. Le poggia  sullo spartito e i simboli del libro che componevano parole divengono note musicali e la musica che dal pianoforte  scaturisce racconta il libro, la sua storia, il suo fine.

Perchè musica è un libro che parla parole, per chi le comprende.

FINALE DUE

Questo succederebbe se al primo ostacolo o alla prima fatica si rinunciasse ad ottenere ciò che si desidera, anche lottando.

Il giardino dell'Eden, se veramente è esistito, è ancora là ad aspettare una coppia di esseri umani  capaci di non cadere negli stessi errori che fino ad adesso abbiamo creduto di avere commesso. 

La nostra esistenza , la nostra vita,  o sorte non viene decisa dall'alto, da una entità che si vendica se si mangia il frutto proibito, bensì da noi stesse. 

Dicono che siamo dotati di libero arbitrio, che a differenza degli animali  noi non agiamo per istinto ma per raziocinio.

Siamo dotati di un cervello, lo possiamo e dobbiamo usare nel migliore dei modi, ascoltando la nostra coscienza per far sì che si possa costruire un mondo dove ogni zolla  di terreno, ogni angolo è il nostro Eden. Potrà mai succedere questa cosa? Non lo so, ma anche se le prospettive non sono delle migliori, io da buona ottimista ci spero.


Le tre amiche

 

 
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CAPITOLO 28

Post n°333 pubblicato il 23 Novembre 2025 da la.luna.piena1

Mai notte fu così lunga da far passare, per Maddalena, come quest' ultima. A volte si svegliava di soprassalto convinta che fosse almeno alba, ma vedendosi ancora circondata dalle tenebre, si sistemava e dopo un lungo sospiro cercava di riaddormentarsi. Finalmente arrivò l'alba e Maddalena fece una colazione molto rapida. Dopo un'oretta, suo padre e Suor Camilla decisero che potevano partire. In testa alla fila si mise il padre che era un po' più esperto a seguire le ombre e oramai non vi erano dubbi che chi li precedeva era da solo e dalla grandezza dello scarpone non era un uomo, essendo il piede piccolo.Per un paio di ore non videro niente di strano, anzi avevano capito che il distacco iniziale era diventato molto ridotto e decisero di stare ben attenti che forse in lontananza l'avrebbero visto/a. Ad un certo punto si accorsero di una serie di impronte, che provenendo da un'altra direzione si congiungevano con le impronte più importanti per loro. Le impronte appartenevano senza ombra di dubbio a un quadrupede e sicuramente di un felino.- Ovviamente pensarono ai più disperati avvenimenti; che fosse stata assalita, magari divorata, ma tutto ciò non poteva essere accaduto perchè non si vedevano tracce di lotta, e soprattutto nemmeno una goccia di sangue sul terreno. Il fatto più sorprendente e che faceva pensare era che  da quel punto le coppie di impronte proseguivano parallelamente come se l'animale avesse deciso di accompagnarla e magari di proteggerla. Sembrava tutto assurdo, impropabile, ma se ci pensavano un attimo potevano dire che perfino il luogo dove si trovavano era assurdo, irreale. Un'ora dopo che si erano fermati per riposare e mangiare qualcosa videro in lontananza due puntini in movimento e che dovevano essere per forza ciò che stavano seguendo.Erano talmente intenti a controllare le impronte che non si accorserodel cambiamento quasi repentino del territorio. L'erba che fino ad ora si divideva il territorio con rocce e sabbia, adesso aveva preso il sopravvento e anzi era cresciuta più rigogliosa dell'altra. Naturalmente  aumentava la difficoltà di seguire le orme, anche perchè, l'erba calpestata dalla coppia non restava schiacciata a lungo. Oltre al verde dell'erba vi crescevano fiori di ogni specie e di ogni colore. L'aria era satura di vari profumi, a volte che si sentivano appena e a volte davano un lieve mal di testa talmente erano intensi. Finalmente decisero di fermarsi e di riposarsi un po'. Anche se volevano con tenacia e ostinazione andare avanti nell'inseguimento, non avevano un briciolo di forza nei loro muscoli e quindi era necessario fermarsi. Stranamente non videro ne la luna e le stelle, ma verso l'Una videro che non troppo lontano da loro bruciava un falò. Partirono prima che il falò in lontananza fosse spento e muovendosi velocemente arrivarono nei paraggi del bivacco. Videro un corpo avvolto in una coperta che stava ancora dormendo e accovacciata vicina c'era una pantera che muoveva il capo velocemente  come per controllare l'arrivo di eventuali nemici. Con estrema cautela si avvicinarono e aspettarono che la persona si svegliasse e che vedendoli seduti abbastanza vicino non avesse paura e che magari li facesse assalire dal suo felino di guardia.
Non dovettero aspettare molto prima che la persona iniziasse a muoversi nel sonno. I tipici movimenti che qualsiasi essere umano fa quando sta per lasciare il mondo dei sogni. Quando li vide, stranamente non fece nulla che indicasse che fosse spaventata e anzi sorridendo fece cenno a loro di avvicinarsi e di mettersi vicini al fuoco per scaldarsi un po'. Purtroppo non era la persona che Maddalena e suo padre speravano che fosse,delusi e amareggiati chiesero se potevano fare delle domande. La donna, che dimostrava la stessa età della Suora, si chiamava Lia ed era una collega di studi della madre di Maddalena. Lei e Lia erano partite da alcuni mesi e dopo varie traduzioni erano convinte di aver trovato un posto mitologico, fuori dal mondo. Volevano dimostrare che il Giardino terrestre , come era conosciuto dalla persona credente ,non esisteva. Esisteva un luogo misterioso, irreale, forse nato da coincidenze temporali che avevano fatto nascere e sviluppato una storia incredibile, ma presa vera dalla gente perchè la gente , in momenti bui della loro esistenza devono credere al soprannaturale per riuscire ad andare avanti. Lo so che era un concetto da atea e da persona razionale e che miliardi di persone non ci avrebbero creduto, ma peggio per loro se volevano rimanere nella ignoranza dove la chiesa li aveva buttati. Alla domanda  di dove era finita la madre, Lia rispose che stava bene, non era lontana da dove si trovavano e ovviamente , non essendo soddisfatta delle mancate risposte alle sue domande, stava lavorando per avere delle risposte migliori e che sarebbe stata ben felice di accompagnarli fino al posto dove si trovava. Finalmente Maddalena potè dare libero sfogo alle lacrime per scaricare tutta la tensione, il dolore provato in tuti questi anni e fu la prima ad alzarsi e a volersi incamminare verso sua madre....

