Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

Messaggi del 04/05/2020

Lezione telematica

Post n°929 pubblicato il 04 Maggio 2020 da gianor1
 

La didattica a distanza, oggi, è una buona alternativa anche nella prospettiva di una scuola proiettata al futuro. Consente di studiare ed apprendere durante questo lungo periodo di vita monastica ma è anche un'arma a doppio taglio. Temo che si corra il pericolo di esporre l'intimità del proprio domicilio e di farlo diventare di dominio pubblico e che ci si presenti davanti alla telecamera personale in condizioni, diciamo così, non perfettamente adeguate per un'aula scolastica. In questi giorni non ho potuto fare a meno di trovarmi di fronte allievi con cigli assonnati e distratti,  qualcuno che si presenta in ritardo magari con la sigaretta in bocca e in pigiama.o addittura in mutande E altri che seguono le videolezioni con la tv accesa o con in mano la playstation. Eppure, dall'altra parte dello schermo ci sono io che spiego, che esercito, insomma, il lavoro al meglio delle possibilità del momento. Per molti allievi, la didattica a distanza si è trasformata in lezione "confidenziale”" alla quale ci si presenta con i capelli arruffati, la tazza di cappuccino sul tavolo e in bocca metà brioche. La sciatteria ha preso il sopravvento e allora consiglio attenzione, perché a fine anno c'è il voto di condotta. Quindi, durante le lezioni a distanza ci si comporta come se si fosse in classe. Quindi, con uno sguardo alla lavagna e uno al telefonino per stare in contatto sui social; con i jeans stracciati e le infradito; pronti a polemizzare col prof e, se necessario, minacciarlo o aggredirlo. È vero, abbiamo tutti un gran bisogno di normalità e forse anche di educazione.

Il pentagramma della settimana ripercorre
l'enunciato ricco e vitale di quella indagine del mondo infantile, nelle sue intensioni psicologiche più incisive, intrapresa dal compositore con la percezione di penetrare in una regione della sensibilità umana ancora sconosciuta alla musica della prima metà dell'ottocento. Perciò la spontaneità quasi adolescenziale è l'esegesi interpretativa per questa opera. Accessibile e subitaneo il percorso delle note ma mai elementare le successioni armoniche, spesso lapalissiane e ben decisi i punti nodali della struttura. Ho scelto il primo dei tredici brani che compongono l'opera, perchè il tema appare dolcissimo. Insomma il "C'era una volta..." delle fiabe.

                                              
Appendice circense

Clown, trapezisti, domatori e giocolieri, trasformisti: signori, benvenuti al circo Italia. Lo spettacolo non è granché, costretto e ristretto com'è Conte il placido tra Renzi che si sfila, Zingaretti che si infila, Di Maio che sfiata e Berlusconi che rifiata. Le Regioni e i Comuni poi si divertono a cancellare la sera quello che il capo dispone la mattina: “Qui comando io, questa è casa mia”, cantano in coro. I governatori e i sindaci si muovono in ordine sparso, ognuno fa come pancia comanda: avanti c'è posto e, chissà, qualche punto in più di gradimento nel Coronashow. Matteo Salvini ha riscoperto il varietà: “Okkupando il Parlamento”, salone Margherita, orario continuato festivi compresi. Tra l'impassibile Conte e l'impossibile Europa la trovata ha funzionato quanto i digiuni che a Marco Pannella facevano aumentare la vanità e perdere di peso. La bilancia di Matteo Salvini è tarata sui sondaggi: più salgono, meglio sta. Giorgia Meloni sventola i cartelli sotto palazzo Chigi: “Il Silenzio degli innocenti”. Ci siamo stancati, urla. Pure io, onorevole, ma per motivi diversi dai suoi. Come non bastasse è saltata fuori un'altra grana: i buoni pasto spettano anche a chi lavora e mangia a casa? L'argomento è complicato ma tranquilli, il professor emerito Gustavo Zagrebelsky insieme ad altri "professoroni intellettuali" ci saprà dire. Ma soprattutto lo spieghino a quelli che fanno la fila alla Caritas, ai tanti lavoratori che hanno perso il lavoro. Alle tante Donne che sono costrette a stare a casa con i propri figli, alienandosi coattamente dal lavoro, agli artigiani che sono costretti a chiudere per mancanza di liquidità...

                                           Appendice dantesca

Alcuni costruiscono, altri disfano. Dante fece, Di Maio disfa. L'accostamento è irriverente, e vuole esserlo. Ogni tanto un elettroshock è necessario per svegliare la società dal torpore in cui la confinano quei politicanti che, per ricorrenti sberleffi della Storia, si incuneano nella politica, arte suprema del vivere civile. Dante ha costruito la lingua italiana e con essa l'identità di un popolo. Poi sono arrivati i distruttori. Oggi il picconatore più autorevole è Gigi Di Maio, che vestendo avventurosamente i panni di ministro degli Esteri così straparla: "Perché è logico che abbiamo avuto aiuti ma abbiamo avuto bisogno anche di comprare all'estero e se abbiamo potuto comprare all'estero con contratti con prezzi di mercato è stato grazie al fatto che abbiamo potuto avere dai governi dove siamo andati a comprare anche la possibilità di esportare i prodotti che acquistavamo". Totò direbbe a Peppino: virgola, punto, due punti, punto e virgola. Il linguaggio moderno, adattato ai mezzi elettronici della comunicazione, si sta impoverendo. Il vocabolario è sempre più scarno, il senso delle parole è ambiguo. Persino Di Maio, che pure è un pischello istruito essendo universitario fuoricorso, va nel panico quando deve distinguere un congiunto da un congiuntivo e un decreto-legge da un decretino.


                                        Appendice autorizzata

Il caso dei congiunti, del fidanzato/a che si può andare a trovare mentre l'amico/a invece no, sulle prime sembra ridicola. Capisco che, di base c'è sempre il pensiero borbonico che i cittadini è meglio intimidirli che sensibilizzarli, ma all'inizio sono i prospetti bizzarri ad attirare l' attenzione.
Mi domando: chi vigila sul rapporto affettivo fra l'automobilista e la persona che va a trovare? E con quali competenze lo fa? La pattuglia leggerà i messaggini bacino-bacetto sul telefono? Istituiremo la guardia di Fidanza? Senonché il senso vero della questione è venuto fuori l'altro giorno, quando Virginia Raggi ha detto che le passeggiate nei parchi e le corse vanno fatte con giudizio o queste concessioni verranno revocate. Sindaca, le cose stanno al contrario. Dica “opportunità”, usi un altro termine e se non le viene in mente si faccia prestare il vocabolario da Di Battista, che tanto lo usa poco. Ma concessioni no. La concessione la sto esercitando io cittadino di una democrazia occidentale, a una classe dirigente per molti versi accidentale. Concedo che mi vengano ridotte le libertà d'impresa, di riunione e di movimento, e lo faccio per il bene comune. Non illudetevi che sia iniziata la Fase Bue perché i miei diritti me li ricordo uno per uno. Con la chiarezza della nostalgia.

 
 
 

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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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