Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Marzo 2020

Riconsiderare i giorni a venire con maggiore attenzione e ponderazione

Post n°924 pubblicato il 29 Marzo 2020 da gianor1
 

In questi giorni di separatezza comunitaria quasi cenobìtica ho pensato all'incredibile attitudine avversa del mondo occidentale di valutarsi, in una società radicalmente alterata, ancora sovrastante, quasi incontenibile sino al punto di farsi avvolgere in un'incontrollabile e mostruosa ansia di onnipotenza.
Probabilmente è una considerazione inopportuna e in questo momento mi auguro di avere esagerato.
Non è così, purtroppo. Anche noi, come il Pelide Achille siamo vulnerabili. Anche noi come il prode dell'ionico scrittore presumiamo di essere stati immersi nel fiume ìinfernale, le cui acque rendevano invulnerabili, siamo stati sorretti per un tallone che, quindi, invulnerabile non è.
Dunque, invece di accertare e verificare con razionalità ci abbattiamo rifugiando la nostra mente in illusorie e generiche parole d'ordine alla “andrà tutto bene”, sperando di garantirci una consueta e metodica riproposizione della normalità.
Ma in  questo momento è obbligo essere concreti. La nostra esistenza sarà ineguale anche per la semplice ratio che la nostra generazione, al contrario di quelle precedenti, ha una relazione con la fine della vita molto più irrazionale.
Si evidenzieranno molteplici diversità, come la capacità economica e la base democratica, altre non subiranno  evidenti cambiamenti  ma peggioreranno come l' equa distribuzione della capacità reddituale: molti di più saranno ancora più poveri e pochi saranno sempre più potenti e ricchi.
In questi frangenti ansiosi e dolorosi è necessario dedicare i nostri obiettivi all'emergenza ma è anche essenziale avere la potenzialità di riflettere sulle giuste esigenze del prossimo domani senza ìndifferenza, perché di insensibilità questa comunità lesa e indebolita non ha bisogno.
Riprendere in una nuova considerazione i giorni a venire, con modestia e con sagacia, solo così l'“andrà tutto bene” in prospettiva avrà un senso compiuto.
In questo periodo è necessario che la politica diventi estetica filosofica. È demoralizzante ascoltare voci da bar che sempre concludono “la politica in questo momento si faccia da parte”. Certo, deve abbandonare la polemica e le diatribe strumentali e tendenziose ma non deve rinunciare al suo ruolo e alla sua vera identità che ha come fondamento il progettare accordi, originando se necessario, sussulti culturali o financo sovversioni. Importante è agire con grazia come ne era persuaso il corsaro ed eretico ma versatle Pasolini rivolto ai giovani
del movimento di protesta del Sessantotto.

Il cordoncino musicaleche intesse l'intervento di questa ebdomada è uno dei pentagrammi romantiici del compositore normanno. La melodia minimalista
è un braccheggio di emozioni e sensazioni che trascende i limiti del "genere" per divenire un'icona della moderna musica da camera. L'esecutore accenna la delicatezza con cui la mano deve affrontare la tastiera e l'involto che si sublima tra le note è quanto di più commovente ed evocativo si possa immaginare. Espressione tenera quasi amicale, mnemonica, struggente.

                                         
  Considerazione filiale
Ieri sera la mia bimba chiedeva come mai i venditori di morte (tabacchini) sono aperti e Lei non poteva recarsi nella sua libreria per comprare una pillola di fantasia.
So che il presidente Conte non leggerà questo richiamo di mia figlia, ma sarebbe lui il delegato a dare una giustificazione (non una risposta).

                                             Appendice virale

La guerra contro il virus prosegue incessante ma di statisti non se ne vedono. Boris Johnson e Trump hanno sottovalutato la pandemia e i loro Paesi ne pagano le conseguenze. La Merkel, di fronte alle richieste di un'Italia stremata, ha risposto con un “nein”. Il capo di un piccolo Paese, invece, con un semplice gesto e poche, toccanti parole, ha assunto la statura di un gigante. È il presidente dell'Albania Edi Rama: "Gli albanesi non abbandonano mai un amico in difficoltà", ha detto alla partenza di un team di 30 medici e infermieri per Milano. "L'Italia è casa nostra da quando i nostri fratelli e sorelle ci hanno salvato, ospitandoci mentre qui si soffriva. Paesi ricchissimi hanno voltato le spalle. Ma forse perché non siamo ricchi e neanche privi di memoria, non possiamo permetterci di non dimostrare all'Italia che l'Albania e gli albanesi non l'abbandonano". Una lezione di Europa unita.

