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« Inflazione in calo negli USAMercati azionari al Traguardo »

Banche: narrazione in modalità falso ideologico

Post n°1433 pubblicato il 13 Marzo 2023 da accademiartigestione
 

 

La narrazione che in queste ore viene fatta del grave dissesto finanziario (per non parlare direttamente di default) che ha colpito tre (per ora) banche americane oscilla tra il grottesco ed il fanta-economico.
Una sorta di pastura da rifilare alla popolazione dormiente come da tre anni ci viene propinato su vari temi.
Il tutto senza alcun ritegno e in spregio alle intelligenze e sensibilità che, sempre più numerose, hanno man mano compreso che il sistema malato che ci governa, sia in ambito politico che bancario, ha ormai perso ogni credibilità.
L'ultima barzelletta è quella di ascrivere alle Criptovalute i colossali buchi che queste tre banche (e chissà quante altre hanno macerie e brace ardenti sotto il fogliame protetto dai depositi dei correntisti): una semplificazione a dir poco farsesca se non strumentale per non dire proditoria.

Certamente l'andamento negativo del mondo delle Criptovalute potrà avere dato un contributo ai conti negativi. Ma in che percentuale le cripto erano presenti nei portafogli vigliati di questi istituti? Certamente ridotta.

La realtà è che i continui rialzi dei tassi di interesse, finalizzati a combattere l’inflazione, hanno prodotto due effetti devastanti:

1) messo in ginocchio le aziende (e a breve anche le famiglie ) che si sono ritrovate a dover pagare, per i propri finanziamenti correnti e mutui, tassi di interesse INSOSTENIBILI
2) con l'aumento dei tassi di interesse delle nuove emissioni di titoli di stato (per ora con effetto visibile  in America ma a breve anche in Europa) da sempre il valore delle precedenti emissioni(in larga parte nei portafogli della banche)  si svaluta in proporzione ai rialzi dei tassi stessi. Or dunque a rialzi così prolungati ed aggressivi da parte della FED non poteva che corrispondere una pesante svalutazione del valore dei titoli di stato americani, i cosiddetti TBOND...

Ergo, il fattore 1 sta costringendo migliaia di aziende, o i titolari delle stesse, a smobilitare i propri depositi di riserva, a cascata le banche debbono vendere o meglio svendere i titoli di stato messi in portafoglio per coprire i depositi. Così' facendo si trovano ad incassare minus valenze colossali e da qui nascono i problemi e questo stato da pre-default.

La FED ieri ha dichiarato che sosterrà senza limiti le banche e ha ridato fiato, almeno fino a due ore fa, ai mercati. Nel contempo ha però annunciato che questi fondi verranno recuperati con una nuova tassa sul sistema bancario più solido  in quanto stampando altro denaro a fondo perduto il problema dell'inflazione tornerebbe pressante.
Peccato che di sistema bancario solido non vi sia traccia...i grandi nomi hanno gli stessi problemi delle banche che fin qui hanno evidenziato lo stato di crisi, anzi, hanno ancora negli armadi (questo per la verità più in Europa che negli USA ) gli scheletri del 2008.
Quindi mai come in questo caso la fiducia nella FED va contingentata e valutata momento per momento.

In un contesto così complicato spesso la pulitura reale ai problemi si concretizza con un crollo dei prezzi e non si risolve in due giorni. Pertanto il target di 3200 di S&P500 rimane molto attuale...Vedremo giorno per giorno se la FED (ma anche la BCE) riuscirà ad uscire dallo schema circolare in cui si è invischiata e ad evitare questo tracollo

 

 

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