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« Francesco Rutelli su Fac...Mostra "Risonanza interi... »

Proposte per il nuovo Anno. 2. Perché e come salvarci dal disastro della cultura.

Post n°52 pubblicato il 02 Gennaio 2011 da alleanzaperitalia.na
 

La Camera dovrà decidere sulle dimissioni del Ministro Bondi. E' fisiologico che le opposizioni votino la sfiducia, in casi come questo. Ma viene ora l'ultima occasione perché Bondi salvi l'onore, dopo che in questi due anni e mezzo Tremonti gli ha tolto tutto.

Propongo proprio la cultura come primo tema delle mie proposte e riflessioni per il 2011: il patrimonio unico al mondo dell'Italia, e l'impresa culturale e dello spettacolo, che sono stati liquidati tradizionalmente in zone marginali, residuali della politica. I governi di centrosinistra hanno fatto senz'altro meglio; non posso dimenticare che nei miei 20 mesi come Ministro abbiamo realizzato molte cose (il bilancio si può leggere sul sito www.francescorutelli.it), fatto riforme importanti (il nuovo Codice del Paesaggio, le linee-guida per la valorizzazione del patrimonio, i nuovi incentivi per il cinema...) ma attraversato grandi difficoltà per riportare le risorse del Ministero al punto in cui si trovavano prima; ovvero, prima dei tagli 2001-2006 del precedente governo Berlusconi-Tremonti. Nel 2008, questo duo è tornato al potere, e Bondi non è riuscito assolutamente a impedire il disastro: nel quinquennio in corso, il taglio stabilito punta addirittura a 2.800 milioni di euro!!

Questa è la critica che gli rivolgo: non per il crollo di un muro a Pompei, o altrove. I punti su cui Bondi dovrebbe tentare di salvare l'onore sono almeno tre: a) imporre il ripristino delle risorse per la cura e la manutenzione del nostro gigantesco patrimonio, altrimenti i crolli del futuro non saranno frutto della fatalità o di errori, ma di una distruzione programmata del patrimonio archeologico, architettonico, monumentale e del paesaggio. Con poche decine di milioni di euro all'anno a disposizione, inizia col 2011 un precipizio senza fondo. b) mantenere l'impegno preso con il mondo dello spettacolo a proseguire il finanziamento di tax credit  e tax shelter, da me introdotti: il finanziamento per soli 6 mesi di meccanismi di incentivo agli investimenti - che avevano dimostrato di funzionare benissimo - è impraticabile, dunque uno sfregio, più ancora che una beffa. Ripristinare, come promesso, il FUS a 400 milioni annui: con appena 258 milioni, ovvero col dimezzamento secco delle risorse rispetto a quelle programmate dal nostro governo, si butta invece tutto nel wc, inclusa la riforma delle fondazioni liriche, perché neppure si potranno firmare i contratti; e si mette in ginocchio persino la Scala di Milano. c) salvare i funzionari di "seconda fascia", che a decine vanno via per la combinazione delle norme Tremonti-Brunetta. Il Ministero ha competenze tecnico-scientifiche uniche, che non possono essere liquidate senza sostituzioni, lasciando vuoto il presidio dei nostri Beni Culturali.

Risultato: questo Governo sta portando il Ministero ad uno smembramento-regionalizzazione di fatto, che va contro l'obbligo costituzionale che affida allo Stato il nostro Patrimonio. E alla chiusura in massa delle attività culturali, evidentemente ritenute realtà libere, e "scomode" per l'attuale potere.

Rivolgo al mio successore, cui non ho mai riservato polemiche personali, l'estremo appello a salvare la cultura italiana. Pretenda che il governo di cui fa parte mantenga gli impegni che ha preso e che sta calpestando. Altrimenti, si dimetta subito; salvi il proprio decoro; sollevi il caso di uno sforzo nazionale necessario per rimettere la cultura italiana sul binario della salvezza. Avrà il mio e nostro sostegno.Stiamo parlando dello 0.2-0,3% del PIL! Per parte mia, dichiaro oggi che non sosterrò in futuro nessun governo che non ripristini le condizioni basilari per tutelare i nostri Beni e far vivere le nostre Attività culturali.

