Creato da marcoaurelio78 il 01/06/2010

IO E LA MIA ESSENZA

Viaggio nei pensieri di una donna ...

 

 

Buon 2020 ...

Post n°934 pubblicato il 14 Gennaio 2020 da marcoaurelio78

 

Venerdì scorso, ore 12.30.

Di rientro dall'ufficio, bella carica, con la mia musica a manetta, insultando quelli che andavano a 30 all'ora sulla tangenziale scorrevole ad una corsia .

Non mi ero avveduta della circostanza che un bel po' di macchine dietro viaggiava una pattuglia della Polizia Stradale.

Al terzo sorpasso su linea continua a più di 100 km/ora con il limite di 70, entrando in galleria mi vedo dietro arrivare due lampeggianti e puntare un faro bianco . Alla prima rientranza accosto e mi fermo. Dall'auto della polizia scende un agente che, nonostante io abbia abbassato il finestrino, apre di onda la portiera del passeggero e mette dentro la testa.

P1.= Poliziotto 1   P2.= Poliziotto 2    D.= Dany

P1.: (Fulminandomi con lo sguardo) Lei sta andando troppo veloce, ha sorpassato su linea continua e sta guidando in maniera pericolosa

D.: Eh ...

P1.: Dove sta andando????

D.: A casa ...

P1.: Dove abita?????

D.: A Xxxxxxxxxx ...

P1.: E' qui a 10 minuti ... non c'è bisogno di correre ... va tranquilla e con calma arriva a casa ...

D.: (Mimando il gesto di avercene i maroni pieni ) Eh ma vanno tutti piano ...

P1.: Mi serve patente, libretto e assicurazione

D.: (Tirando fuori i documenti dal cruscotto)

P1.: Senta ... qui in galleria c'è rumore ed è molto inquinata ... esca alla prima uscita e si fermi al primo spiazzo, noi la seguiamo

Riparto (piano ), esco alla prima uscita e, mentre cerco lo spiazzo per fermarmi, con una manovra degna di Alonso mi sorpassano e si mettono davanti, casomai avessi intenzione di scappare .

Ci fermiamo e io rimango buona in auto pregando i santi del paradiso tutti insieme . Loro scendono dall'auto e quello più anziano inizia a scrivere qualcosa appongiandosi sul cofano della loro auto. Ad un cenno scendo dalla mia auto e mi avvicino.

P2.: Prego!

D.: Siiiiiii

P2.: Ha qualcosa da dichiarare???? 

D.: Dipende ...

P2.: Le viene contestato il sorpasso su linea continua. La sanzione è 29,40 euro se paga entro 5 giorni.

D.: (Minchia che kiul ) E i punti?

P2.: 2 punti.

D.: Eh dai ... è andata bene

P2.: Ha fatto diversi sorpassi su linea continua

D.: Eh ... ne ho fatti due

P2.: Veramente ne ha fatti 3!

D.: Ah beh ... se Lei ne ha contati 3 ...

P2.: No perchè ... il primo passi ... il secondo mmmmmmm ... ma al terzo ...

D.: Che tra l'altro ... quando sorpasso guardo sempre dietro, ma non vi ho proprio visti ...

P2.: Eravamo ben nascosti!!!!

P1.: Che poi ... non c'è bisogno di correre ... abita qui vicino ... cosa corre a fare????

D.: Eh ... ma ho una macchina sportiva ...

P1.: Eccerto ... ogni tanto bisogna fare un'accelerata vero????

D.: (Con una faccia da parakiul incommensurabile) Eh ... comunque ... non dico altro ... avete ragione, ovviamente

P2.: Ma lei può dire tutto quello che vuole!

D.: (Con una faccia tosta impressionante) Eh ... meglio di no ... che quello che dico potrebbe sempre essere usato contro di me ...

P2.: Certe cose succedono solo nei film! (Della serie: la pianti di dire castronerie ) ... Dai ... Firmi!

D.: (Firmando con nonchalance)

P2.: Buona giornata, arriverderLa!

D.: (Speriamo di no ) Buona giornata a voi

D.: (Ripartendo piano) Signore ti ringrazio per la tua clemenza ...


 
 
 

Pace interiore ...