                                         Seconda Appendice Virale

C'è gusto e gusto. E' falso che “tutto fa brodo”, al telefono mamma mi dice che è un vecchio slogan di Carosello. E mi suggerisce ancora dalla pubblicità di quegli anni, sempre di moda “con quel sorriso può dire tutto ciò che vuole”: io dico non sempre e comunque. Se una giovanissima Virni Lisi conquistava gli italiani, Barbara D'Urso con la recita più teatrale che mistica de “L'Eterno riposo dona a loro Signore”, mi ha irritato e ferito. A fomentare l'incendio della questione ha dato una mano pure Matteo Salvini che ha accompagnato la signora D'Urso nella preghiera. “Splenda ad essi la luce perpetua, riposino in pace. Amen”. Si spengono le luci e da quel che leggo nei quotidiani e anche nei social tanti come me s'indignano: “Un'offesa a tutti, soprattutto ai cristiani”, “Rasenta il ridicolo” sono i giudizi più gentili, tutto il resto si può facilmente immaginare. “Io lo posso recitare, perché tutte le sere faccio il rosario”. Padronissima di sgranare dieci rosari al giorno che male non fanno signora ma in privato, di notte, prima di prendere sonno. In tivù no, puzza tanto di audience a basso costo e quella che si vorrebbe far passare per implorazione divina sa di furbata inopportuna. Giusto per capire, una cosa sono le preghiere nelle chiese e nelle piazze deserte, altra lo show al calduccio dello studio televisivo con il motto fisso in testa: sparate anche cavolate in fondo qualcosa resterà.

                                          Terza appendice virale

La catastrofe che stiamo subendo lascerà residui evidenti sulla scatola nera del governo attuale. Dagli atti emanati decodificheremo cosa sia accaduto: come si fa dopo un disastro aereo per accertarne le cause. Il coronavirus lascerà morti e drammi sociali, ma passerà. Non so se, come annunciano improvvisati profeti, dopo l'epidemia “nulla sarà come prima”. C'è sempre chi, per stupire, gioca al rialzo. Riferendoci all'Italia non auspico una rivoluzione giacobina, sarà sufficiente la scomparsa dal radar politico dell'allegra compagnia di giro che ha occupato i palazzi del potere nel marzo di due anni fa, un'amena combriccola di dopolavoristi in gita premio. Una comitiva di ragazzi perdigiorno, che appena scesi dal triciclo hanno preteso di guidare una Ferrari. Hanno la fantasia dei bambini, che non pongono limiti all'immaginazione: si convincono di comandare astronavi e di percorrere strade stellari; distribuiscono soldi finti, caramelle, illusioni. Sono ingenui, si sentono onnipotenti. Le loro fughe dalla realtà mi inteneriscono. Fa tutto parte dello stupendo gioco dell'infanzia. Se diventeranno adulti forse capiranno di aver perso l'adolescenza.

 
 
 

