Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Addio signorina Giulia

Post n°749 pubblicato il 22 Febbraio 2017 da gianor1
 

La signorina Giulia è stata la mia maestra alle Elementari. Alcuni giorni or sono transitavo davanti alla vecchia scuola e sono entrato per salutarla.
"E' permesso?"
La porta della prima B si dischiude, non so chi l'abbia aperta; tutto avviene misteriosamente e in silenzio in questa classe e, in punta di piedi, perchè mi sembra di entrare in una chiesetta e il pavimento è così lucido che ho timore di sporcarlo. Mi avvicino alla cattedra. E' sempre una signorina senza  età, piccola, magra, vestita di blu. Solo adesso dopo tanti anni che non la rivedo, mi ricordo che porta o, chissà...portava gli occhiali.
Dalle maniche strette ai polsi con dei bottoni di madreperla escono due mani piccole come quelle di una bimba, ma ossute e grinzose, due mani così lievi che dove si posano non lasciano impronta, due mani silenziose sempre in movimento, ora tolgono un granello di polvere caduto chissà come sulla cattedra, ora frugano senza rumore nel cassetto pieno di tutte quelle piccole cose a Lei necessarie.
Quelle mani oggi fanno star zitti una ventina di alunni, quasi tutti sdentati. Alcuni bimbi hanno i capelli lunghi come le bimbe. Ricordo che a Lei piacevano assai quei bimbi ed io riccio riccio me ne dolevo ma Lei mi rassicurava sempre con una carezza. La rammento ancora, era tranquilizzante.
Ricordo.
Non parlava nessuno. Eravamo tutti con le mani sopra il banco e con gli occhi puntati su di Lei. La signorina Giulia senza volgere lo sguardo a destra nè a sinistra, a gara nel fare silenzio, in esagerate posture di fissità e di attenzione. Davanti a ciascuno di noi un quaderno con scritta la stessa frase:" Parlate di un vostro amico...".
Improvvisamente Luca alza la mano e le chiede di essere ascoltato.
"Sì, che c'è Corrias?"
Luca, a testa china, si avvicina alla cattedra. C'era silenzio ma ora ancora di più. Io stesso temo di muovermi. Mi guardo le dita: ho le unghie un po' sporche. Stringo i pugni, perchè la signorina Giulia non le veda. Sono impaurito come Luca che, tremando e con il viso arrossato, confessa di averla fatta addosso. Non mi sbagliavo che in quel silenzio senza scricchiolio sentivo battere forte il cuore di Luca.
La maestra non dice nulla, lo prende per mano e lo affida alla bidella.
Oh, sì, le volevamo bene. Tutti si rivolgevano a Lei per farle vedere certe piccole cose cui nessun'altra maestra avrebbe fatto caso.
Un giorno le volevo far notare una cosa. Ricordo che le sue mani mi avevano fatto cenno di avvicinarmi. Avanzavo solennemente. Avevo un dito fasciato.
Immediatamente, a quella vista, si leva un mormorio d'invidia e d'ammirazione che la maestra non reprime. Giunto davanti alla cattedra, mi tolsi la bendina e misi sotto gli occhi della signorina Giulia la punta del dito indice sul quale, a guardare attentamente e alla luce, si vedeva un segnetto, piccolo come la capocchia di uno spillo.
"Una bruciatura", dice Lei.
"Sì", faccio io pieno di orgoglio :"Proprio una bruciatura".
Racconto come me la sono procurata a voce alta perchè tutti possano sentire. Un compagno più grande che frequentava la quinta classe, trovò un accendino (di quelli "usa e getta") e, all'uscita di scuola, diede appuntamento ad alcuni per andarlo ad accenderlo ( con la relativa sigaretta) in un posto dove non transitavano i maestri.
Io anche se il più piccolo fui invitato. Ingenuamente dissi che accendendolo,  mandò una fiamma grande e bella e inventai che all'interno della fiamma avevo visto il volto di una giovane donna vestita di bianco. Avevo visto una fata.
"Anch'io, anch'io!", dissero tutti per non essere di meno. Alzarono la mano e giurando sul petto asserirono d'aver visto anche loro una fata nella fiamma di una candela, in quella di un caminetto, qualcuno nella fiamma del gas della cucina, addirittura!
"Gianfranco, quest'anno vado in pensione". Mi dise la signorina Giulia.
"Quest'anno?"
"Sì questi sono gli ultimi mesi di scuola. A settembre non torno più. Sono contenta. Finalmente me ne posso andare , e alla scuola chi ci pensa più? I bimbi? Ma anche i bimbi, dopo tanti anni,annoiano!"
Povera signorina Giulia. Che bugia grossa sta dicendo. Se ne accorge anche Lei, abbassa gli occhi. Contenta di lasciare la scuola? Lei che ci tornava anche di pomeriggio, quando non c'era nessuno,e le classi erano vuote, buie e fresche come il suo salotto antico?
Che faceva nella classe deserta?  Correggeva i compiti, raccoglieva le foglie secche, spolverava i libri della piccola biblioteca di classe e poi tornava a spolverarli e indugiava a fare tante piccole cose inutili pur di restare lì più a lungo possibile.
Annaffiava e curava quei fiori seminati e piantati, da Lei stessa, in vasi coloratissimi; fiori che non appassivano mai perchè anche d'estate veniva a vederli e curarli.
Addio signorina Giulia. Ti si vedrà ancora per qualche tempo girare attorno alla scuola dove non entrerai; ancora qualcuno, per qualche tempo, pronuncerà il tuo nome, poi sarai dimenticata.
Non io. La ricorderò come quella maestra che dava molta importanza a una piccola bruciatura, perchè sapeva della mia fantasia...