Post n°933 pubblicato il 16 Ottobre 2019 da marcoaurelio78

 

 

E' un dato di fatto che viviamo in un mondo completamente proiettato sull'esteriorità, sull'apparire e sul possedere cose materiali che, secondo quanto cercano di inculcarci ogni giorno, ci porteranno alla felicità.

Difatti siamo una società di persone altamente infelici.

Il guaio è che continuiamo a correre inseguendo qualcosa che non raggiungeremo mai invece che fermarci un attimo a fare una riflessione.

Io mi sono fermata e la riflessione l'ho fatta. E  anche bella profonda in verità (voi speravate eh ... ).

Pur non avendo personalmente mai legato la mia serenità al possesso di cose materiali o al raggiungimento di determinati obiettivi professionali, mi sono comunque ritrovata dentro questo vortice. Vuoi perchè sono un'esteta e mi piacciono le cose belle, vuoi perchè forse non mi sono fermata prima a farmi determinate domande.

E mi sono fermata non perchè mi sentissi infelice o non realizzata. Però sentivo dentro una sorta di inquietudine che mi portava ad avere anche atteggiamenti un po' aggressivi a volte e non capivo cosa mi stesse succedendo.

Mi sono fatta delle domande ma continuavo a non capire. Allora ho deciso di fare una cosa che non insegna nessuno: ho lasciato che questa inquietudine prendesse piede dentro di me e mi guidasse.

Immediatamente ho sentito il bisogno di isolarmi un po', di allontanarmi da alcune situazioni e soprattutto da alcune persone con le quali non mi sentivo a mio agio. Questa estate, durante le vacanze, ho trascorso diversi momenti da sola, con i miei libri e la mia musica. E facendo attività "materiali" che non mi impegnavano la mente, tipo cucinare o pulire la casa.

Paradossalmente non ho sofferto per nulla di solitudine, come invece pensavo, ma ho iniziato a sentirmi ogni giorno più tranquilla e serena.

Poi, giorno dopo giorno, sono iniziate a succedere cose non previste.

Nella mia vita sono entrate persone nuove con le quali mi sento completamente in sintonia.

Le persone con le quali non mi sentivo "in linea", per un motivo o per l'altro, si sono gradualmente allontanate.

Quando non sono d'accordo su una cosa qualsiasi, ha iniziato a venirmi naturale dire la mia opinione senza avere paura di essere giudicata.

Sul lavoro sono molto più centrata ed il mio livello di stress è sensibilmente diminuito.

Magicamente ho iniziato a sentirmi in pace. Ad avere la serenità dentro.

Non posso spiegare esattamente cosa provo ma posso dire con certezza che è un qualcosa che non ho mai provato ed è impagabile.

Questo ovviamente non significa che il "materiale" non ha più importanza (negozianti, venditori di auto e tour operator state pur tranquilli ). Però non è questo che determina chi sono.

Chi sono è ciò che sono dentro, a prescindere da tutto. Sono io, con le mie luci e le mie ombre. Con i miei angeli ed i miei demoni.

Ed è una consapevolezza meravigliosa ed indescrivibile.

 
 
 

Le cose da mettere in valigia

Post n°932 pubblicato il 23 Settembre 2019 da marcoaurelio78

 

 

Negli anni è molto cambiato il mio modo di preparare la valigia delle vacanze e soprattutto il contenuto.

Ricordo ancora, da ragazza, un anno che sono andata al mare per 2 settimane con il mio fidanzato ed i suoi genitori. Suo padre ha emesso un grugnito quando ha visto la dimensione della mia valigia , al che abbiamo pensato bene di tenergli nascosto che dentro c'erano ben 12 paia di scarpe e una trentina di abiti. Praticamente ho traslocato.

Le scuse sono sempre state le stesse. "Eh ma se poi mi sporco mica vorrai che mi metta a lavare in vacanza!" ... "Eh ma se poi cambia il tempo e fa freddo questo mi serve" ... "Eh ma metti che magari mi capita l'occasione questo vestito è fantastico e mica vorrai che lo metta con scarpe che non sono abbinate" ... "Eh ma tanto questo occupa poco spazio ...".

Di modo che sono sempre partita con delle valigie più grandi di me e tornata con metà cose intatte.

Un'altra volta, un po' di anni fa, sono partita con un caro amico che in una vita precedente di sicuro è stato una donna, visto che aveva pure lui una borsa apposta per le scarpe. Morale della favola: nel baule non ci stava più neanche uno spillo e, quando abbiamo aperto il portello all'arrivo, praticamente c'è stata un'esplosione.

