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Messaggi di Marzo 2016

Dati alla meno peggio

Post n°1326 pubblicato il 24 Marzo 2016 da accademiartigestione
 
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Al di là del fatto che, vista la strisciante, per non dire evidente, colonizzazione di cui siamo oggetto come paese, sia a livello di aziende di servizi primari (energia, telecomunicazioni, autostrade , a breve poste , ecc) nonché private, quello di produttivo che rimane localizzato in Italia dà segnali ancora deboli.
E' pur vero che il -0.3% annuale delle vendite industriali annuali è molto meglio del -3% dell'anno scorso ma non va dimenticato che la base di partenza per questo calcolo è proprio quella generata dal -3% dell'anno scorso. Se proprio vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno consoliamoci col +1% mensile di gennaio che rispetto a-1.6% dell'anno scorso è incoraggiante. Occhio però agli ordinativi che pur migliorati su base mensile sono crollati su base annuale a un misero 0.1%. Insomma attendiamo conferme dei dati di gennaio a cominciare da una vera ripartenza occupazionale che non può essere certo quella decantata a suon di contratti riformulati o di voucher di sfruttamento.

 
 
 

Poco spazio per marzo

Post n°1325 pubblicato il 21 Marzo 2016 da accademiartigestione
 
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I deludenti dati del settore immobiliare USA hanno appesantito una giornata partita invece con voglia di rialzo. Come però abbiamo detto stamani nel webinar gli spazi probabilistici al rialzo per marzo sono limitati , basterebbe una giornata intensa di rally per essere già in fascia di esaustione. Ecco dunque che da qui a fine mese, a meno che prima non si scenda un po', la dinamica di oggi potrebbe tendere e ripetersi più volte. Insomma per vedere il torello scatenarsi per un po' di sedute consecutive, presumibilmente, bisognerà attendere aprile. Nel frattempo confidiamo che non si manifesti una vera inversione al fine di chiudere il mese con inconfutabili e finora attesi segnali bullish.

 
 
 

Ai tropici piove

Post n°1324 pubblicato il 17 Marzo 2016 da accademiartigestione
 
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Stupirsi dei repentini ripensamenti che avvengono nelle borse in questo periodo ed in particolare nel comparto dei titoli bancari ( e di conseguenza sulla nostra borsa la cui capitalizzazione ne rimane molto condizionata) è come andare ai tropici e stupirsi che piova.
Certo che piove! Sono secoli anzi di più, millenni che è così , ai tropici piove spesso in particolare nelle mezze stagioni.
Sui titoli bancari piove spesso e non solo nelle mezze stagioni. Perché? Lo scriviamo da anni ormai. La montagna di insoluti trasformata e cartolarizzata in obbligazioni o peggio derivati ormai privi di valore che ha sostenuto una crescita non sostenibile (in particolare in ambito immobiliare), continuerà a presentare il conto a periodi alterni(ecco perché ogni tanto si sale e si potrà salire) sino a che non verranno presi provvedimenti risolutivi.
Come accaduto per esempio negli Stati Uniti e in Gran  Bretagna.
A cosa serve infatti che la BCE acquisti bond corporate ma escluda i bancari? Certo le banche potranno liberarsi di un po' di titoli zavorra... ma poi a chi prestano il denaro se le famiglie non chiedono o non hanno più i requisiti, richiesti e inaspriti dalle banche dopo le batoste, per chiedere prestiti o mutui?
Per assurdo poi, finanziare comprando i loro bond le aziende che comunque hanno avuto forza e titolo per emetterli potrebbe ancora di più danneggiare le banche che potrebbero perdere alcuni dei clienti migliori . Ovvero aziende sane che coi bond rifinanziati dalla BCE non avranno più nemmeno bisogno del credito ordinario...assurdo vero? Nel mentre nelle banche rimangono i vermiciattoli dei titoli tossici e vengono tolti prima i bond governativi (fino a prova contraria più solidi) ed ora anche i bond corporate di qualità. Se qualcuno me ne spiega il senso vista la domanda di credito attivabile tendente a zero...
Un segnale nuovo arriva dalla ormai probabile conversione dei Monti bond di MPS in azioni a "favore" dello stato. Un primo passo in direzione di una auspicabile statalizzazione? Se fossimo stato sovrano certamente sì. Siccome dipendiamo dall'UE in tutto e per tutto (ora dopo l'olio abbiamo svenduto anche la produzione delle arance) è ben difficile. Quindi abituiamoci. I saliscendi del   luna park potremo, da qui in avanti, viverli gratis ogni giorno operando sui mercati.

 
 
 

Alzare o non alzare...

Post n°1323 pubblicato il 15 Marzo 2016 da accademiartigestione
 
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...questo il dilemma che in queste ore probabilmente tormenterà la Yellen (ammesso che non abbia già deciso da tempo...) riguardo al fondamentale incontro della FED di domani . Un rialzo dei tassi per quanto annunciato potrebbe venire preso molto male dai grandi operatori abituati ormai ad avere il denaro per speculare gratis.
La situazione economica favorisce questa direttrice e anche i dati odierni con le vendite al dettaglio a -0.1% ma comunque meglio delle attese, confermano che per la FED il momento giusto per riappropriarsi di futuri spazi di ribasso dei tassi in caso di recessione, E'ADESSO.
Come ho già scritto, per calmare gli orsi potrebbero essere sufficienti carte e dichiarazioni di contorno che vadano in qualche modo a frenare i timori che questa tendenza al rialzo dei tassi possa nel prossimo futuro andare oltre le attese. Aspettative che in fondo sono invece già scontate. Proprio per questo, in ogni caso, a livello di impatto sui mercati, distinguerei tra quella che potrà essere la reazione iniziale presumibilmente fenomeno di mera speculazione e magari cattura di stop-loss e quella che sarà una valutazione più consona e ragionata. In fondo la fase iniziale di rialzo dei tassi è quella che conferma che l'economia è tornata in salute e che vi sono ulteriori spazi di crescita davanti.

 
 
 

La FED a un bivio

Post n°1322 pubblicato il 14 Marzo 2016 da accademiartigestione
 
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E' molto difficile prevedere cosa deciderà di fare la FED nella riunione di questa settimana.
Logica e buon senso vorrebbero un nuovo rialzo dei tassi. Questo perché la banca centrale USA approfitterebbe di questa fase, tutto sommato buona, del ciclo economico USA per riarmarsi della preziosa arma dei tassi.
Certo, ai mercati questo potrebbe non piacere, ma qualche dichiarazione volta a stemperare e limitare l'intensità e la frequenza di eventuali prossime mosse simili, potrebbe servire a depotenziare la eventuale ed immediata reazione negativa delle borse.
Il vero rischio per la Yellen, cui accennavamo giorni fa, è che sul fronte equity si assista a uno switch verso i Tbond in fase di rivalutazione e ancora peggio verso le borse europee sostenute dalle mosse di Draghi che si sta muovendo, per forza maggiore, nella direzione esattamente opposta a quella in corso negli USA.
Rinunciare al proprio programma per assecondare le mosse europee senza consolidare, di fatto, la divergenza evidente e consistente tra l'andamento dell'economia americana e quella europea la interpreterei come una grave debolezza di cui peraltro potrebbero accorgersi ben presto con pesantezza anche i listini.

 
 
 
 
 

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Un blog di: accademiartigestione
Data di creazione: 22/03/2010
 

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