Commenti al Post:
veramore
veramore il 22/02/17 alle 13:33 via WEB
E' una bellissima storia, da far leggere ai tanti (aimè) bambini/ragazzi che non vogliono capire quanto è prezioso il dono della scuola. Chissà se ancora ci sono maestre di quel calibro. Un caro saluto.Veronica
 
 
gianor1
gianor1 il 22/02/17 alle 20:23 via WEB
Al momento attuale si tratta di definire il senso della nuova professione docente in considerazione dei nuovi ruoli che la contemporaneità richiede. Il tutor di classe o dei laboratori, ma anche i rapporti tra gli esperti di alcune discipline ,oltre alla possibilita' di scegliere in maniera autonoma e flessibile l'organizzazione e la didattica, motivandola attraverso un progetto di istituto. I vecchi maestri si sarebbero, di certo adattati. Gian
 
DoNnA.S
DoNnA.S il 22/02/17 alle 13:35 via WEB
Penso che gli insegnanti lascino un ricordo, una traccia importante, sia nell'infanzia che nell'adolescenza e poi giovinezza, che può essere in bene o in male. Ci sono due doti importanti che dovrebbe avere un buon insegnante, saper ascoltare e far sentire ogni allievo come una persona e non come un numero sul registro. Quando mi capita di ricordare qualcosa nel mio passato, mi sembra un'altra vita appartenuta ad un'altra persona. I ricordi ci appartengono, ma ogni stagione della nostra vita è una nuova vita, per cambiare, imparare, ricominciare. Forse il bello è proprio l'opportunità che abbiamo fino all'ultimo dei nostri giorni. Mi è piaciuto questo post! Buon pomeriggio, un sorriso :) Dona
 
 
gianor1
gianor1 il 22/02/17 alle 20:30 via WEB
Grazie a persone che pensano come te, la nostra professione diviene una missione, non in senso cattolico, ma nel senso di adempiere un compito. Una parte della nostra memoria conserva gelosamente ricordi di scuola. Gli insegnamenti avuti e donati con amore dai nostri insegnanti. Ciao. Gian
 