Il niente ammanta il tempo

Post n°923 pubblicato il 22 Marzo 2020 da gianor1
 

Talvolta lo scorrere del tempo appare un'iniqua prevaricazione.
L' improba e implacabile tirannide, l'affanno quotidiano che non approda a nessuna conclusione. Mezzi di comunicazione, impegni lavorativi, obiettivi solo materiali come i soldi, la ricerca ossessiva di un aspetto esteriore e superficiale
per ambire ad una elevata e immeritata posizione lavorativa e sociale.
Non esercitiamo più la pazienza e la pacatezza;  ci lasciamo trasportare  più da frenesia e ansietà eccessive quindi irrazionali.
Spesso è complicato sostare un momento per rimirare un cielo blu, o gioire dei colori di un tramonto oltre l'orizzonte del mare; accompagnare un vecchio per agevolare il suo lento cammino, asciugare  il sudore che  scende sulle sue gote e magari accarezzare con delicatezza i candidi e fragili capelli vissuti.
Non reperiamo uno scampolo di tempo da dedicare ad un amico disabile e con lui assaporare il profumo dell'erba fresca lambita dalla rugiada del mattino, cogliere delle pratoline variopinte, o un rarissimo quadrifoglio porta fortuna. E poi alzare il viso per stupirci delle nebule nivee che giocano con il vento, magari descrivendo i profili come luoghi e visi conosciuti o ricavando storie straordinarie dal volo semplice  di rondini, accordato da melodie incomparabili.
Ma all'improvviso tutto si dissolve a fronte dell'insegna del super mercato e allo squillo dello smartphone che implacabile rammenta tutte le incombenze; sullo schermo l'agenda non molla e costruisce un presente che dopo poco non è più tale, come le notizie che si susseguono.
Vabbè tanto sono tutte identiche e la maggior parte non lascia impronta nella nostra memoria. Ogni giorno sono le stesse, quasi ricorrenti
Anche le catastrofi naturali, i conflitti e le criticità sono diventati esperienze ripetitive, a cui ci assuefiamo colpevolmente. Ingenuamente reputiamo che a noi non possa accadere. Invece il dramma di questi giorni dovrebbe farci intendere che la solidarietà e la consapevolezza sono comportamenti da porre sempre in primo piano.
Le menti agiscono veloci su tastiere potenti che commentano il nulla, gli incontri e i dialoghi riflettono esistenze di chi si sente quasi obbligato ad essere presente e naviga ormai nel vuoto.
Il nulla avvolge: video, foto, musica e rumore.
È più facile fare solidarietà a distanza, un’azione o un’adozione lontane, che metterla in pratica tutti i giorni, in prima persona, spendendosi in energia e sentimenti.
A parte il coinvolgimento emotivo, questi comportamenti richiedono tempo. E noi non ne discopriamo intenzionalmente e forse anche colpevolmente.

La dipanatura musicale per questo intervento, seppur in contrasto con la tematica, appare consolatoria.
La sonata dialogizzante tra violino e pianoforte sottintende freschezza, serenità e senso gioioso della vita. Soprattutto in questo primo movimento è di grande cantabilità con tono dolcemente melodico e di ampie dimensioni. Esecuzione concertistica di magnifica eleganza.

                                            Appendice virale

Diceva Flaiano che la stupidità degli altri l'affascinava, ma che preferiva la sua. Il geniale e ironico scrittore mai avrebbe pensato che uno strano genere (dis)umano dotato di cervello basaltico, un giorno avrebbe mortificato la stupidità a tal punto da trasformarla in mascalzonata infettante. State a casa, non uscite, è il mantra che ci accompagna per 24 ore e l'infame invece che fa? Pur di far respirare un cervello che non ha gira i market da nord a sud con la scusa di accattonare qua e là un chilo di pasta, la passata di pomodoro, due panini, un etto di mortadella e un bricco di latte. Cura il risparmio? Forse, non la salute. Peggio l'imbecillissimo che col poliziotto si giustifica: se non bevo non campo, esco per ubriacarmi. Un mondo vario ma non bello: pessimo. C'è chi non resiste all'arrosticino in allegra brigata e chi non rinuncia a un giro di tango argentino. Chi raduna gli amici per discutere della crisi di coppia in periodo di coronavirus. Mi piacerebbe che questi idioti entrassero in un hotel  dalle mille sbarre. Ormai nella testa degli stupidi c'è una specie di album delle figurine dove ciascuno ha la sua casella. Lui e lei avevano anche il lettino nel ribaltabile: atti osceni può essere, fuori orario di sicuro. Buona fortuna ai cretini e, se loro permettono, anche a me.

