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Battisti su Europa: Quel doppio filo che lega cultura e politica

Post n°49 pubblicato il 31 Dicembre 2010 da alleanzaperitalia.na
 

È stato un anno di mobilitazione per la cultura italiana e per lo spettacolo in particolare e tutto il mondo del cinema, del teatro e della lirica ha manifestato compatto e unito. La bellissima manifestazione sul red carpet alla festa di Roma, le tante assemblee nei teatri italiani, le parole espresse alla prima della Scala davanti al presidente della Repubblica in difesa della nostra Costituzione per sottolineare il valore e l’importanza della cultura sono stati alcuni dei momenti di un’alta battaglia per un bene inestimabile: la cultura, appunto. Dall’altra parte, ed è questo il termine giusto, abbiamo un governo totalmente incapace non solo di governare ma anche solo di capire e un ministro inutile quanto dannoso per la cultura italiana, una mancanza assoluta di proporre una qualsiasi politica culturale, un taglio netto e ponderoso di risorse, una totale assenza di prospettive. Questo il quadro della situazione. Ho espresso da molto tempo a chiare note sulle pagine di questo giornale quanti danni si stavano compiendo e quante opportunità perdendo senza che mai, dico mai, nessuno ritenesse di sostenere chi nella politica o con responsabilità dirette nel cinema pubblico, come in passato il sottoscritto, si esponeva chiaramente. Abbiamo avuto un ministro della cultura, Francesco Rutelli, che ha fatto molto rifinanziando il cinema di ciò che gli era stato tolto dal governo precedente, istituendo il tax shelter e il tax credit, provvedimenti attesi da anni, agendo sempre di concerto con tutte le categorie interessate e tutto ciò in meno di 24 mesi. Gomorra e Il Divo sono stati resi possibili anche attraverso il concreto sostegno dello stato e hanno trionfato sulla scena internazionale.
Il sottoscritto è stato presidente di Cinecittà Holding ereditando una situazione disastrosa dal punto di vista finanziario e dell’immagine e, i numeri lo dimostrano, ha risanato ciò che si poteva in due anni rilanciando una delle immagini gloriose del cinema italiano, sempre in accordo con le organizzazioni sindacali e senza eliminare un solo posto di lavoro e sempre difendendo il bene pubblico contro le aggressioni e gli appetiti privati che non hanno mai smesso l’intenzione di voler mettere le mani su Cinecittà.

Il giorno dopo la formazione del nuovo governo il sottoscritto si è dimesso per non cedere il passo a politiche dannose e disastrose per il cinema italiano. Oggi questo governo ha definitivamente sepolto qualsiasi residua speranza di sopravvivenza rinnovando per soli sei mesi gli incentivi fiscali, in attesa di cancellarli definitivamente, e cancellando qualsiasi reintegrazione del Fus, riducendo Cinecittà a un nulla assoluto in un silenzio assordante della sua dirigenza.

Devo fare due considerazioni politiche. La prima: è ora che chi rappresenta il mondo del cinema prenda atto che non è tutto uguale, ci sono parti politiche che hanno a cuore il destino del cinema italiano e parti politiche che operano in senso contrario e chi opera in quel mondo si deve assumere una responsabilità, quella di uscire da una finta apoliticità per prendere parte in difesa del proprio lavoro.
Succede in tutto il mondo civile e democratico, alla luce del sole e più che legittimamente. Non basta polemizzare con l’attuale governo, lo si doveva fare da subito e andava riconosciuto a chi bene aveva operato i meriti che obiettivamente gli spettano e mi riferisco al precedente governo, ma nessuno lo ha fatto. Quando ho avuto il privilegio e l’onore di presiedere Cinecittà ho visto intorno a me molto scetticismo se non ostracismo perché non appartenevo, e ne sono orgoglioso, a nessuna di quelle chiese o conventicole che si sono sempre accontentate di “conservare” purché fossero garantiti per lo più alcuni interessi particolari.

E ho visto poi autorevoli esponenti pronti ad allearsi con chi fino al giorno prima osteggiavano all’insegna del primum vivere.
Bene, tutto ciò non funziona e va detto. Che ciascuno difenda i propri interessi è legittimo,che ci si vesta di ideologia o di finta politica è inaccettabile. È altrettanto inaccettabile e demagogico che le attuali e sacrosante manifestazioni si tingano di una sorta di rifiuto della politica tout court perché così non se ne uscirà mai. Se questo movimento vuole avere un futuro deve dare a Cesare quel che è di Cesare, assumere una responsabilità politica, certamente non partitica, far prevalere l’interesse pubblico generale a quello privato e particolare, nella sostanza caricarsi di una responsabilità altrimenti di qui a poco si scioglierà come neve al sole, i più furbi sopravviveranno, i giovani e i lavoratori dello spettacolo pagheranno un prezzo molto alto e la cultura proseguirà una corsa in discesa. È solo così,in termini più generali, che la società civile potrà nobilmente svolgere il suo ruolo ora quanto mai indispensabile per una rinascita del nostro paese. La cecità descritta da Saramago e l’indifferenza raccontata sempre dallo stesso autore nel saggio sulla lucidità ci trasformeranno da cittadini a clienti se non ci sarà etica, riscossa civile e ritorno alla politica.