mariagrazia_5
mariagrazia_5 il 22/02/17 alle 13:48 via WEB
Caro collegone,sai meglio di me che nel corso degli anni, in particolar modo con l'autonomia scolastica, e' notevolmente cambiata l'immagine dell'insegnante, che da trasmettitore di sapere , ha assunto il carattere dell' esperto di progettazione e comunicazione, dovendo gestire una offerta formativa per gli utenti e dovendo negoziare una molteplicita' di rapporti interni o esterni alla scuola. In tutto questo sistema , il lavoro dell'insegnante ha assunto piu' liberta' di scelte , ma anche un carattere di maggiore responsabilita'. La bella Mestra che tu descrivi, oggi, fatte salve poche eccezioni, è difficile individuarla.Un abbraccio.Grazia
 
 
gianor1
gianor1 il 22/02/17 alle 20:33 via WEB
Come dice una mia amica, maestra in pensione, meglio una cattiva madre che non avere madre. Io proseguo, cercando di iniziarli ai saperi fondamentali per usare il pensiero e scoprire chi si è: quando inizia la tua storia? E la storia del mondo? Proviamo a scrivere una parola. un pensiero. un racconto. Cosa vuol dire studiare? Cosa vuol dire riassumere? E mentre sto al loro fianco, mi pongo io stessa molte domande. C iao. Gian Alla base del senso della storia cosa c'è? E alla base della scrittura? Cosa è indispensabile sperimentare prima? Prima che sia troppo tardi, prima che non sia più il momento giusto.
 
divinacreatura59
divinacreatura59 il 22/02/17 alle 15:18 via WEB
Una storia dolcissima che denota il valore delle insegnanti di una volta.Quante signorine Giulie occorrerebbero ai giorni nostri come i medici di una volta con i quali ti confessavi oltre che parlargli delle tue malattie.Grazie per questo stupendo racconto.Ciao Gian.
 
 
gianor1
gianor1 il 22/02/17 alle 20:40 via WEB
Il contesto e lo scenario che intravedo nella scuola di oggi non sono dei più confortanti, resta pur sempre il fatto che i responsabili politici non sanno quello che perdono! Quanto, cioè, sia interessante e gratificante "lavorare" con i bambini. E forse non lo sapranno mai, finché il nostro sistema educativo di istruzione e formazione sarà percepito come una spesa e non come un investimento.I bambini continueranno a soffrire, privi di una figura educativa importante, e i maschi a non capire nulla della ricchezza del mondo infantile! Comunque, avanti lo stesso. Grazie a te per il gentile commento. Gian
 
solosorriso
solosorriso il 22/02/17 alle 19:35 via WEB
Bellissimo...Le maestre di un tempo...e chi se le scorda. Anche la mia maestra è ancora viva e la incontro spesso...è una bella signora ultraottantenne ma per me conserva un'età indefinita proprio come quando la vedevo alla cattedra. Era una figura importante per la crescita dei bambini sotto tutti gli aspetti...oggi non è più così...la tecnologia ha ucciso ruoli e fantasia...che peccato...Buona serata :-)
 
 
gianor1
gianor1 il 22/02/17 alle 20:47 via WEB
Quando la tecnologia è un sussidio didattico e non sostituisce l'educatore, allora quest'ultimo, invece è colui che permette all'allievo di cambiare la vita e di farla fiorire, è colui che agevola a tirare fuori le migliori qualità, è colui che ti guarda negli occhi e sa trasmettere quanto è capace di amare. Buona serata a te. Gian
 
elyrav
elyrav il 23/02/17 alle 08:47 via WEB
Che bel ricordo. Anche io ricordo alcune delle mie maestre e dei miei professori. Alcuni con il sorriso sulle labbra. Anche io non vedo l'ora della pensione ma cel'ho lunga ... ma chi lavora coi bimbi forse è vero che "gli mancheranno".
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:03 via WEB
Il problema della pensione ce l'ho anch'io. Chissà se ce la daranno! Negli occhi e nel viso della signorina Giulia era evidente quanto fosse dura lasciare i bimbi...
 
   
elyrav
elyrav il 24/02/17 alle 08:12 via WEB
Sì mi immagino :) non deve essere facile. Il lavoro più bello probabilmente è il maestro. Per la pensione, meglio non pensarci :) buon fine settimana
 
