Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Aprile 2020

Io sono altrove

Post n°928 pubblicato il 27 Aprile 2020 da gianor1
 

Ho deciso, sì ho tolto l'ancora e issato le vele alla mia barca. Sì, sono fuggito, un evasione vera e propria. Ho preso il largo orientando la rotta verso una navigazione distante da scogli e vortici; un tragitto improvvisato ma distante da confini obbligatori.  Il virus  ha indotto a pensare che gli steccati servono, quelli effettivi e quelle metaforici. E che una barriera non segna la linea di demarcazione fra buoni e cattivi. Mi sono allontanato dalla vita quasi monastica perché avevo bisogno di libertà: soltanto e semplicemente per questo. Per carità, però, non giudicatemi superficiale o comodo nel mio egoismo. Riletti, come libri d'occasione, "Moby Dick "e "Ventimila leghe sotto i mari," scemata la moda dei canti dalle finestre e dai balconi, che era proprio una scemata  da carcerati, mi sono imbarcato. Prima che le forze dell'ordine e quelle armate mi cerchino per ricondurmi in cattività, preciso che la mia è una fuga ideale. Ho lasciato il corpo a casa e me ne sono andato per attraversare il mio adorato mare. Se lo vogliono trovare, il mio corpo, è di certo accasciato sul divano davanti al televisore spento, e di quello devono accontentarsi. Ma non trovano me, io non ci sono. Io sono altrove, lontano dall'incubo, cullato da un sogno. I sogni sono la ricchezza dell'anima e non voglio rinunciarvi. Non fatelo sapere però ai burocrati di stato: potrebbero venir loro in mente la funesta idea di una patrimoniale anche sui sogni.

L'armonia che contorna l'intervento settimanale è trasparente e quieta, nel contempo genera un senso di calma e serenità. Il pentagramma, ben eseguito al pianoforte, denota una serie di lunghi arpeggi recuperando la cantabilità senza abbandonare la mirabile complessità delle modulazioni e dell'armonia. Importanti particolari che increspano il limpido specchio in cui dovrebbe riflettersi l'animo meditativo. Così il Compositore, uomo del suo tempo, piega la moda alle sue esigenze interiori.

                                                      
Appendice virale

In qualche messaggio che mi è giunto in questi giorni o commento nel mio blog, qualcuno insinua che io ce l'abbia con Giuseppi il nostro presidente e la sua pochette. No, semmai è lui che ce l'ha con me. Lui mi dà ordini perentori, io devo ubbidire. Lui può tutto, io nulla. Lui gioca all'attacco, io in difesa. Mi ha preso di mira approffitando della mia debolezza attuale. Pretendo il rispetto dei diritti costituzionali, coltivo idee liberali e preferisco la democrazia alla sua autocrazia di uomo solo al comando, seppure tenuto al guinzaglio. I suoi decreti pasticciati sono dispotici. C'è da preoccuparsi, ma non da avere paura: lui e i suoi uomini non sono da golpe, al massimo da spaventapasseri. Domenica sera, per stimolarmi i succhi gastrici prima di cena, approfittando del televisore lasciato da me incustodito, è entrato in casa mia. Volevo chiamare la polizia, ma mi sono ricordato che la polizia è lui. Il Conte questa volta è passato dal sermone parrocchiale alla messa cantata: oh quanto sono bravo, oh quanto sono bello, l'Europa mi ammira. Non siamo i primi al mondo per morti da coronavirus, ma solo secondi. Quello sbruffone di Trump mi ha battuto. Ora siamo in convalescenza, ma non abbassate la guardia. Raccomandazione inutile: signor Presidente, quando la vedo comparire in Tv mi pongo sempre sul chi va là. L'istinto di sopravvivenza prevale anche sull'affetto che nutro per lei.

 
 
 

Spigolature autobiografiche

Post n°927 pubblicato il 20 Aprile 2020 da gianor1
 

Estrapolazioni semi serie della mia effemèride settimanale

Lunedi 13 aprile

Tra le mie letture riprendo Benedetto Croce, secondo cui, tutto sommato, “Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di più gente onesta”.

Martedi 14 aprile
Due fenicotteri
aleggiano in un cielo cristallino. Un volo elegante come il pensiero. Pensiero, oggi,intorpidito dall'attualità inquietante.

Mercoledi 15 aprile
È incredibile vedere come, nonostante sono ormai assuefatto da questa società di prodigi tecnologici, rimango incantato nel guardare un arcobaleno!. Il sublime kantiano.

