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Un blog creato da AdamoeLaSuaMela il 11/08/2008
 
 

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« LA CASA CON LA MANSARDAFOTOGRAFIE DI RICORDI MAI STATI »

LO XENON

Post n°12 pubblicato il 24 Novembre 2008 da AdamoeLaSuaMela

          Un metro e ottanta di jeans rossi con bande laterali di riporto secondo la moda dell'anno, stivaletti, maglione a striscione orizzontali multicolori sopra una camicia bianca, il tutto a nemmeno 24 ore dal compimento del diciassettesimo compleanno quasi a farmi sentire un pacco regalo in leggero ritardo. Non avrei creduto che tutto questo avesse potuto intenzionalmente pestarmi i piedi nella pista di quella discoteca, finché non lo vidi sedersi di spalle sul divanetto davanti a me per sbattermi volontariamente i lunghi capelli in faccia. (La perspicacia in tal senso a quel tempo non era la mia dote migliore!). Nel modo in cui ti eri fatta avanti c'era tutto il tuo carattere sbarazzino e ribelle della la stessa "Gianburrasca" che un giorno da piccola aveva raccolto in un fagotto i suoi "quattro stracci" dicendo alla mamma che avrebbe voluto andarsene di casa.
          Qualcosa di me in quella pista ti aveva suggerito che ero parecchio diverso da Riccardo ed io non avevo tardato a confermartelo chiedendoti il permesso per ogni mio primo gesto.
          Se questo fosse un copione di un film anni '50 a questo punto non stonerebbe scrivere del brano che accompagnò il primo ballo che avvenne una manciata di secondi dopo che mi fui liberato dai tuoi capelli ed alzato dal divanetto alle tue spalle per invitarti.
          E' un peccato che non riesca a ricordare quale fosse la musica di quel primo lento, ma in quella discoteca ci saremmo poi tornati diverse volte, e alcune note si sarebbero sovrapposte ad altre. In ogni caso, per non farti mancare la splendida sensazione di orticaria da patetico luogo comune, un pezzo che abbiamo ballato in diverse altre occasioni è "I Won't Hold You Back" dallo long play dei Toto "Toto IV". Da sempre ho legato la musica di questo brano a te, e dico musica anche perché fino a qualche anno fa per me l'inglese non era che un aggettivo per indicare la provenienza anglosassone di cose o persone. Oggi la mia conoscenza della lingua non è poi migliorata di molto, ma quanto basta per soddisfare la recente curiosità di tradurre il testo di quel brano e, per uno che non crede assolutamente nelle coincidenze del fato, devo ammettere sia assolutamente curiosa la similitudine di parte di quel testo con parte di ciò che sta dietro questa stessa lettera.

If I had another chance tonight
I'd try to tell you that the things we had were right

Time can erase the love we shared
But it gives me time to realize just how much you cared

Now you're gone, I'm really not the same,
I guess I have myself to blame

Time can erase the love we shared
But it gives to me the time to realize that you're the one instead

You know I won't hold you back now
The love we had just can't be found
You know I can't hold you back now
[...]

          Nel rispetto delle realtà di ciascuno, affiancherei un ballo con te su questa canzone ad una settimana alle tue adorate Maldive, ad un concerto insieme a Eric Clapton e a qualche mese da direttore d'azienda, fosse anche dovessi attendere su di una carrozzina con la dentiera tirata a lucido.
          All'uscita della discoteca di quel primo giorno, appoggiato al muro e con una biro che non scriveva, avevo inciso il tuo numero di telefono sul tagliando di febbraio del relativo abbonamento studenti atm. Il tuo recapito di casa aveva un "68". Lo ricordo perché per cercare di agevolare la successiva lettura dell'intarsio su cartoncino mi ero lanciato ad alta voce in una raffinata mnemotecnica: "uno in meno di 69", cui tu avevi reagito con adeguata espressione del viso.
          Fosti tu invece a chiamarmi la sera stessa dopo cena esordendo con: "Ti ricordi ancora di me ?". Di quell'istante oggi ricordo esattamente la posizione in cui mi trovavo, l'illuminazione della stanza, il pigiama e le pantofole che portavo e per alleggerire un po i toni, credo forse anche la temperatura e l'umidità dell'aria.
          Ci mettemmo daccordo per trovarci il sabato pomeriggio seguente di fronte a Pool in centro, dove io arrivai per primo e da dove vidi arrivare una mantella nera dai bordi azzurri che avvolgeva il procedere con passo deciso di uno sguardo fisso su di me. Avremmo incontrato la sfilata di carnevale quel giorno. Avevo rimosso completamente questo particolare, perché il frastuono di colori che lo aveva certamente accompagnato era nulla in confronto a te; fosti tu a ricordarmi del carnevale durante una delle nostre sporadiche birre del dopo.

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Commenti al Post:
ladonnabionica
ladonnabionica il 30/11/09 alle 18:45 via WEB
e bè !.....cosa non darei per scrivere cose come queste ! ma non ne sono capace ( purtroppo ) cmq un bravo e un grazie di avermi permesso di farne parte
 
sorrisodivento
sorrisodivento il 22/11/10 alle 23:35 via WEB
Semplicemente Noi...Anime nel Viaggio introspettivo, prima che cali il lungo Sonno che ci riavvolgerà di nuovo nell'Oblio?
 
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