Creato da illuminailcuore il 04/09/2007

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ITALIA A RISCHIO CRACK FINANZIARIO

Post n°23 pubblicato il 15 Ottobre 2007 da illuminailcuore
 

L'ITALIA è A SERIO RISCHIO DI CRACK FINANZIARIO PER COLPA DEI TRANELLI BANCARI.

LA MINACCIA PER IL NOSTRO PAESE SI CHIAMA "DERIVATI" E NE HANNO PARLATO IERI A REPORT.

Cosa sono i derivati?


Sono strumenti complessi e rischiosi, dove chi ne sa di più lucra profitti abnormi, e chi ne sa di meno perde tutto. Pare che in Italia non si possa vivere senza i derivati perché non hanno lasciato fuori nessuno, dalla grande Regione al piccolo Comune di montagna, dalla lavanderia, al policlinico, all’istituto delle suore. Sono almeno 30 mila le imprese private coinvolte, e 900 gli enti pubblici che ci stanno rimettendo centinaia di milioni. Siccome però nel caso degli enti pubblici passano per perdite potenziali, non vengono scritte da nessuna parte, e rimangono debiti fantasma. Per esempio all’azienda dell’Acquedotto Pugliese, di proprietà della Regione, le banche hanno fatto assumere un rischio così elevato che i cittadini pugliesi rischiano un domani di restare senza i soldi per riparare le tubature. Gli Enti pubblici hanno sempre bisogno di soldi e li trovano facendo mutui e obbligazioni. Poi si fanno sistemare i debiti dalle banche che si inventano operazioni di finanza strutturata. E così si spostano i debiti in là nel tempo e il pacco se lo ritroveranno le giunte future. Questi scherzetti poi costano cari: le banche hanno un debole per le Regioni, le Province e i Comuni, perché di solito non capiscono i rischi che corrono e non si accorgono dei costi impliciti nelle operazioni “swap”. Gli “swap” fanno parte della famiglia dei derivati (la stessa dei derivati emessi sui mutui subprime che hanno messo in crisi le borse di mezzo mondo) e si chiamano così perché derivano il loro valore da variabili esterne

I comuni che hanno firmato contratti bancari nella forma dei "derivati" non sono pochi. Sono ben 317. Vi troviamo città imporanti come Torino, Genova nel nord, ma anche nel mezzogiorno con Napoli e Taranto. Firmando tali contratti i comuni hanno ricevuto prestiti utili dietro cui però si nasconde una trappola finanziaria destinata a indebitarli per milioni di euro. Gli interessi da restituire infatti diventano enormi, e alla fine il comune che doveva addirittura guadagnarci per aver firmato il contratto, invece ci rimette trovandosi ad essere debitore della banca per milioni di euro.

Le banche che propinano tali contratti sanno già che dietro essi si nasconde una fregatura, ma queste si difendono scaricando la colpa su chi ha commesso il tragico errore di firmare ( e si va dalle regioni fino alle piccole imprese cadute vittima di questo tranello ).

Rimanendo sul piano dei comuni e delle regioni avviene che ogni amministratore che firma un " derivato" sul momento ricava soldi utili per la regione o per il comune, ma in realtà non fa che lasciare a quelli che seguiranno ingenti debiti da pagare. Ad esempio Taranto si trova già in debito, il risultato è che Taranto sta diventando una città morta in quanto non può permettersi di mettere in opera nessun servizio e nessuna ristrutturazione di case, scuole, strade, ecc...

Insomma Taranto è diventato un comune fallito, una città fallita se vogliamo. Altre città e regioni rischiano seriamente di fare la stessa fine di taranto e se pensate che questo sarà un problema che rimarrà confinato alle sole città e regioni che hanno firmato i "derivati" vi sbagliate di grosso.

La cattiva notizia infatti è che se un comune o una regione fallisce a causa di tali contratti e quindi si ritrova a non poter più pagare i debiti alle banche, ad accollarsi il pagamento dovrà essere un'altra regione, e questo ci fa capire come il pericolo di un effetto contagio sia tutt'altro che teorico.

Rischiamo dunque di ritrovarci un paese foretemente indebitato con le banche e di ritrovarci, noi singoli cittadini, a pagare tasse locali aumentate notevolmente di prezzo.  Potremmo così ritrovarci a pagare ad esempio una tassa sull'ici insostenibile per colpa del crack finanziario di intere regioni e comuni.

Intanto i politici non fanno nulla per mettere al bando simili truffe bancarie degne di un regime usuraio selvaggio e senza controllo. Prodi anzi sostiene che abbasserà la tassa dell' ici quando è evidente che visto lo scandalo dei derivati il futuro delle nostre tasse locali si annuncia a dir poco disastroso.

Il nostro paese rischia un serio crack finanziario nazionale, il carck parmalat in confronto sarà una barzelletta. Di fronte ad una simile realtà noi italiani restiamo zitti e forse impotenti. Ma qui dovremo scendere tutti nelle piazze, bloccare autostrade e ferrovie e promuovero una seria serrata nazionale contro questo regime di farabutti. E dobbiamo anche agire in fretta se non vogliamo ritrovarci a vendere i cartoni e l'immondizia come in Argentina.

Il nostro paese è malato di corruzione, i corrotti sono le banche e chiunque detiene il potere finanziario e politico. Un paese così non può che andare verso la rovina. Le banche che dovrebbero venire incontro alla gente si stanno rivelando nemiche del risparmio e dell'economia nazionale. Sono autentici "ladri onesti" che con il sorriso e la gentilezza ti fanno firmare la possibilità di rapinarti legittimamente. Dobbiamo fermare questi criminali in giacca e cravatta che fanno tanto i signori per bene e magari ti chiedono spazio a 200 all'ora con i loro suv pagati grazie alle loro truffe.

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Commenti al Post:
pigilli
pigilli il 15/10/07 alle 11:07 via WEB
Brutta cosa la borsa…
 
illuminailcuore
illuminailcuore il 15/10/07 alle 11:47 via WEB
magari fosse solo un fatto di borsa. Qui il problema rischia di interessarci a tutti
 
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