                                          Seconda Appendice virale

"Stringiamci a coorte”. Il virus chiamò. Accorpiamoci, uniamo le forze, non disperdiamole in contrapposizioni sterili. Ascoltiamo il monito del Colle. Nella storia della nostra Repubblica i Presidenti hanno dato il loro meglio tacendo e il loro peggio parlando troppo. Tacere è il modo per dare più forza alle parole quando il momento storico impone di pronunciarle. Questa volta Mattarella ha colto nel segno. Ha detto ai politici: rimandate al dopoguerra virale le vostre beghe; ai vostri interessi personali e di partito anteponete quello della nazione; non speculate per guadagnare consensi sulla pelle dei malati e sulla memoria dei defunti. Rinviate la resa dei conti. Perché una resa dei conti ci sarà. Qualcuno dovrà spiegare perché proprio l'Italia ha più morti della Cina; perché tutti gli interventi contro il Covid sono stati di reazione e non di prevenzione; perché da noi l'epidemia è esplosa prima e più letale che in ogni altro luogo dell'Occidente; perché Conte si è accorto che era scoppiata la guerra quando l'invasione era già avvenuta; perché ci ha corbellato dicendoci che "siamo un modello per il mondo". Ora però dobbiamo uscirne vivi. Poi si vedrà. Non avendo di meglio affidiamoci al ministro della Salute, un signore che, mancando di risolutezza, confida nella Speranza. Basterà?

                                          Terza appendice virale
Questo stramaledetto coronavirus non solo mette in pericolo le nostre vite e la nostra salute, ma ci ha stravolto le abitudini. Niente più code ai semafori, niente caffè al bar, niente pizza con gli amici, niente partita allo stadio. Nel mondo, non c'è traccia di vita normale. New York City ha abbassato le saracinesche, e se lo fa - per dirla con Frank Sinatra - “the city that never sleeps” (la città che non dorme mai), beh, è cosa seria. Eppure, c'è chi riesce a condurre una vita normale, come se la civiltà occidentale non stia vacillando sotto i colpi di un nemico visibile solo al microscopio. Il Pentagono, ovvero il ministero della Difesa statunitense, ha annunciato di aver testato un missile ipersonico equipaggiato con armamenti. Sono strumenti di guerra capaci di viaggiare a 5 volte la velocità del suono e raggiungere obiettivi lontanissimi in una manciata di minuti, non dando così il tempo al nemico di neutralizzare la minaccia. Insomma, mentre si teme per il futuro del nostro mondo, ci sono imbecilli che giocano alla guerra come se nulla fosse. Nel caso il virus non riuscisse a sterminarci, ci sarebbero i generali americani pronti a farlo.


 

 
 
 

Spigolature autobiografiche

Post n°922 pubblicato il 15 Marzo 2020 da gianor1

Estrapolazioni semi serie dalla mia effemèride settimanale.

Lunedì 9 marzo

Si può arrivare alla stessa meta
seguendo narrazioni diverse.

Martedì 10 marzo

Non è che devo mettere a posto la mia vita,
devo mettere in ordine la mia scrivania.

Mercoledì 11 marzo

E' indubitabile che un giorno mi mancheranno quegli occhi lucidi, quel labbro imbronciato
e quella voce ferma che mi dice: "Cattivo. Sei il papà più
 cattivo del mondo".

Giovedì 12 marzo

La mia giornata è un svoltolare di fatti consueti
Il mio quotidiano è un srotolare di fatti incomparabili
Qualcuno mi può prestare un rotolo di tessuto assorbente

Venerdì 13 marzo

E se io potessi sospendere il tempo, 
questo è uno dei momenti che fermerei.
E ci si mette pure
la luna sul mio adorato mare.

Sabato 14 marzo

Oggi m'incantano i frangenti spumeggianti che lambiscono intensamente l'arenile del mio Poetto.
Non iniziano, non terminano, proseguono senza fine
.

Lunedì 16 marzo
Oggi il mio pensiero va ai testimoni di Geova. Proprio ora che ci avrebbero trovati tutti a casa non possono uscire a citofonare. *

Epistemologia conclusiva e semplicistica
In questo momento ho la sensazione di promanare il sapore delle mie elucubrazioni come  la quiete e la dolcezza dell'aroma del caffè mattutino, in un contesto dove il tutto si perde nei colori dell'aria.
Forse questa è la mia sorte: perdermi tra i lemmi, in un glossario di immagini e di obiettivi, di assegnamento, affinchè un solo termine possa far sopravvivere il mondo, la realtà che lo delimita, anche se, a volte, non ne riconosca la concretezza.