     
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 08:36 via WEB
Ho sempre avuto difficoltà a considerare il mio lavoro come semplice professione. C'è di più nel cuore di un educatore...A ben rivederci, gentile Amica. Gian
 
     
elyrav
elyrav il 24/02/17 alle 08:59 via WEB
Per molti non è così ma per fortuna nel vostro campo ce ne sono molti che amano il proprio lavoro! E' un mestiere veramente importante!!! A presto ;)
 
     
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 14:54 via WEB
Ne sono certo! Trascorri una serena fine di settimana. Gian
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 23/02/17 alle 08:52 via WEB
Penso che la maestra non si può dimenticare. La mia era dolcissima e aveva sempre il giusto metodo per insegnarci le cose. Molto bello il post. Un saluto, Grace
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:04 via WEB
Sei gentile. Ho la netta sensazione che per tutti è difficile scordarsi della propria maestra. Gian
 
aforismadamore
aforismadamore il 23/02/17 alle 09:36 via WEB
Una buona testa e un buon cuore sono una combinazione formidabile. Ma quando ci aggiungi una lingua o una penna colta, allora hai davvero qualcosa di speciale.Buona giornata di lavoro.Giulia:)
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:06 via WEB
Quest’anno per la maestra c’è una classe nuova e un cambio di creature e vocali, e sarà una festa anche per i banchi che aspettano i bambini come rami aperti che attendono tante farfalle colorate. Ciao. Gian
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 23/02/17 alle 10:08 via WEB
Bellissimi ricordi di vita.La forza di un insegnante non è solamente divulgare concetti,proprietà di linguaggio,valutazioni.La forza di un insegnante è porsi in parallelo ad uno studente-uomo del futuro..
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:09 via WEB
C’è chi dice che la scuola è un incubatore della conoscenza e del progresso e chi invece afferma che la scuola è la prigione della creatività e dell’immaginazione. C’è chi sostiene che la scuola non è più al passo con i tempi e chi invece ribadisce che nonostante la globalizzazione, internet e l’avvento di nuove tecnologie e di nuovi stili di vita, le disuguaglianze sociali continuano negli anni a riprodursi, attraverso l’inclusione o l’esclusione dal sistema scolastico. In questo senso la scuola continua a essere il campo di gioco di questa partita fondamentale tra l’avere successo nella vita e il non averlo. I docenti devono essere consapevoli di queste problematiche per essere disponibili alle nuove prospettive didattiche. Gian
 
   
gabbiano642014
gabbiano642014 il 24/02/17 alle 09:11 via WEB
Buon fine settimana Gian:)
 
     
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 14:54 via WEB
Grazie! Trascorri anche tu tante ore liete in questa fine di settimana. Gian
 
cuoresereno
cuoresereno il 23/02/17 alle 10:08 via WEB
Lacrimoni di nostalgia,dolce Gian. Ricordi incacellabili anche per me. Ho rivissuto momenti, non rimossi, ma archiviati.Buongiorno,carissimo amico.Francesca
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:10 via WEB
Penso che tutti dovrebbero andare all’università e prendere una laurea e poi passare sei mesi come barista e sei mesi come tassista. Allora saremmo veramente istruiti.
 
gabbiano642014
gabbiano642014 il 23/02/17 alle 10:08 via WEB
Ti auguro una piacevole giornata Gian..:)
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:11 via WEB
Grazie! Buon pomeriggio a te. ^_^
 
maraciccia
maraciccia il 23/02/17 alle 12:39 via WEB
*____*...la mia si chiamava Rina,..
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:12 via WEB
Dal tuo sorriso deduco che sia stata molto simile alla mia Giulia! *_*
 
starseablu
starseablu il 23/02/17 alle 12:54 via WEB
Sarà un grande giorno quello in cui la scuola prende dallo Stato tutti i soldi che vuole e l’esercito e l’aviazione devono organizzare una vendita di torte per comprare bombardieri.Un abbraccio,Valentina
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:13 via WEB
Pensiero pacifista e molto condivisibile. Maggior denaro all'istruzione e alla cultura e nessuno alla guerra o come dicono i guerrafondai alla "difesa". Gian
 
