Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi di Settembre 2021

All' alba

Post n°995 pubblicato il 26 Settembre 2021 da gianor1
 

Nella prima luce del giorno il cielo è di un pallido grigio azzurro e dopo i fruscii della notte tutte le creature, persino il vento, paiono profondamente addormentate. Regna un silenzio degno di una biblioteca.
Scavalco la bassa balaustra della veranda e vado a passeggiare lungo la spiaggia del mio Poetto. La natura appare quanto mai benevola, come se quella piccola baia a ferro di cavallo voglia scusarsi del tempo incerto dei giorni scorsi.
Il fondale marino è tapezzato di conchiglie, la rena è fine come cipria e candida come le rose bianche della recinzione di casa.
L' aria, persino all'ombra, conserva il calore profondo e avvolgente dell' estate oramai trascorsa.
Sul bagnasciuga trovo una sedia a sdraio abbandonata, vado oltre e sono circondato da un leggero, discreto sciabordio delle onde, come se un piccolo elfo stesse sorbendo piano da un grande calice d'aqua.
I primi gabbiani si librano nel cielo in preda all'eccitazione mattutina.
Alle mie spalle i tetti della città s'intravedano nella leggera foschia.
Davanti a me si spalanca la spiaggia e prosegue curvando dolcemente verso l'estremità della Sella del Diavolo proteso verso il sole e dietro di esso l' immensità del mare turchese.
Ho la sensazione di trovarmi di fronte ad un messaggio intrisecamente religioso, che suggerisce di aver un posto nel cuore della Natura, anche se non tutte le cose  gravitano intorno a me e anzi sembra che a volte mi vadano decisamente contro.
Quando la saggezza della Natura agevola la conoscenza, la consapevolezza dei miei limiti è palese.

Il sottofondo musicale non può che essere una suite rappresentativa del mio intervento. L'allegretto iniziale ben descrive l'alba all'orizzonte del mare. Nel preludio gli oboi e i flauti intrecciano teneramente le rispettive notazioni. Di seguito, senza indugi seppur con cautela,  gli archi si appropriano del contenuto prevalente aggravandolo di energia comunicativa direi anche eccessiva. Di seguito un andante straziante sottolinea la melodia con grande autenticità, in modo caparbio attraverso un malinconico canovaccio eseguito da soli archi. La suite termina nella musicalità dei contrabassi, dei fagotti e dei vioncelli che cadenzano aspramente una marcia ritmata a cui tutto l' organico orchestrale partecipa con rilevante intensificazione melodica.

 

 

 
 
 

Femminicidio: lemma approssimativo

Post n°994 pubblicato il 19 Settembre 2021 da gianor1
 

Da alcuni anni è stato coniato il termine "femminicidio": disdegno questo nuovo idioma derivato per disappunto e reazione a uno dei fenomeni delittuosi più odiosi e ricorrenti. Creato da Diana Russel, sociologa americana, circa trent'anni fa è entrato nel lessico italiano da circa due lustri. Vuole distinguere, per genere, il millenario termine latino "homicidium" composto di homo e cidium, derivato da caedere, ossia uccidere. Concependo homo come matrice di humanitas i nostri progenitori linguistici non fecero la differenza: era omicida chi uccideva un uomo oppure una donna. Indistintamente. E per le generazioni precedenti la mia questo era il significato, come confermano i vocabolari, oggi poco consultati. Mi permetto di scriverne perché in questa fine estate i "femminicidi" sono aumentati. Delitti spesso raccapriccianti. Ad eseguirli," maschi" a loro dire innamorati. Rapporti inquinati, che alimentano l'abominazione. Spesso sono individui tanto egri di temperamento quanto spietati. La mortificazione del rifiuto o dell'abbandono sono per questi soggetti opprimenti e inaccettabili, tanto che alcuni dopo il delittto si tolgono la vita. Non sono privo di comprensione, ma, a volte, vorrei un capovolgimento degli atti: prima il suicidio. Appare evidente che questi delitti descritti come "femminicidi" non sono stati un deterrente. Purtroppo in alcuni ha evidenziato ancor più lo squilibrio mentale. Ancora una volta è stata violentata la lingua italiana cedendo a una coartazione del politicamente corretto. "Femminicidio" è parola impropria. Chi lo commette non uccide una femmina, uccide una Donna.

Devo confessare che ho avuto difficoltà a scegliere la cornice musicale per questo intervento. Poi ho deciso per una composizione raffinatissima
d'invenzione armonica e melodica, di originalità ritmica, da risultare indipendente rispetto alle condizioni storiche della sua nascita. Il compositore , abbondantemente, effonde perentorie complessità operative, che l'esecutore esegue tecnicamente vicino alla perfezione. Egli suona non celando le capacità virtuosistiche  ma soprattutto per esigenza di concezione notistica e di mezzi espressivi. In mi maggiore, questa splendida sonata possiede una visione pentagrammatica di ripetizione variata: una serpentina verticalmente preposta all’accordo e alla didascalia, e subito dopo d' identica riproduzione ma in scala discendente a progressione, con suoni argentini ben distinguibili.

