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Specchio

Post n°10 pubblicato il 25 Gennaio 2016 da ASIA1929

I pensieri, resi liberi perché affidati ad un dialogo, nell’incontrare l’improduttività del non ascolto, la pochezza del non voler ragionare sul loro contenuto più vero, quando nascono in persone come me, trovano il silenzio, quella morte che sopraggiunge dopo un’agonia inutile, offerta solo al tempo. È giusto così, per non incorrere nell’assurdità di uno sforzo vano, per dar senso pieno al vivere che, diversamente, continuerebbe a clonare, ciclicamente, la stessa inesattezza. L’immagine della propria anima evade dall’anonimato quando attraversa lo sguardo e si tuffa in uno specchio, quando ciò che viene riflesso non cessa di esistere nell’istante in cui svanisce … è un dato di fatto! Quel che si osserva, l’io, la parte più celata e autentica, che dovrebbe tirarci le orecchie prima di scivolare in un errore, spesso viene ignorato o accertato ed ucciso. È fastidioso scrutarsi senza veli, accettare il faccia a faccia con debolezze e pecche spacciate per valori o scelte di vita scrupolose e, assolutamente, essenziali. Lo specchio, visto come un acerrimo nemico, è solo e semplicemente un’opportunità di crescita, di trasformazione positiva, di sterzate che avvicinano a chi ci sopporta a stento, per bontà innata o per dovere, sfumando la solitudine. Convincersi che si è soli o in compagnia di pochi per scelta, perché particolarmente selettivi, talvolta, è una balla, confezionata in maniera maldestra e sparata a “pressione”. Tronfi, refrattari ad accogliere l’essenza di ciò che si è, si finisce per domiciliare il deserto! Gli specchi distorcono la realtà e, come in una fiaba monotematica, per qualsiasi domanda esiste un’unica risposta: “Sei tu il/la migliore”. Chi dichiara di amare, ed ama sul serio, non può spingere alcuni a specchiarsi in quelli autentici ed altri in quelli di legno … Il “bene”cammina sotto braccio alla verità, alla sincerità che impedisce di spalleggiare il contrario, al desiderio di non isolare chi non guarda oltre il proprio microcosmo, proclamando la propria perfezione. Poche cose sono pruriginose al pari dei soggetti che se la cantano e se la suonano, ammazzando il prossimo con una saccenza di carta pesta! Studiarsi e non bardare a festa sfumature pesanti, scendere dal piedistallo per una doccia di umiltà, non mortifica o sminuisce, rende meravigliosamente difettosi ed amabili

 
 
 
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