La cornice melodica di questa settimana segue lo schema formale del prete rosso ma il tema è squisitamente del genio di Eisenach: sono frasi semplici, ritmicamente precise e squadrate, ben scandite e armonicamente suscettibili di ampi sviluppi. La sonorità del pianoforte si esprime nell'ambito di una nobile spiritualità musicale.

                                                
Appendice virale
La pausa di questi giorni diventi un ozio creativo, non paranoia; alimentiamo interessi culturali alternativi a quelli monotoni della quotidianità. Chi può scriva, in concorso con altri, il suo Decamerone. I sistemi telematici ci consentono di fare gruppo anche a distanza. Restiamo diffidenti l'uno dell'altro come il coronavirus  ci obbliga; ma ripariamoci dietro uno schermo di computer, non di cemento armato. imperativo etico. Persino la Chiesa s'è messa in quarantena. Sprangati i portali della basilica di San Pietro, abolite le funzioni religiose. Solo benedizioni virtuali, messe e omelie in streaming, dieta eucaristica. I valori spirituali retrocedono, quelli materiali avanzano. Eppure nei momenti gravi dell'umanità la Chiesa aveva sempre fatto sentire la sua voce perché anche l'anima ha bisogno di cure. La religione era un rifugio, prospettava il miracolo. Ma i tempi cambiano. I papi pure.

                                Appendisce bislacca

Bizzarrie quotidiane in tempo di coronavirus. I malati di calcio, orfani di serie A, Champions e, nel prossimo futuro, anche dei campionati europei, si consolano in streaming, assistendo alle uniche partite che si disputano in giro per il mondo, quelle del campionato dello Zimbabwe e del Guatemala. Siamo al limite del masochismo. La cattiveria umana non conosce sosta, in Kenya i bracconieri hanno ucciso due rarissimi esemplari di giraffa bianca. Adesso, ne resta una sola. Ah, compie trent'anni il cult di Mietta e Amedeo Minghi, “trottolino amoroso dudu dadadà”. Tornando agli animali, c'è stato un boom di abbandono di cani, considerati “contagiosi”. Il coronavirus ce lo hanno trasmesso i pipistrelli, non i cani. Idioti. Di questa pandemia si è scritto e detto tutto e il contrario di tutto. “Il virus nell'ambiente muore dopo pochi minuti”. “No, dopo dodici ore”. “La distanza di sicurezza tra le persone è un metro”. “No, quattro e mezzo”. “Il vino, se superiore a 15 gradi”, hanno sostenuto gli enologi, ”uccide il virus nel cavo orale”. “Obbrobrio”, sono insorti i medici. Che avranno sicuramente ragione. Il vino non ci protegge dal virus, ma dalla malinconia di questi tempi sì.

 
 
 

Quando la cultura č un accessorio

Post n°921 pubblicato il 08 Marzo 2020 da gianor1
 

Avendo seguito gli studi classici ho scientificamente verificato e rigorosamente valutato che la lingua italiana sia un'emanazione romanza, cioè una derivazione volgare del latino.
Invece ascoltando  un telegiornale ho appreso, stupefatto, che proviene dall' "americananza" (vocabolo inesistente ma fa rima con romanza!). 
Cioè impostata da Seneca, Catullo e Orazio, attraverso l'Alighieri, il Petrarca, Macchiavelli e Manzoni viene rinnovata da Fonzarelli detto Fonzie e  incrocia Moriconi Aldo (Sordi) nel film "Un americano a Roma".
Ricordate la scena del piatto di pasta?
Il nostro meticoloso ministro degli esteri, fermamente persuaso, pronuncia la parola "virus" con la fonetica anglicizzata di "vairus".