 
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CAPITOLO 27

Post n°332 pubblicato il 09 Novembre 2025 da paolaassisi


La fiammella vibrava di pallida luce nella stufa di coccio ed ombre si spargevano nella grande camera che era stata di Viy e nel dormiveglia di nuovo Maddalena ricadde portata dal mondo che fu e che più non era. E rivide il grande giardino fors'anche ricordo della sua corsa nel correre dietro quell'ombra, che forse di mamma era. E non so bene cosa Maddalena credette ricordare ma oggi dice che quel giardino era difficile da raggiungere perchè prima del prato vi era sabbia. Ricorda la sabbia, ricorda i piedi affondare nella sabbia correndo dietro quell'orme di piccoli piedi e ricorda che che anche Suor Camilla ed il suo papà correvano in quel deserto di sabbia. Ed alla fine ricorda avere visto un'ombra. Un'ombra che pure correva nella sabbia e quell'ombra ricorda avere le fattezze di un uomo. Dell'uomo. Dell'uomo che tanti anni prima era venuto nella casa e dal quale il papà era fuggito. E nel dormiveglia ricorda quell'uomo correre anch'esso sulle piccole orme di piedi che Maddalena tanto cercava. Poi fu buio. Una coltre di buio inghiotti l'ombra dell'uomo. Il buio era un muro privo di colori e di suoni e nel buio scomparve quell'uomo. Giunsero infine al margine del buio ed il papà non ebbe il coraggio di entrarvi e allora Suor Camilla e lei stessa varcarono la soglia del buio ed apparve la luce. La luce che subito apparve parve accecare suor  Camilla che in ginocchio cadde ma Maddalena ricorda avere visto una miriade di colori luminosi e ricorda in essi essersi addentrata sentendo suoni che donavano serenità e, lontrano, di nuovo la vide. O credette vedere... si. Lei... e cercò raggiungerla....