I primi problemi seri sono iniziati quando ho cominciato a viaggiare in aereo, visto che esiste la franchigia bagaglio . Le prime volte è stata una guerra. Ho anche usato la tattica del fare la gnorri al banco del check-in attribuendo la colpa alla mia bilancia di casa che non pesava correttamente .

Ho poi avuto la brillante idea di comprare una bellissima valigiona con le rotelle e con il manico allungabile, per facilitare le manovre di trasporto. Peccato che sia più grande di me, che dentro ci stia l'universo e che quando la riempio tutta può arrivare a pesare più di 30 kg. E' vero che grazie alle rotelle la tiro senza problemi, i guai iniziano quando la devo sollevare per metterla su e per tirarla giù. Praticamente mi serve la gru (che fa anche rima ).

Da quando viaggio da sola a volte incontro qualche uomo cavaliere che, mosso da pietà, si offre per darmi una mano. Ma ad un certo punto ho realizzato che non è che si potesse andare avanti così ...

E quindi, negli ultimi viaggi che ho fatto, vuoi anche perchè una volta ho preso una sonora badilata di extra per il sovrappeso , ho iniziato a scremare e a cercare di prendere solo ciò che davvero potrebbe servirmi. Qualche guerra con la bilancia la faccio sempre, ma l'ultima volta sono riuscita infinamai a stare sotto la franchigia bagaglio di 1 kg. Non credevo ai miei occhi ...

Ho sempre sorriso pensando alle persone che fanno quei lunghissimi viaggi erranti solo con lo zaino in spalla e mi sono domandata come facessero. Non l'ho ancora capito eh ... però in effetti mi sono resa conto che in generale abbiamo forse un attaccamento a volte eccessivo al materiale e al superfluo. Lungi dall'essere una critica eh, solo una mera constatazione. Anche perchè io mi ci metto per prima.

Ciò detto, sabato mentre preparavo la valigia mi sono vorticosamente girati i maroni perché non so cosa prendere su da mettermi la sera e perchè probabilmente l'abbigliamento da tennis pesa troppo e devo lasciarlo a casa .

Ho la vaga sensazione di essere senza speranza ...

 
 
 

Che rumore fa la felicitą

Post n°931 pubblicato il 19 Settembre 2019 da marcoaurelio78

 

 

Ovunque io mi giri, qualunque dicorso ascolti, ho la netta percezione che sia opinione comune che il raggiungimento della felicità sia sempre legato al perseguimento di uno scopo.

Molto spesso di natura materiale, quindi il fatto di arrivare a possedere una bella casa, quella certa marca di auto, i vestiti, i locali di un certo tipo, i viaggi. In altri casi anche obiettivi di natura più "spirituale", ossia il superamento di nostri limiti che magari consideriamo difetti, l'allontanamento di persone che abbiamo intorno, la fine di situazioni che ci fanno soffrire. E via discorrendo.

A mio avviso è proprio questo tipo di mentalità che ci ha portati ad essere una società di persone fondamentalmente insoddisfatte e sempre alla ricerca di qualcosa che non raggiungiamo mai.

E questo perché, con la mia esperienza di vita, un bel giorno ho realizzato che la felicità non è una meta, bensì un percorso. E' uno stato dell'essere, dell'anima, della parte più interna e nascosta di noi e, come tale, ha il potere di prescindere da qualsiasi evento esterno. Siamo noi che, legando questo stato ad un qualcosa di "esterno" inevitabilmente ne precludiamo il raggiungimento.

Perché, chissà come mai, una volta che abbiamo acquistato la casa che volevamo, dopo un po' ne desideriamo una più grande o messa in un posto diverso. Una volta che abbiamo acquistato quell'auto che tanto ci piaceva, esce un nuovo modello e allora abbiamo desiderio di cambiarla. Una volta che abbiamo fatto un viaggio in un posto ci viene voglia di andare ancora più lontano.

E infatti, guardandomi intorno, vedo una società di persone infelici e che continuamente anelano a qualcosa che cambia in continuazione.

La felicità è ben altro. E' uno stato dell'anima, del nostro mondo interiore. E' un qualcosa che prescinde da tutto e da tutti, e che dipende unicamente dal rapporto che noi abbiamo con noi stessi. Più noi mentiamo a noi stessi, più ci raccontiamo bugie per giustificare le cose della nostra vita che non ci piacciono ed il fatto che non facciamo nulla per cambiarle, più siamo infelici.

