Creato da gianor1 il 07/01/2005
Da qualche parte una farfalla batte le ali e mette in moto un meccanismo irreversibile dalle conseguenze imprevedibili.
 

 

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Danted́

Post n°925 pubblicato il 05 Aprile 2020 da gianor1
 

Una decina di giorni or sono avremmo dovuto celebrare il “Dantedì”, un modo frivolo per dire “Il giorno di Dante”. Sarebbe stata la prima volta. Questo riconoscimento alla grandezza del divino Poeta è omaggio tardivo al Padre della nostra lingua. Nel 2021 ricorrerà infatti il settecentesimo anniversario della sua morte. Nessuna eco hanno avuto le celebrazioni virtuali svoltesi in pochi santuari della cultura. In questi giorni il coronavirus focalizza ogni attenzione. Come è giusto che sia: “primum vivere, deinde philosophari”. Eppure Dante, in questo momento storico, avrebbe molto da insegnarci. La sua “Comedia”, che Boccaccio battezzò Divina, si adatta a ogni tempo perché non c'è virus che modifichi nel profondo l'animo umano. L'Italia-Nazione di allora non è diversa dall'Italia-Stato di oggi. Ancora guelfi e ghibellini. E tanta dotta ignoranza. Nella cupa grandiosità del suo Inferno Dante non metterebbe a cuocere anime insignificanti come tanti politici nostrani di destra, di sinistra, di centro e di sbieco. Non ne hanno la statura satanica né il valore perverso. Li lascerebbe carponi a razzolare sulla terra. Pena singolare, invece, per il duo-fenomeno Conte&Casalino. Li condannerebbe a mandare in onda il loro cabaret politico non da Palazzo Chigi ma dal Bagaglino. Che non a caso sta a Roma in via dei Due Macelli.

La melodia che transita lungo il tracciato della lettura è talmente celebre che non dovrei aggiungere altro. Però mi piace sottolineare la versione pianistica a quattro mani che apre uno squarcio romantico, come un arcobaleno tra cielo e mare. Come uno splendido chiarore negli occhi di un' amante o  un sogno fantastico che regala meraviglie in ogni nota. Come il sorriso dolce ed ingenuo di un bimbo o la tenera e malinconica blandizia di un vecchio,

                                        
Appendice paterna

In questi giorni ascetici quasi monacali tra i tanti pensieri che mi sorreggono vi è quello in cui trovo che la vera alternativa  alle difficoltà attuali sia essere il più possibile normale. Per questo motivo considero un valore etico e morale quello di educare mia figlia alla capacità di sceltà affinchè nella sua libertà sia premiante la mia rinuncia.

                                        Appendice virale

In una storiella spiritosa il preposto di una località turistica, preoccupato per la chiesa sovraffollata di villeggianti, ordina al sagrista di non far entrare più nessuno. Di lì a un po' arriva trafelata una monaca che giura di dover parlare con urgenza al sacerdote. Il sagrista fa il duro ma la monaca insiste e alla fine l'omaccione cede: "Ok, ma se la becco a pregare la pesto".
La storiella mi ha fatto venire in mente Salvini, quando, in delirio mistico da sondaggio, propone di aprire le chiese ai fedeli almeno per Pasqua "magari un po' alla volta, in quattro o cinque". A parte la follia epidemiologica (tutti spaventati per i due passi dei bimbi sotto casa e poi sparpagliamo degli sconosciuti, magari anziani, in ambienti chiusi) e a parte il cinismo del meneghino che non rischia perché in quanto divorziato non fa la comunione, come li selezioniamo questi gruppetti? Come separiamo i fedeli dai fedelissimi? Col "chi clicca prima" o ci sarà un modulo per autocertificare la fede? Mettiamo Borghezio all'ingresso o chiamiamo le guardie svizzere? Sfidiamo il contagio in nome dell'identità cristiana mentre la Regione Lombardia a guida leghista, che tanto legiferò contro lo chador, impone di girare a viso coperto? Continuiamo a raccontarci barzellette vecchie: le nuove esistono, ma fanno pena

                                          Seconda appendice virale

L'appello di del menghino Matteo per aprire le chiese a Pasqua come i supermercati nei giorni feriali pur con l'obbligo delle mascherine e i guanti, le distanze e il numero chiuso, ha lasciato indifferente Papa Francesco e basito il cardinale di Bologna: rispettiamo le norme. Matteo, non si può: tutti a casa. Lo ripetono i virologi, Fiorello, la Pellegrini. Se però dovesse arrivare il tanto invocato miracolo apriamo le porte sante non solo a “chi crede” ma soprattutto a chi la fede l'aveva smarrita nelle calde estati tra la Sardegna ,la riviera romagmola e quella della Versilia. “Ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione”. Dal Vangelo secondo Matteo. Quello santo.
(A dire il vero è secondo Luca, ma con Matteo  forse sono riuscito a chiudere ironicamente,  chiedo venia!).

                                                 Appendice Rosa

In questi giorni vedo dalla finestra dello studio innumerevoli voli di fenicotteri rosa, questo significa che
hanno ripreso possesso degli argini e degli isolotti dove ogni anno innalzano i loro nidi, le culle di fango alte fino a quaranta centimetri dove le femmine tra breve deporranno le uova e dove i pulli, grigi come la terra, si sentiranno protetti e accuditi. Stiamo vivendo tutti momenti molto difficili, chiusi nelle case e distanti gli uni dagli altri. Eppure le attività naturali di questi magnifici volatili procedono senza sosta.

 
 
 
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L'educazione è una cosa ammirevole,ma è bene ricordare,
di tanto in tanto,che nulla che valga la pena di conoscere
si può insegnare.
Oscar Wilde



PROVERBIO SARDO
Nen bella senza peccu,nen fea senza tractu.
Non c'è una bella senza difetto,nè una brutta senza grazia.


"Il lavoro del maestro è come quello della massaia, bisogna ogni mattina ricominciare da capo: la materia, il concreto sfuggono da tutte le parti, sono un continuo miraggio che dà illusioni di perfezione. Lascio la sera i ragazzi in piena fase di ordine e volontà di sapere - partecipi, infervorati - e li trovo il giorno dopo ricaduti nella freddezza e nell'indifferenza. Per fare studiare i ragazzi volentieri, entusiasmarli, occorre ben altro che adottare un metodo più moderno e intelligente. Si tratta di sfumature, di sfumature rischiose ed emozionanti.Bisogna tener conto in concreto delle contraddizioni, dell'irrazionale e del puro vivente che è in noi. Può educare solo chi sa cosa significa amare".

 

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