SCRIVIAMO

gli indifferenti

E' forse inutile parlarne?

Nei fatti le parole non sembrano molto funzionali al progresso, l'umanità in uno stadio tendente al vacuo incontrovertibile?

Se ne dicono troppe, effetto della nostra civiltà dei media; sappiamo ad esempio che la politica si fa in tv, nei talk show, ai tg, e quant'altro.

Questa è una storia triste e forse tragica.

Ero a spasso con il mio cane, vedo in terra seduto un "indiano", ce ne sono tanti dove abito, trema, è inzuppato di acqua perchè la notte ha diluviato; al lato una coperta di lana, zuppa anche quella. trema in modo evidente e chiede acqua, quando mi fermo per cercare di capire; è un giovane dipendente dall'alcool e senza dimora, molto probabilmente il permesso di soggiorno non sa nemmeno cosa sia.

E' sufficiente perchè lo lasci morire, forse di polmonite?

I suoi compaesani, quei due tre che gli passano accanto, evidentemente si.

Chiamo il 118, solite formalità, tentano di svincolarsi dicendo che nel frattempo potrebbe andarsene...trema in modo che non mai visto, glielo dico, mi credono, ma  chiedono il mio numero di telefono.

Gli dico tra il serio e no:

"...magari poi mi mandate l'addebito per l'ambulanza, in questo mondo che va al contrario mi aspetto di tutto..."

Alla fine l'ambulanza arriva, dopo un po'l'infermiera con tono pure alterato dice:

"Questo non ha fissa dimora, è cosa dei servizi sociali..."

Il poveretto è ancora lì per terra quando devo andare via al lavoro, ma almeno senza rimorsi, solo un leggero sospetto, se lo mettono in mano al servizio di polizia potrebbe finire in altro modo.

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Levo le foglie dal cancello, passa il padrone del supermercato vicino casa, rallenta la sua corsa e continuando a camminare mi si rivolge:

"Quell'indiano, è morto poi..."

Non approfondisco, dò per buona la notizia.

Il giornale locale non riporta nulla al riguardo.

Quale prassi si segue in questi casi, quando a morire è un essere abbandonato da dio e dagli uomini.