Nuvola_vola
Nuvola_vola il 23/02/17 alle 13:19 via WEB
L'amore per il lavoro che si fa, bisogna crederci veramente...anche se poi ogni insegnante la vede a modo suo e qui ci sarebbe da dire moltissimo... Lavorare con passione e trasmettere passione agli alunni...dolce e amaro insieme...bel post carissimo...buon pranzo e magico pomeriggio
 
 
gianor1
gianor1 il 23/02/17 alle 15:20 via WEB
E' una mia convinzione che un bravo insegnante agevola i propri alunni nel superare i propri limiti, offrendo loro sfide di poco superiori alle proprie possibilità del momento. Direi che possiede abilità sufficienti per trovare il modo migliore affinché i suoi allievi interiorizzino il contenuto che vuole trasmettere. L'attitudine sociale forse non è evidente quando si è piccini, ma si nota facilmente nelle persone che la possiedono. Si trasforma in atteggiamento, in una disposizione positiva di fronte alle sfide che la classe può presentare. L'insegnante sostiene tutti allo stesso modo e non fa differenze, se non gli dispiace restare più tempo per spiegare a chi non capisce, se è cordiale e vicino agli alunni e, soprattutto, se possiede una grande dose di pazienza, allora è il professore ideale. Grazie. Buona serata. Gian
 
oltrelasera0
oltrelasera0 il 23/02/17 alle 18:47 via WEB
Maestro lo si diventa negli anni, dopo non pochi sacrifici, accompagnati da molta, molta pratica. Maestro in Cina è un appellativo che ha un significato di valore morale notevole, è un titolo che si conferisce a colui che riesce a creare un rispetto reciproco con i suoi allievi, molto simile a quello instaurato tra un padre e un figlio. Buonanotte Caterina
 
 
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 08:33 via WEB
I tempi cambiano e forse anche in Cina vi sono difficoltà a supportare i nuovi tempi che avanzano inesorabilmente. Buondì. Gian
 
virgola_df
virgola_df il 23/02/17 alle 19:45 via WEB
Quanti ricordi hai mosso, con questo tuo racconto, nella mia memoria. Ricordi antichi al profumo di quaderni e colori, di libri, di penne e calamai, profumo di ieri, profumo di buono. La mia maestra, signora Rogolino, rigida e severa, ma amorevole e cara come solo una mamma sa fare, non la dimenticherò mai. fa parte di me come una seconda pelle. Un abbraccio caro Gia e buona serata.
virgola
 
 
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 08:34 via WEB
Noto che abbiamo sensazioni e situazione in comune. Un dolce nostalgia ci pervade...Ciao e buondì. Gian
 
ondina32
ondina32 il 24/02/17 alle 15:36 via WEB
Anch'io ho un bel ricordo della mia maestra che era di una bontà infinita e tutti noi bambini le volevamo tanto bene e lei ce ne voleva a noi.Sia con me che con i miei compagni si è instaurato un rapporto affettivo che è durato anche dopo la scuola .Quando è mancata è come se avessi perso uno di famiglia.Buon fine settimana Gian.Ciao.Laura KLIKKA
 
 
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 17:16 via WEB
Noto con piacere che tutti i commenti descrivono positivamente le loro maestre. Tante ore liete anche a te per questa fine di settimana. Gian
 
molto.personale
molto.personale il 24/02/17 alle 17:57 via WEB
Delizioso fine settimana un abbraccio coccoloso
 
 
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 21:16 via WEB
Ma grazie della gentilezza. Trascorri anche tu serenamente la fine di settimana. Gian ^_^
 
riccidorati
riccidorati il 24/02/17 alle 18:33 via WEB
Al tempo in cui andavo a scuola io,le maestre erano agli occhi di noi alunne delle persone speciali che ci incutevano un po' di riguardo e per le quali avevamo molto rispetto.Ho avuto una maestra che tengo ancora nel cuore da tanto era buona e sapeva trasmettere una dolcezza infinita.Era paziente e sempre sorridente e capiva i suoi alunni come fosse una mamma.Non la potrò mai dimenticare; la maestra Verdi! Grazie Giano,per averci regalato un momento di deliziosa nostalgia.Buon weekend a te.Kiss-Giulia klikka for you
 
 
gianor1
gianor1 il 24/02/17 alle 21:18 via WEB
Mi rivedo completamente nell'immagine della tua maestra. Era così anche la mia! Grazie per l'auspicio! Trascorri con serenità e gioia questa fine di settimana. ^_^ Gian
 