Deplorevole esterofilia che per il vocabolario Treccani consiste nella “esagerata simpatia per le idee, i costumi, i prodotti, i vocaboli stranieri”.
Pertanto a palazzo Chigi non abbiamo Peppino ma Peppaine: è più consono e modaiolo. Probabilmente lusingherà il misoneista presidente yankeee.
D'altronde anche il guardasigilli ha confezionato una riformina della prescrizione  che finalmente ha concluso l'aiter.
In attesa che al dicastero degli interni il ministro lasci il passo a un internista specializzato o meno e che per la Sanità si individui un sanitario, candido e igienizzato, rintracciabile nella toilette del Parlamento, esorto il ministro dei beni culturali a fare attività  ginnica dandoci dentro di brutto, se non vuol finire sostituito o esonerato.
Stiamo attraversando un periodo  grave e serio: per la Cultura urge un culturista.

Poichè l' amarezza è talmente opprimente, ho scelto, per questa ebdomada,
di privilegiare un tema musicale lenitivo per la mia malinconia : ed ecco una composizione piuttosto articolata e brillante basata, con poche deviazioni, sulle varie fortune del capriccioso tema di base. Tuttavia il fine ricreativo è raggiunto con il ricorso a una tecnica strumentale non particolarmente impegnativa, ma tecnicamente professionale e abile.

                               Appendice virale

Ministri e sottosegretari annaspano. Si credono statisti, sono invece modesti impiegati statali. Della politica non conoscono né la grammatica né la sintassi. Il loro capoclasse è spaurito, scrive sulla lavagna numeri a caso e li cancella, poi li riscrive e li ricancella. Annuncia e ritrae, promette e smentisce in preda a un disturbo da tic motorio e vocale persistente. Il governo non ha gestito l'emergenza, ma dall'emergenza s'è fatto incalzare. L'Italia in questa drammatica circostanza della storia è stata sfortunata. Il nemico, insidioso e invisibile, l'ha sorpresa senza protezione. Mai dalla nascita della Repubblica si era trovata in una condizione peggiore: non ha politici di valore, né a destra né a sinistra, né al centro né altrove; non al governo non all'opposizione. Non ha leader, ha solo mercanti di poltrone; ha tribuni della plebe, non consoli. Dopo l'incubazione verrà l'incubo: avere ancora questi governanti.

 
 
 

Alteritā

Post n°920 pubblicato il 01 Marzo 2020 da gianor1
 

Ho davanti a me una pagina vuota del diario che determina una sorta di contrazione negativa della mente, perchè non so cosa descrivere.
Appare quasi un cenobio questo foglio anche se non ho nessun motivo per sentirmi un eremita se non per schermare la mia esistenza con tutte le ragioni e le forze che possiedo.
Spesso ho la presunzione di intendere la personalità con cui ho un dialogo, di intravedere il carattere della persona che ho di fronte.
Illusione altezzosa ed egocentrica!
Spesso, ahimè, non capisco me stesso e, a volte, non sono neppure in grado d'intravedere la mia interezza, anche dinanzi a una superfice riflettente; nemmeno nei sogni dove ho costantemente  un'allegoria nebulosa di me stesso.
Qualche psicologo afferma che sia lo sguardo dell'altro a dirmi chi sono: la chiamano alterità, il non io.
Perché scrivo tutto ciò?
Non so, o forse sì. Plausibilmente cerco qualcosa nelle vostre espressioni, nelle vostre risposte, che narri qualcosa di me.
E vado alla ricerca di una sicurezza in altri che non  incrocio fisicamente (con questo non sto dicendo che siete frutto di una mia fantasia o che stia giocando a inventarvi), che abbia l'intelligenza di saper esistere senza conformismi, che abbia una onestà morale e intellettuale nell'intesa di mettermi a nudo dicendo tutto e niente, dando sempre l'impressione che quando sto per cogliere qualcosa, è già sfuggita di mano.
Io amo il cosmo come contenitore del tutto. Io amo l'atmosfera onirica di una esposizione narrativa, sia essa un saggio culturale o una dolce fiaba, e in questo scorgo la vera essenza del vivere.
Anche chi non esiste, esiste nella vita degli altri (citazione che nemmeno ricordo più dove l'ho letta).

La struttura sonora settimanale è in grado di modulare il mio umore ed influire

in maniera rilevante nel contesto quotidiano e, in una prospettiva più ampia. Nel contempo l'esecuzione cadenzata tra piano e orchestra trasmette la leggiadria della successione lineare di suoni e sollecita le impressioni originali del compositore.

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

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Spigolature

AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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