Giovedi 16 aprile
Vorrei Vorrei controllare la mia mente, come lei controlla me.  Vorrei poter veleggiare per accorciare le distanze tra la mia fantasia e la realtà.  Vorrei tornare indietro nel tempo con la consapevolezza del tempo che è già passato.  Vorrei essere qui ed essere dove non sono.   Vorrei non dover scegliere, mai.  Vorrei. 

Venerdi 17 aprile
Le reti sociali di comunicazione sono il tramite per l'immortalità della mia coscienza tecnologica. Al  tramonto fisico, tutti le personali caratteristiche sopravviveranno e rimarranno intrappolate nella rete, continuando a essere visitate continuando a ricevere notizie, continuando a vivere...per l'eternità.  Le registrazioni personali, nell'impossibilità di essere cancellate da me,  legittimo detentore della chiave di accesso, porteranno la mia essenza immateriale oltre la morte, nel tempo infinito del
lo spazio virtuale facendomi vivere in eterno in questo "paese delle meraviglie" che è la rete, dove niente è come è, perché tutto è come non è.

Sabato 18 aprile
Umanità, che fastidio.! Si muove come una sola entità: senza ratio, senza cuore, sospinta dal vento della consuetudine. Non le persone. Le persone hanno anima e pensieri. A volte mi preparo all'incontro dell'umanità e il destino mi stupisce regalandomi persone. E quando incontro le persone la mia anima respira. Difficile trovarle in questi giorni.


Domenica 19 aprile

Affanno palesemente nel vortice di un dramma virale e purtroppo ci devo stare. Vabbè imparerò a seguire la sua corrente.
Accetto e accolgo confusione, malinconia, sofferenza e assurdità. Sosto  involontariamente nel centro della spirale, ora sono costretto a fare silenzio e ascoltare la coscienza, decidendo un nuovo percorso.  Danzo nella tempesta, fino a che non esaurirò le forze.

Lunedi 20 aprile
Una strana pantera è sempre dietro di noi. E' indistinguibile, spietata e rapidissima. é giunta dalla terra de " L'ultimo imperatore" e mentre pensavamo dove andare a rifugiarci  ha leso profondamente la mente.
Ma appena ci siamo bloccati, ha rallentato e poi si è ingannevolmente adagiata. Se corri, ti insegue e ti sbrana. Se ti fermi si ferma anche lei. Ma ci vuol tempo per capirlo perché quando ti ferisce, ecco un'altra stranezza, la lacerazione appare solo dopo giorni e giorni. Quindi magari sei immobile da un po' e lei pure, ma d'improvviso riprendi a sanguinare.
Servirebbe un'arma per ucciderla e la stanno preparando, ma ci vorrà tempo. Servirebbe una frusta per tenerla a bada e addomesticarla un po', ma è in gran parte da inventare.
Certo, finché stiamo immobili sta immobile anche lei, ma così rischiamo di morire di inedia. E quindi stiamo cercando di capire se spostandoci pianissimo e con intelligenza, un passo dopo l'altro, possiamo ingannare la pantera e riprendere a muoverci. Per non morire mentre ci fingiamo morti.
L'unica certezza è che nessuno sopporta più i crampi né la fame. Ma se urliamo che ormai la pantera è alle spalle e ci mettiamo a trotterellare, siamo finiti. Perché la pantera, appunto, è alle spalle.
Chissà, raccontata così magari Trump no, ma almeno il comandante Giuseppi e compagnia la capiscono.


Il solco melodico che percorre l'intervento di questa ebdomada ispira un atteggiamento meditabondo, e lo studio eccellente del pianoforte è proiettato verso i pentagrammi delle ultime composizioni dell'autore. La percezione dell'elaborazione musicale conduce ad una introspezione personale che il compositore alemanno indetta di percorrere con sensibilità interiore.

                                                  
Appendice virale

Il Padre nostro dice: “Liberaci dal male”. C'è chi si affida all'Infinito e chi al finito; preti e medici che fanno della professione e della vocazione una santa-laica missione. Superano 140 i morti in camice bianco e più o meno in tunica nera; samaritani che, col bastone di Asclepio incollato al bavero e altri col libro della misericordia sempre aperto, combattono “usque ad mortem”. Dispensano scienza con coscienza, pane con amore. Non sempre medicina e preghiera fanno il miracolo ma il medico è il santo del possibile e l'Onnipotente non è la Protezione civile in terra. Se però la Messa mattutina di Papa Francesco riunisce davanti alla tivù milioni di persone e le immagini dei medici disarmati in prima linea suscitano ammirazione in tutti, significa che sta sorgendo un mondo dove le rette parallele possono convergere nel bene comune. Parole di Fabrizio De André, che con la fede non ci stava: "Durante il rapimento mi aiutò la fede negli uomini, proprio dove latitava la fede in Dio. Ho sempre detto che Dio è un'invenzione dell'uomo, qualcosa di utilitaristico, una toppa sulla nostra fragilità. Ma, tuttavia, col sequestro qualcosa si è smosso. Non che abbia cambiato idea ma è certo che bestemmiare oggi come minimo mi imbarazza". Un lampo in un orecchio, nell'altro il paradiso.