Signorina_Golightly
Signorina_Golightly il 25/02/17 alle 10:52 via WEB
Bello questo post. Credo che stia producendo nei commenti un esponenziale crearsi di ricordi. È un post doppiamente creativo, perché fa scaturire commenti che a loro volta creano immagini. Così ecco la mia: la maestra Fiorella, la mia prima insegnante di italiano, storia e geografia. Col tempo ho capito che era giovane, pure se a me bimba pareva un'eroina dei film senza età. Aveva carisma, era più incazzosa della buona, ma ahimè noiosa,maestra di matematica, ma quando spiegava ti inchioda alle sue labbra. Il mondo si fermava, e io mi bevevo le sue spiegazioni, ero ipnotizzata. Amava inserire nelle lezioni più ortodosse anche adorabili approfondimenti sulle tradizioni: ricordo ancora con emozione la sua lezione sulle maschere di carnevale e quella in cui ci fece preparare il mosto. Nessuna come lei, anche se in quinta elementare cambia scuola, trovando la seria, gentile ed attempata Luisella, anche lei con poco carisma ma con ottimi gusti: è grazie a lei che mi sono innamorata delle storie del signor Veneranda e soprattutto di Marcovaldo, di cui ho più copie, una delle quali DEVE stare nel cassetto del mio comodino. :)
 
 
gianor1
gianor1 il 25/02/17 alle 12:52 via WEB
Niente di meglio dell'ironia di Carletto Manzoni e delle novelle per ragazzi di Calvino per introdurre un giovane alla lettura e alle prime problematiche della vita. Hai notato i ragazzi e le ragazze oggi hanno gli occhi cerchiati e tristi, il naso pieno di sonno, le spalle curve, le braccia penzolanti, lo sguardo perduto nel nulla, la bocca sem iaperta, i capelli stanchi. Sembrano posseduti dalla noia. Nessuno, o quasi tra quei ragazzi perduti nella nebbia, ha voglia di andare a scuola. Nessuno si vergogna di questo rifiuto. Discorrono in modo vuoto e spento, con parole senza vita, senza agilità e movimento. Cerco, come docente, di capire il significato della loro esistenza. Vivo l’insegnamento con questa “originale” consapevolezza di rappresentare l’inizio di un cammino da fare assieme che non può lasciare indifferenti: spinge a prendereposizione, a giudicare. E’ l’unico approccio che mi richiama a ciò per cui vale la pena vivere, mi spinge a essere irrequieto a “cercare” la totalità, a non accontentarmi di nulla che sia meno di questa totalità. Ecco allora che l’insegnamento diventa “relazione piena”, “dono” per quell’istante in cui ho sentito il mio destino (di docente) identico al suo (di allievo), in cui ci siamo incontrati, ci siamo riconosciuti anche senza dirlo, ci siamo voluti bene e abbiamo fatto un “pezzo di strada” assieme. Il tuo è un ottimo commento che mi suggerisce di far conoscere Carletto Manzoni ai miei allievi. Calvino l'hanno già sezionato volentieri.^_^
 
filoderbaromantico
filoderbaromantico il 25/02/17 alle 13:05 via WEB
Io sono certa che la tua maestra Giulia abbia influenzato di molto il tuo essere educatore. Buon week-end,Silvia:)
 
 
gianor1
gianor1 il 25/02/17 alle 15:22 via WEB
La capacità di ascolto, forse! Ciao. Gian
 
lacartavincente1
lacartavincente1 il 25/02/17 alle 17:18 via WEB
Ti lAuguro una meravigliosa serata che sia piena di gioie e colma d'amore nel tuo cuore..felice weekend
 
 
gianor1
gianor1 il 25/02/17 alle 20:27 via WEB
Cercherò di seguire il tuo gentile consiglio. Gian ^_^
 
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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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