 
 
 

Porto sicuro

Post n°993 pubblicato il 12 Settembre 2021 da gianor1
 

Esistono momenti in cui tutto appare negativo, in cui sembrano non esserci vie d'uscita e che il mondo intero abbia perso ogni faro di riferimento. E' allora che il navigante deve essere abile nel ridescrivere la rotta per sostare in una baia sicura, per rilassare mente e corpo. E' comprensibile aver timore di questi accadimenti ed un buon navigante prima di ogni altra cosa è un essere umano. Lui è conscio che la paura è fondamentale per ben veleggiare con le onde avverse. E' questa sensazione che lo avverte del pericolo. Chi non ha contezza delle sue fragilità, dei suoi fallimenti non sarà mai pronto per promuovere una nuova rotta nel mare dell'esistenza. Il faro che indica il porto sicuro è sempre di fronte alla coscienza, tutto consiste nel prendere l'onda giusta e lasciarsi cullare verso la riva sicura.  Il navigante conosce la sofferenza e piange, ma alimenta anche la risata quando la gioia lo circonda, alcune circostanze lo demoralizzano ma mai tende ad abbandonare la barca, anzi issa tutte le vele per continuare il suo andare. E' questo modo d'essere che lo ha fatto innamorare e ore tiene stretta l'anima e prosegue la navigazione perchè è l'unica maniera per non smarrire la rotta e interrompere il Viaggio

La proposta musicale di questa settimana
è una interpretazione in re maggiore che dal primo movimento allegro presuppone un esemplare bilico nella conversazione dell' espletazione sonora, marcando con gentilezza il disinvolto pianismo a quattro mani. Questa pecularietà viene ancor più evidenziata nel rondò conclusivo, dove la situazione interpretativa declina una gradazione tonale di esuberante diporto, mentre l'andante centrale in sol maggiore, distinto in tre sezioni, mostra una mestica pentagrammatica morbida e allentata sullo studio armonico e significante. In definitiva,il gusto della partitura è leggiadro e innestato in un classicismo di pura fantasia creatrice.

 
 
 

Alzare la testa

Post n°992 pubblicato il 05 Settembre 2021 da gianor1
 

Conosco la storia un anziano signore con lo sguardo fulgido come un cristallo.
Egli ha trascorso la sua esistenza seguendo con convinzione principi etici e politici con dignità e onestà. E quando è stato necessario non si è tirato indietro anzi ha combattutto per rimarcarli.
Per questo si è sobbarcato rinunce, alcuni amici l'hanno abbandonato. Nonostante tutto ha educato figli e nipoti alla cura della libertà di pensiero, al rispetto della pluralità delle opinioni. Ma non si è limitato alle parole ma ha condotto il suo andare con la fatica giornaliera del lavoro nelle saline di Molentargius  cercando sempre di elargire a tutti un sorriso.
In questi mesi di pandemia questo galantuomo si è chiesto spesso come fosse stato possibile che tutto quello che lo rappresentava se ne fosse andato in un istante, proprio come svanisce quell'arcobaleno che è tatuato nella mente e nel cuore. Se lo è chiesto come se stesse cantando una nenia di dolore, senza aspettare risposte, senza speranza. Il capo chinato e negli occhi l'espressione non di qualcuno a cui si era infranto un sogno, ma di un uomo a cui il sogno lo avevano rubato.
Stamane ho notato la sua presenza lungo il Poetto. La camminata era indecisa e pesante come i suoi anni.  Ad un tratto si è fermato e ha rivolto lo sguardo verso il cielo, come per tentare anche quest'ultima, improbabile opportunità di avere una risposta.
E allora? Io credo che forse non tutto è perduto, forse avevamo soltanto bisogno di una bella burrasca per ritrovare i colori dell'arcobaleno, perchè se quel Signore segnato da una vita di duro lavoro riesce ancora a commuoversi per poi alzare la testa e sorridere ancora, io, voi non possiamo proprio arrenderci.

La composizione in sottofondo
possiede l' entità e il temperamento sereno di un intermezzo che, con la dolcezza notistica del suo tema e la giusta proporzione della foggia compositiva, sembra rievocare certo stile galante del settecento. Il Maestro evidenzia la percezione di dolore e tocca vertici espressivi senza precedenti. È uno sconforto che l' amabilità e la gradevolezza dell' armonia allegerisce e intenerisce, evidenziando il transito verso il trionfo della vita descritto nel finale con la forza e la dinamicità ritmica, incessantemente e con il cuore in gola. Energici e poderosi accordi racchiudono l' armonia veemente del terzo tempo, arrestandosi con un paio di battute di adagio, di effetto introspettivo prodigioso, prima di esaurire il brano di grave apprensione, tra l' acme paradigmatico della musica romantica.

 
 
 

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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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