Null'altro ricorda Maddalena. Ma lentamente ricorda avere visto baluginare la fiamma nella stufa di coccio. Allora allungò la mano verso Peter nel grande lettone, ma Peter non c'era. Era sola Maddalena nel grande lettone. Non riusciva a ricordare bene il suo sogno ma ricorda avere sognato che il papà non riusciva a varcare la soglia del buio, allungava le braccia nel buio, cercava penetrarvi come già Maddalena aveva visto quando il papà cercò di afferrare  la nuvola di libro. Ma quella nuvola era solo copertina di libro, vi era scritto Eden in alto, più in basso, Vita. Ma le mani del suo papà non riuscirono a penetrare la nuvola di libro. Suor Camilla, Maddalena ricorda che riuscì ad aprire il libro ma non riuscì a vedere null'altro che pagine bianche....

Tepore. Profumo di legna bruciata. Profumo di quiete, profumo di silenzio, profumo d'amore. 

No. Un suono. Cosa è questo suono che da lontano invade la stanza... Si girò nel lettone. Si girò per sentire meglio quel suono. Era suono di piano. Noooo Noooooo! era il pianoforte di Kiy che dopo tanti anni suonava! Era Peter certo a suonare ma Maddalena mai aveva sentito suonare quel canto! Allora veloce discese dal grande lettone e si accostò alla porta. 

Certo, il suono appariva lontano, come immerso nella notte. Ed aprì la porta. E vide di fronte che la porta della biblioteca di Kiy era aperta. E nella biblioteca ardeva una candela. Ma il suono alla luce di quella candela sembrava prendere forma e nella grande libreria le ombre danzavano sulle copertine dei libri ed essi sembravano come animarsi. No, no.

No, i libri davvero sembravano animarsi alla pallida luce della candela. Le copertine vibravano di colori e d'ombre e al vibrare della fiammella mutavano forme e colori e sembravano vivere di vita! La biblioteca sembrava vivere di luci e colori danzanti al suono del pianoforte o fors'anche era il piano a danzare la danza della fiamma e forse i colori delle copertine dei libri non danzavano la danza della fiamma ma danzavano la danza del piano! 

Maddalena non aveva il coraggio di aprire la porta della sala nella quale certo Peter suonava il piano. Temeva interrompere la danza delle note  dei colori. Allora per meglio vedere, per meglio sentire, sedette nella grande poltrona di Kiy e più profondamente ascoltò guardando. E fu come avvolta da miriadi di voci, talora di bimbo, di donna, di uomo! Voci che parlavano parole scomparse, voci che non erano voci ma erano note e le parole esprimevano gioie, dolori, attesa, amore. 

Allora Maddalena decise. Senza andare verso la porta si avvicinò alla grande libreria di quercia, quella altissima nella quale Kiy aveva riposto i libri più belli e  preziosi. Maddalena mai aveva osato sfiorare quei tomi e quei tomi in quella libreria di quercia, così alta, preziosa. Meno degli altri sembravano cercare i colori della fiamma della candela e meno degli altri sembravano vibrare al suono delle note del pianoforte. Stavano ritti, fermi, immobili. Stavano in fila come appoggiandosi l'un l'altro per non cadere. Come temessero precipatare da quella libreria così alta, così scura, così vecchia. 

No, non è vero. Non tutti si appoggiavano l'un l'altro nel timore di cadere. Due libri si ergevano dritti. Si ergevano coraggiosi vibranti nel buio di colori d'arcobaleno come corazzieri coraggiosi che sanno essere orgoglio e difesa. Si ergevano dritti. Lasciando uno spazio. 

Si,Maddalena vide lo spazio. Fra i due libri, cosiì alti, così grandi, così coraggiosi vi era uno spazio. Fra essi, mancava un libro.