 
 
 

Guardare al futuro

Post n°926 pubblicato il 13 Aprile 2020 da gianor1
 

In questi giorni repleti di ambascia e tribolazione dobbiamo imprendere considerazioni e ragionamenti di ampia prospettiva, non immettendo nell'attualità degli accadimenti norme (soprattutto in via sensazionale), su un tempo a venire non confacente alle nostre immediate ed egoistiche aspettative.
E' in atto un certame che ci propone di andare oltre noi stessi per affinare le nostre competenze e priorità. Dobbiamo ragionare in modo collettivo, più noi meno io, in modo che l' agire personale sia di servizio alla comunità.
Non siamo isolati ma un tassello immesso in un equilibrio naturale che ha necessità di non essere incrinato in modo illimitato, in alternativa ne pagheremo un prezzo eccessivo e probabilmente irreparabile.
Dobbiamo mettere da parte ragionamenti personali ed egoistici e comprendere che facciamo parte di un sistema sociale e da un sistema ecologico che sono obbligati alla conservazione dei nostri valori.
Il virus che ci attanaglia è una realtà  che porta anche alla finalizzazione dei ragionamenti su esposti. Sarebbe un comportamento irrazionale da folle misconoscerlo.
Dovremo ripensare ogni azione, rendendo le occasioni di crescita per tutti, evitando che i più deboli siano i meno agevolati.
Questo tempo iniquo deve proiettarci verso un evoluzione giusta, equa della società, piuttosto che seguire le regole di un consumismo sfrenato che porta soltanto alla solitudine psicologica, priva di valori essenziali e dignitosi.
Probabilmente acquisteremo un atteggiamento più consapevole. Ci vorrà coraggio e prospettiva politica: poi torneremo a danzare insieme a dispetto di chi ci  voleva consumatori come monaci schiavi esclusivamente e tramite la rete telematica.

La traccia melodica è  un operazione di raffinato esito intellettuale, prima che musicale,
analogo sotto molti aspetti alle alliterazioni di Rossini, reso possibile, d'altronde, solo da un compositore di genesi classicista. Gli stilemi della musica romantica si presentano come depurati, oggettivati, e quindi trasgrediti. Non a caso la partitura accoglie numerose citazioni, da autori iper romantici, come Berlioz e Mendelssohn, o anti romantici, come Offenbach.

                                                
Appendice virale

Un detto assai popolare afferma che non tutti i mali vengono per nuocere: balle. Tranquilli, ne usciremo ma i vaticini da marchetta del “niente sarà più come prima". Dipende. Se arrivano gli eurobond tutto sarà come prima: ricchi premi e cotillon, giura il nostro vacillante presidente del consiglio. Se invece gli odiati nordisti europei dovessero sgambettarmi rifilandomi il Mes che affermo di conoscere come distinguevo le bidonate prese con Parmalat, la musica cambierà. Sarò più indebitato, più povero però ricco. Sentite infatti cosa ne pensava Goffredo Parise: "Povertà è godere di beni minimi, quali il cibo necessario e non superfluo. Povertà e necessità sono i mezzi pubblici, necessaria è la salute delle proprie gambe. Povertà è assaporare il pane, l'olio, il pomodoro, la pasta, il vino: i prodotti del nostro Paese". Sfrutto la vita monacale di oggi per rinfrescare la mente, tiro fuori le foto ingiallite per scoprire che un altro futuro è possibile. Un esempio d'alta antropologia applicata. Forse niente sarà come prima, di certo io non saro più quello di prima.

 
 
 