 

FRANCESCO RUTELLI

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Il gruppo Giovani per API Napoli, nasce grazie alla coesione e alla determinazione di un gruppo di giovani che militano in questo “giovane” partito.
Gli obiettivi comuni, le idee innovative per rendere migliore il nostro territorio, la voglia di comunicare e di trasmettere un messaggio di cambiamento e di rinnovo, sono le armi con le quali questi giovani soldati della democrazia combattono ogni giorno lo staticismo politico e il disinteresse di chi ci governa, verso le reali e profonde problematiche che vessano gli abitanti di questa splendida città.


I giovani per API Napoli, si propongono di essere portavoci del disagio del territorio napoletano e di creare i presupposti per una giusta risoluzione delle difficoltà, che si vivono continuamente sia nei vari quartieri di Napoli sia nelle province.


Questo gruppo vuole essere un faro di rotta per tutti quei giovani, disillusi e disinteressati, che si trovano in questa tempesta politica costituita da ondate di odio mediatico e di demagogia, che risultano essere altamente improduttive per la nostra Napoli.


Il senso del dovere civico e il rispetto per i diritti del cittadino, ci guidano e ci danno il vigore giusto al fine di produrre nuove possibilità per la gente.


In uno scenario precario per il nostro futuro, lavoriamo in un laboratorio di idee con professionalità e impegno costante, per riappropriarci del diritto di pensare e di proporre.


Il nostro impegno è devoluto alla ricerca di soluzioni relative al lavoro precario e senza prospettive, che non sembra aprirci sbocchi concreti per il futuro. Iniziative e proposte relative alla risoluzione di quesiti perenni come la Sanità e l’assistenza agli anziani, che urgono di risposte incisive ed immediate, nonché di una particolare attenzione. Attivi e operativi nei riguardi dell’associazionismo e della ricerca di fonti di energia rinnovabili, affinché ci sia un domani dove possiamo riconquistare i nostri spazi puliti e detossificati allontanando un paesaggio grigio e spento.
Per un’amministrazione pubblica più vicina alle problematiche del cittadino, con orecchio teso alla voce della cittadinanza stessa.

Il gruppo è aperto alle adesioni di qualunque giovane napoletano che è intenzionato a cambiare lo stato di cose che sembra essere diventato parte integrante della nostra realtà territoriale, ma che in vero è solo dettato dalla mancanza di attenzione alle questioni sociali che ingigantiscono il degrado e l’inciviltà di questo territorio.
Nuove strade da percorrere, nuovi obiettivi, nuovo futuro!

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Alleanza per l’Italia è un movimento politico. Si riconosce nel Manifesto per il cambiamento e il buongoverno. È un’alleanza tra persone, realtà territoriali e associative provenienti da esperienze diverse che organizzano un nuovo progetto politico. Vuole rappresentare – anziché un partito in più – il nucleo promotore di un’ampia e coerente aggregazione: democratica, liberale, popolare, riformatrice. Si oppone al populismo della destra, imperniato sul patto Berlusconi-Lega, che divide il paese; critica quelle opposizioni che non riescono a proporsi come alternativa, tra un Pd di sinistra e una corrente giustizialista illiberale. Vuol mettere fine alla contrapposizione cieca che impedisce di valorizzare i diversi compiti di maggioranza e opposizione, di preservare il senso dello Stato e di ricercare il bene comune. Esempio di questa avversione insanabile, la crisi della giustizia: paralizzata tra le difesa delle esigenze del premier e l’impedimento corporativo di riforme indispensabile in una paese civile. Anche i politici che promuovono l’Alleanza per l’Italia hanno partecipato a questa stagione largamente improduttiva. Ammettere di avere concorso ad errori è necessario; rinunciare al cambiamento nella difficilissima situazione del paese, sarebbe viltà. L’attuale bipolarismo ammalato è indifendibile; una moderna democrazia dell’alternanza deve consentire l’accesso e la partecipazione di chi è escluso o si tiene lontano dalla politica. Per riuscire, è indispensabile una grande forza su cui far convergere dagli attuali schieramenti in guerra, democratici e riformatori; moderati e liberali. Alleanza per l’Italia definirà un progetto per il paese, che accomunerà gli aderenti. Sceglierà alcune precise priorità di azione. Si rivolgerà a tutti gli italiani e ai soggetti politici, civili e sociali disponibili a unirsi. Si organizzerà con forti autonomie territoriali, incrociando partecipazione civica e collaborazione progettuale con il dinamismo della Rete. Inizierà dall’Assemblea nazionale in programma a Parma l’11 e 12 dicembre 2009.

 

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