Si guardò attorno. Cercò nel pavimento. Que libro non era caduto. Non vì era quel libro mancante. Dov'era quel libro?

Note. Non aveva mai sentito quella musica Maddalena. Le note scorrevano nella grande biblioteca facendo danzare la fiamma. Ma Maddalena non sapeva danzare la danza della fiamma. Non sapeva danzare le danze delle note. 

Ed allora si accostò alla porta. Al di là della porta vi erano note. Note palpitanti vi erano dietro la porta che sembravano sussurrare: Vieni

Vieni, sussuravano le note, apri dicevano le note.

E maddalena aprì.

La sala vibrava di fiammelle, fiammelle di miriadi di candele e fra esse Maddalena vide Peter. Peter al piano e suonava. Era Peter a fare danzare la fiamma delle candele. E sul pianoforte, bianco, sembravano danzare lettere. E Maddalena vide il sacchettino. Il sacchettino che Suor Camilla, tanti anni prima, tanti anni prima aveva riempito con la montagnola di lettere cadute dal libro trovato. Ed al suono del pianoforte le lettere prendevano vita e come volteggiando nell'aria lievi danzavano verso la tastiera e si ponevano sul libro.

Maddalena riconobbe quel libro. Era il libro trovato nel viaggio. Sulla copertina due sole parole: Eden ---- Vita. E il libro era aperto sul piano come fosse uno spartito.E le pagine dello spartito erano bianche, ma le nere lettere lievi si posavano sullo spartito e Peter suonava quello spartito venuto da un tempo finito, ma vivo, donante armonia.

Maddalena vide. Tacque. Silenziosamente si pose dietro le spalle di Peter e guardò le note che Peter suonava ma lei non sapeva leggere note, sapeva leggere parole. E mentre Peter suonava note, Maddalena lesse il libro scritto da note, parole. 

E lesse il libro dell'Eden. 

Che è Vita.


 