Dantedė

Post n°925 pubblicato il 05 Aprile 2020 da gianor1
 

Una decina di giorni or sono avremmo dovuto celebrare il “Dantedì”, un modo frivolo per dire “Il giorno di Dante”. Sarebbe stata la prima volta. Questo riconoscimento alla grandezza del divino Poeta è omaggio tardivo al Padre della nostra lingua. Nel 2021 ricorrerà infatti il settecentesimo anniversario della sua morte. Nessuna eco hanno avuto le celebrazioni virtuali svoltesi in pochi santuari della cultura. In questi giorni il coronavirus focalizza ogni attenzione. Come è giusto che sia: “primum vivere, deinde philosophari”. Eppure Dante, in questo momento storico, avrebbe molto da insegnarci. La sua “Comedia”, che Boccaccio battezzò Divina, si adatta a ogni tempo perché non c'è virus che modifichi nel profondo l'animo umano. L'Italia-Nazione di allora non è diversa dall'Italia-Stato di oggi. Ancora guelfi e ghibellini. E tanta dotta ignoranza. Nella cupa grandiosità del suo Inferno Dante non metterebbe a cuocere anime insignificanti come tanti politici nostrani di destra, di sinistra, di centro e di sbieco. Non ne hanno la statura satanica né il valore perverso. Li lascerebbe carponi a razzolare sulla terra. Pena singolare, invece, per il duo-fenomeno Conte&Casalino. Li condannerebbe a mandare in onda il loro cabaret politico non da Palazzo Chigi ma dal Bagaglino. Che non a caso sta a Roma in via dei Due Macelli.

La melodia che transita lungo il tracciato della lettura è talmente celebre che non dovrei aggiungere altro. Però mi piace sottolineare la versione pianistica a quattro mani che apre uno squarcio romantico, come un arcobaleno tra cielo e mare. Come uno splendido chiarore negli occhi di un' amante o  un sogno fantastico che regala meraviglie in ogni nota. Come il sorriso dolce ed ingenuo di un bimbo o la tenera e malinconica blandizia di un vecchio,

                                        
Appendice paterna

In questi giorni ascetici quasi monacali tra i tanti pensieri che mi sorreggono vi è quello in cui trovo che la vera alternativa  alle difficoltà attuali sia essere il più possibile normale. Per questo motivo considero un valore etico e morale quello di educare mia figlia alla capacità di sceltà affinchè nella sua libertà sia premiante la mia rinuncia.

                                        Appendice virale

In una storiella spiritosa il preposto di una località turistica, preoccupato per la chiesa sovraffollata di villeggianti, ordina al sagrista di non far entrare più nessuno. Di lì a un po' arriva trafelata una monaca che giura di dover parlare con urgenza al sacerdote. Il sagrista fa il duro ma la monaca insiste e alla fine l'omaccione cede: "Ok, ma se la becco a pregare la pesto".
La storiella mi ha fatto venire in mente Salvini, quando, in delirio mistico da sondaggio, propone di aprire le chiese ai fedeli almeno per Pasqua "magari un po' alla volta, in quattro o cinque". A parte la follia epidemiologica (tutti spaventati per i due passi dei bimbi sotto casa e poi sparpagliamo degli sconosciuti, magari anziani, in ambienti chiusi) e a parte il cinismo del meneghino che non rischia perché in quanto divorziato non fa la comunione, come li selezioniamo questi gruppetti? Come separiamo i fedeli dai fedelissimi? Col "chi clicca prima" o ci sarà un modulo per autocertificare la fede? Mettiamo Borghezio all'ingresso o chiamiamo le guardie svizzere? Sfidiamo il contagio in nome dell'identità cristiana mentre la Regione Lombardia a guida leghista, che tanto legiferò contro lo chador, impone di girare a viso coperto? Continuiamo a raccontarci barzellette vecchie: le nuove esistono, ma fanno pena

                                          Seconda appendice virale

L'appello di del menghino Matteo per aprire le chiese a Pasqua come i supermercati nei giorni feriali pur con l'obbligo delle mascherine e i guanti, le distanze e il numero chiuso, ha lasciato indifferente Papa Francesco e basito il cardinale di Bologna: rispettiamo le norme. Matteo, non si può: tutti a casa. Lo ripetono i virologi, Fiorello, la Pellegrini. Se però dovesse arrivare il tanto invocato miracolo apriamo le porte sante non solo a “chi crede” ma soprattutto a chi la fede l'aveva smarrita nelle calde estati tra la Sardegna ,la riviera romagmola e quella della Versilia. “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. Dal Vangelo secondo Matteo. Quello santo.
(A dire il vero è secondo Luca, ma con Matteo  forse sono riuscito a chiudere ironicamente,  chiedo venia!).

                                                 Appendice Rosa

In questi giorni vedo dalla finestra dello studio innumerevoli voli di fenicotteri rosa, questo significa che
hanno ripreso possesso degli argini e degli isolotti dove ogni anno innalzano i loro nidi, le culle di fango alte fino a quaranta centimetri dove le femmine tra breve deporranno le uova e dove i pulli, grigi come la terra, si sentiranno protetti e accuditi. Stiamo vivendo tutti momenti molto difficili, chiusi nelle case e distanti gli uni dagli altri. Eppure le attività naturali di questi magnifici volatili procedono senza sosta.

 
 
 

Area personale

 







Sono per la salvaguardia del grafema Ch

 

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Spigolature

AFORISMA
L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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