Il 21 maggio la polizia della Tanzania arrestò Richard Baalow, un portavoce Hazda ed attivista che stava tentando di aiutare le comunità ad esprimere la propria opposizione alla vendita di terra ad una famiglia reale degli Emirati Arabi Uniti per utilizzare la terra Hazda come “territorio personale di caccia”. Philip Marmo, un burocrate Tanzaniano, affermò che una vicina area di caccia della famiglia reale utilizzata insieme ai familiari sarebbe diventata “troppo popolata” e che un membro della famiglia reale Abu Dhabi “indicò che era sconveniente” e richiese questa parcella per uso proprio. Marmo chiamò “retrograda”la gente Hazda e disse che beneficerà della scuola, delle strade e d’altri progetti che gli EAU hanno offerto come compensazione. “Vogliamo che vanno a scuola”, disse Marmo. “Vogliamo che si vestano. Vogliamo che sono decenti”. Un simile contratto con un’altra compagnia finì con dozzine d’uomini Hazda arrestati per avere cacciato nella propria terra. Tre degli uomini morirono di malattia in prigione e tre altri poco dopo la liberazione.
Mentre per migliaia d’anni sono sopravvissuti all’arrivo dell’agricoltura, del metallo, dei fucili, delle malattie, delle missioni, dei bracconieri, degli antropologi e studenti, dei giornalisti cretini, delle case in lamiera e delle irruzioni di tribù pastorali che spesso li imitarono per farsi pagare dai turisti, la gente Hazda, tenace come il legno che tuttora accendono con i bastoncini, teme che l’affare dei Safari sarà la loro fine. “Se arrivano da queste parti, periremo tutti definitivamente”, disse Kaunda, un uomo Hazda che tuttora caccia con frecce avvelenate fatte a mano. “Morirà la nostra storia e la gente Hazda sarà cancellata dalla faccia della terra. Siamo molto in ansia”.
La gente Hazda è molto mobile e vive in remoti insediamenti di due o tre famiglie disperse nella vallata. Non hanno gerarchie o capi, sopravvivendo come buon’indicazione delle possibilità della vita paleolitica e per future applicazioni primitive. Nella sua descrizione del domicilio della gente Hazda, Adam Levin dice, “Molti decenni or sono, questo Giardino dell’Eden era pieno di selvaggina. Immagino che la gente Hazda che vi viveva, aveva poche difficoltà per condurre uno stile di vita invidiabile cacciando, raccogliendo, condividendo, facendo baldoria e dei bei viaggi psiconautici, e chiacchierando in Clickout, il loro linguaggio basato sugli schiocchi. La loro dispensa era riccamente fornita. Ed i tediosi concetti di tempo, d’economia monteria, di nucleo famigliare e d’etica vittoriana del lavoro non fecero che complicare la delizia della loro semplice esistenza. Che era come quella d’Adamo ed Eva, penso. Prima della mela”. “Quale bisogno c’è del tempo?” chiese Kaunda. “Ti svegli, ti prendi il miele. A che cosa ti serve il tempo?”
Gente Indiana