 
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CAPITOLO 26

Post n°331 pubblicato il 26 Ottobre 2025 da la.luna.piena1

Iniziarono a guardarsi intorno e a darsi un'idea di dove erano arrivati. Davanti a loro si estendeva un terreno verdeggiante e senza nessun albero. In lontananza si intravedevano piante che potevano essere alberi, ma non si capiva quanto erano lontani. Decisero di fermarsi ancora un po' e poi iniziare una nuova camminata per cercare di arrivare a scoprire qualcosa di nuovo. Qualcosa però decise al posto loro e infatti piano piano, senza nessuna avvisaglia, caddero in un sonno profondo. La prima a svegliarsi fu Maddalena che andò subito a svegliare i due adulti. Nessuno  dei tre si ricordava di essersi assopito, il torpore del risveglio, cedette subito il posto alla urgenza di fare qualcosa e nessuno si ricordava di aver sognato qualcosa e l'unico pensiero che avevano nella testa era: siamo vicini alla meta finale. Il padre di Maddalena diede un'occhiata all'orologio e con un crescendo di paura si accorse che questo era fermo. Basandosi sulla luce che vedeva pensò che oramai era passata l'alba da un po' di tempo. Presero dal loro zaino le loro bussole e anche con queste ebbero un'amara sorpresa: l'ago magnetico roteava ad una velocità impressionante e ogni tanto si fermava per indicare una direzione per poi ricominciare a roteare. Dove si fermava, era l'indicazione per il nord oppure era una direzione qualsiasi? Questa era la domanda che adesso si facevano. Suor Camilla, li guardò e con un sorriso sulle labbra disse di non preoccuparsi perchè la bussola non indicava un eventuale nord, ma bensì indicava la posizione del giardino. Oramai erano quasi alla meta e non dovevano mollare  le speranze proprio adesso che erano vicinissimi. Nel giro di un'ora avevano fatto colazione e messi gli zaini in spalla erano pronti per ripartire. Questa volta Suor Camilla apriva la mini colonna, con il padre di Maddalena che era prontissimo ad intervenire in caso di qualsiasi pericolo. Camminarono un bel po' e si trovarono a percorrere un sentiero che scintillava  a causa di minuscole pepite che erano per terra e che riflettevano la luce del sole. Si fermarono per dare un'occhiata e poi vedendo che questo fantomatico oro non era altro che pirite( chiamata anche l'oro degli stupidi)si avviarono per il loro cammino. All'improvviso si trovarono di fronte ad un pericolo inatteso. Senza notarlo, Suor Camilla stava per pestare un serpente che sonnecchiava nell'erba. Fece appena in tempo a fare un salto all'indietro prima che questi si mise in posizione per attaccare. Intervenne il padre di Maddalena che riuscì a colpirlo con un calcio e poi di ucciderlo usando una pietra. Alla fine, verso mezzogiorno le loro fatiche erano finite e finalmente si trovarono di fronte il biblico giardino dell'Eden. A guardarlo bene in fondo sembrava un qualsiasi giardino nella norma, ma ognuno dei 3 sentiva che non era vero e le sensazioni che provavano erano ben diverse dalle solite sensazioni. C'era una fresca umidità nell'aria e senza accorgersene ognuno di loro iniziarono a girare per il giardino allontanandosi l'uno dall'altro. Ognuno di loro volevano risposte alle loro domande. Quella che ne aveva di più era Suor Camilla; oramai aveva il dubbio che da questo giardino non era nata la civiltà umana come diceva la Bibbia e quindi chi aveva fatto nascere questo giardino che era stato cercato, ipotizzato, ma nessun fino ad ora era riuscito ad avere la prova concreta della sua esistenza? Che fosse l'Eden ne aveva la certezza, voleva pensare da religiosa, da una persona che aveva donato il suo modo di vivere ad una entità che prendeva nome di Dio, ma si accorse che stava guardando la fisionomia da studiosa. Pensò che il giardino poteva essere nato nella notte dei tempi quando il nostro pianeta era sterile e da questo posto era partita una forza vitale piena di semi di ciò che sarebbe accaduto. Il padre di Maddalena e Maddalena stessa, il giardino interessava ben poco perchè la loro domanda era quasi la stessa: potrebbe essere qui mia moglie e mia mamma? si dice che la speranza è l'ultima a morire e mai detto fu così appropriato. Fu Suor Camilla che se accorse per prima e con voce alta li chiamò; aveva trovato delle impronte  di piedi umani che si indirizzavano in un'unica direzione. Erano impronte di un piede piccolo, chiuso in un scarpone con suola rinforzata e dalla grandezza del piedi il cuore di Maddalena fece un battito più forte degli altri e un' unica parola le venne alla bocca: Mamma. Le orme indicavano che la persona  era in buona salute perchè non trascinava la gamba e procedeva lenta, ma costante. Senza indugio si misero dietro alle orme e si misero a seguirle stando ben attenti a non perderle di vista. Dopo un paio di ore videro verso l'orizzonte una figura che continuava a marciare e dall'aspetto sembrava una figura femminile. Provarono a gridare per farsi sentire, ma la lontananza era tanta e il vento non aiutava a propagare le onde sonore. Purtroppo per loro si resero conto che le ombre del tramonto scendevano inesorabili e pur a malincuore dovettero decidere di fermarsi per evitare di andare fuori pista  e di perderle completamente. Sarebbe stata un'atroce beffa del destino proprio adesso che erano vicinissimi alla soglia del traguardo. Mai tempo fu così lento nel passare. Non riuscirono a dormire e a riposare come volevano e alla mattina si svegliarono ancora più stanchi di quando erano andati a dormire. maddalena non voleva fare colazione, ma iniziare subito a camminare per raggiungere colei che sperava fosse sua madre, ma pur a malincuore dovette fare colazione. Suor Camilla le disse che anche la persona che stavano seguendo si era fermata a dormire e forse anche adesso stava dormendo e poi se non metteva qualcosa nello stomaco invece di camminare velocemente si sarebbe stancata molto prima e avrebbe accumulato dell'altro ritardo. Maddalena sapeva che la Suora aveva ragione, però la voglia, il desiderio di ricongiungersi con la madre era tanto che tutto il suo corpo voleva partire, correre e raggiungere  colei che li avanzava. 

 
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