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SEGUE...UNA PENISOLA CHE IMPORTA PESCE... (fine)

Post n°5 pubblicato il 06 Maggio 2014 da anna_maria_bruno

Dopo aver tracciato brevemente la situazione a livello di settore, passiamo a quello che è il fulcro di questa breve analisi.

 

         Data la nota crisi economica in corso, sappiamo qual’è la situazione attinente il PIL e la sempre più pregnante e preoccupante mancanza di lavoro  che caratterizzano l’economia italiana e  si sente dire spesso che per superare la crisi occorre creare nuovi posti di lavoro.

         Perché allora non iniziare dal settore dell’itticoltura, aumentando gradatamente la quantità di pesce prodotto secondo i sistemi dell’acquacoltura e producendo in Italia il pesce annualmente consumato invece che continuare ad acquistarlo dall’estero?  Sono note le fasi della produzione di qualsiasi bene e servizio (semplificando: produzione/distribuzione/consumo). Se invece di riguardare il solo settore della distribuzione come succede attualmente (viste le enormi quantità di derrate pescherecce provenienti dall’estero acquistate dalla GDO),  le quantità di pesce consumato  venissero in gran parte prodotte in loco, al processo totale si aggiungerebbe anche il settore della produzione, con relativo aumento dei livelli produttivi, occupazionali e del relativo indotto. E non solo, visto che saremo più sicuri circa la salubrità e la provenienza del pesce che mangiamo e si otterrebbero indubbi benefici ambientali ed economici, vista una produzione e distribuzione più  approntata a politiche   distributive c.d. a “km zero”.

Vista inoltre la grave crisi che ha colpito settori quali quelli della siderurgia e distretti quali quelli di Piombino e di Taranto, perché non pensare ad una riqualificazione produttiva degli stessi, mediante una massiccia riconversione industriale e settoriale, dal campo della metallurgia a quello dell’industria ittica e alimentare?

 

Di cose da fare ce ne sarebbero tante (serie di convegni sullo stato del settore e sullo stato delle tecnologie e processi produttivi in uso e utilizzabili; aumento degli investimenti nella R&S e nella realizzazione di poli ittici sparsi su tutto il territorio nazionale; accordi e programmi commerciali con la grande distribuzione; ecc.).

Basta averne le intenzioni.

 

 

(2014)

 
 
 
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