Alessandro Battisti, Europa, 29 dicembre

 
 
 
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GIOVANI X API NAPOLI

Il gruppo Giovani per API Napoli, nasce grazie alla coesione e alla determinazione di un gruppo di giovani che militano in questo “giovane” partito.
Gli obiettivi comuni, le idee innovative per rendere migliore il nostro territorio, la voglia di comunicare e di trasmettere un messaggio di cambiamento e di rinnovo, sono le armi con le quali questi giovani soldati della democrazia combattono ogni giorno lo staticismo politico e il disinteresse di chi ci governa, verso le reali e profonde problematiche che vessano gli abitanti di questa splendida città.


I giovani per API Napoli, si propongono di essere portavoci del disagio del territorio napoletano e di creare i presupposti per una giusta risoluzione delle difficoltà, che si vivono continuamente sia nei vari quartieri di Napoli sia nelle province.


Questo gruppo vuole essere un faro di rotta per tutti quei giovani, disillusi e disinteressati, che si trovano in questa tempesta politica costituita da ondate di odio mediatico e di demagogia, che risultano essere altamente improduttive per la nostra Napoli.


Il senso del dovere civico e il rispetto per i diritti del cittadino, ci guidano e ci danno il vigore giusto al fine di produrre nuove possibilità per la gente.


In uno scenario precario per il nostro futuro, lavoriamo in un laboratorio di idee con professionalità e impegno costante, per riappropriarci del diritto di pensare e di proporre.


Il nostro impegno è devoluto alla ricerca di soluzioni relative al lavoro precario e senza prospettive, che non sembra aprirci sbocchi concreti per il futuro. Iniziative e proposte relative alla risoluzione di quesiti perenni come la Sanità e l’assistenza agli anziani, che urgono di risposte incisive ed immediate, nonché di una particolare attenzione. Attivi e operativi nei riguardi dell’associazionismo e della ricerca di fonti di energia rinnovabili, affinché ci sia un domani dove possiamo riconquistare i nostri spazi puliti e detossificati allontanando un paesaggio grigio e spento.
Per un’amministrazione pubblica più vicina alle problematiche del cittadino, con orecchio teso alla voce della cittadinanza stessa.

Il gruppo è aperto alle adesioni di qualunque giovane napoletano che è intenzionato a cambiare lo stato di cose che sembra essere diventato parte integrante della nostra realtà territoriale, ma che in vero è solo dettato dalla mancanza di attenzione alle questioni sociali che ingigantiscono il degrado e l’inciviltà di questo territorio.
Nuove strade da percorrere, nuovi obiettivi, nuovo futuro!

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ALLEANZA PER L' ITALIA

Alleanza per l’Italia è un movimento politico. Si riconosce nel Manifesto per il cambiamento e il buongoverno. È un’alleanza tra persone, realtà territoriali e associative provenienti da esperienze diverse che organizzano un nuovo progetto politico. Vuole rappresentare – anziché un partito in più – il nucleo promotore di un’ampia e coerente aggregazione: democratica, liberale, popolare, riformatrice. Si oppone al populismo della destra, imperniato sul patto Berlusconi-Lega, che divide il paese; critica quelle opposizioni che non riescono a proporsi come alternativa, tra un Pd di sinistra e una corrente giustizialista illiberale. Vuol mettere fine alla contrapposizione cieca che impedisce di valorizzare i diversi compiti di maggioranza e opposizione, di preservare il senso dello Stato e di ricercare il bene comune. Esempio di questa avversione insanabile, la crisi della giustizia: paralizzata tra le difesa delle esigenze del premier e l’impedimento corporativo di riforme indispensabile in una paese civile. Anche i politici che promuovono l’Alleanza per l’Italia hanno partecipato a questa stagione largamente improduttiva. Ammettere di avere concorso ad errori è necessario; rinunciare al cambiamento nella difficilissima situazione del paese, sarebbe viltà. L’attuale bipolarismo ammalato è indifendibile; una moderna democrazia dell’alternanza deve consentire l’accesso e la partecipazione di chi è escluso o si tiene lontano dalla politica. Per riuscire, è indispensabile una grande forza su cui far convergere dagli attuali schieramenti in guerra, democratici e riformatori; moderati e liberali. Alleanza per l’Italia definirà un progetto per il paese, che accomunerà gli aderenti. Sceglierà alcune precise priorità di azione. Si rivolgerà a tutti gli italiani e ai soggetti politici, civili e sociali disponibili a unirsi. Si organizzerà con forti autonomie territoriali, incrociando partecipazione civica e collaborazione progettuale con il dinamismo della Rete. Inizierà dall’Assemblea nazionale in programma a Parma l’11 e 12 dicembre 2009.

 

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