E allora la ricetta magica qual'è, mi chiederete voi.

Io non ho di certo tutte le risposte e nemmeno posseggo ricettari segreti.

Credo personalmente però che la strada da percorrere sia quella di cercare di slegare i nostri stati interiori da ciò che sta fuori di noi. Di guardarsi dentro con sincerità ed onestà ed imparare a stare con tutte le parti di noi, anche quelle che ci piacciono di meno. Di imparare a non soffocare ciò che veramente vogliamo e soprattutto ciò che veramente siamo in nome di qualcosa dettato dall'esterno che non abbiamo deciso noi.

E soprattutto di renderci conto che quando stiamo male e quando siamo infelici non è perché non abbiamo raggiunto un obiettivo che ci eravamo prefissati.

E' perché non stiamo ascoltando la nostra vera natura.

 
 
 

L'estate di San Martino

Post n°930 pubblicato il 12 Settembre 2019 da marcoaurelio78

 

Solitamente, alla fine del mese di agosto, con le vacanze agli sgoccioli e il rientro al lavoro imminente, mi pervade un senso di malinconia e di come se ci fosse qualcosa che viene perso. Senso di malinconia che quando riesco cerco di arginare concedendomi una settimana di vacanza aggiuntiva alla fine di settembre, con lo scopo di "prolungare" l'estate e di cercare di portarne il più possibile i benefici nel lungo inverno.

L'importante è che la suddetta settimana non si riveli un incubo, nel qual caso torni che sei più stressato di quando sei partito  e poi l'inverno ti sembra ancora più lungo di quello che è. A tale scopo consiglio fortemente di partire solo con persone che sai già non ti intossicheranno la vita, diversamente vale il detto della mia adorata nonnina "meglio soli che male accompagnati". Ovviamente, qualsiasi riferimento a persone e fatti realmente accaduti è puramente casuale ...

Per me estate significa fondamentalmente lavorare tantissimo, perchè maggio, giugno e luglio sono i mesi più intensi per la mia professione. Alla fine dei quali sono generalmente esaurita nel corpo e nello spirito, per cui il mese di agosto lo uso per rigenerarmi.

E quindi vacanza significa fondamentalmente: niente sveglia, pochi programmi, libri da leggere a volontà, stare un po' di più con gli amici e, possibilmente, meno rotture di maroni possibili (il che è fondamentale ).

Agosto è il mese in cui la maggioranza degli italiani va in ferie, i prezzi triplicano e in giro c'è il mondo per cui io, che notoriamente sono molto poco tollerante e quell'attimo fastidiosa, generalmente colgo l'occasione per stare a casa mia. C'è anche da dire che mi piace vincere facile, visto che abito in uno dei posti più belli d'Italia ma, voglio dire, mica l'ho scelto così, perchè non avevo niente di meglio da fare .

Quest'anno le mie vacanze sono state più che mai rigeneranti, cosa alla quale ha indubbiamente contribuito il fatto di aver staccato il telefono per le questioni di lavoro e di essermi rifiutata di aprire il computer e di leggere le mail. Ho letto dei bellissimi romanzi, riposato parecchio e sistemato alcune cose in sospeso che era ora venissero affrontate. Sono anche sopravvissuta ai bambini urlanti nella nostra piscina anche se qui, di sicuro, hanno contribuito certe mie uscite stile razzo agitando le braccia e facendo segno che era decisamente ora di smetterla di rompere i maroni al vicinato .

L'unica cosa che mi ha dato veramente tanto fastidio e che non vedevo l'ora che finisse è stato il caldo persistente, che al nord è stato veramente tanto e soprattutto lungo.

Non so ... sarà forse per questa somma di fattori che quest'anno non sento il solito senso di malinconia e ho anche voglia di attraversare l'autunno e l'inverno. Forse sono più centrata su me stessa e di sicuro ho ben chiaro cosa mi fa stare bene e cosa no e, in conseguenza di ciò, ho compiuto anche delle scelte diverse.

Poi ... la settimana di mare a fine settembre ho deciso di concedermela comunque ma, sempre per onorare la mia adorata nonnina, quest'anno rigorosamente da sola .

 
 
 
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