Creato da demone_1973 il 30/07/2007
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Lei

Post n°3 pubblicato il 30 Luglio 2007 da demone_1973
 
Foto di demone_1973

Era la prima volta che la incontravo…..
Era la prima volta che avrebbe visto i miei occhi…
Una camera buia, una casa antica, un panorama insolito.. candele ovunque, profumi, atmosfera addentrata in quei silenzi mai ascoltati da orecchio umano, suoni di legna che in lontananza lambiscono con le loro lingue infuocate la sua fredda pelle.
Lei era lì…. Su quel bellissimo tappeto…. Aveva seguito alla lettera le mie istruzioni.
Legata alle caviglie, imbavagliata e ammanettata….. e mi attendeva in ginocchio. Attendeva il suo Signore, colui che lei mai aveva visto tranne che in foto.. e mai in volto. Accanto a me c’è un piccolo corridoio che ostenta fotografie, sono donne in bianco-nero, violente nella loro trasfigurazione, delicate nel loro porgersi. Sono donne legate,esposte, marchiate, libere nelle loro catene…. Coscienti che le loro anime appartengono a qualcun altro.
Il silenzio deforma lo sguardo, e l’urlo furioso del mare che si infrange sulla sottostante scogliera penetra l’oscuro silenzio come una lama incandescente. Lei è in ginocchio, i tacchi poggiano sul tappeto, ed è immobile….. quasi come una statua antica di marmo. Le tende sono socchiuse, e il profumo dell'incenso rende tutto piu irreale.. Oggetti sparsi ovunque, come tappezzeria sul pavimento.
Mi guardo intorno, scruto tra gli antichi libri, diligentemente ordinati negli antichi scaffali tarlati e impolverati, quasi domandandomi se la loro vita finirà un giorno…
Apro il frigo bar, prendo una bottiglina di cognac e mi accomodo lascivamente sulla poltrona dinanzi a lei… Lei tremante…… lei incurante di me, del mondo…. Lei terrorizzata ed eccitata…. Lei succube combattuta… lei che d’un tratto estremizza il suo stato di totale umiliazione, poggiano il suo bel volto sulla fredda pietra di cotto ruvido dell’antica sala.
Il suo vestito leggero, accompagna lineamenti pronunciati, i fiori sembrano violentare la stoffa talmente sono tesi sulla carne, mi piego, senza fare rumore alcuno. Con una gamba ruoto la poltrona, e nell’udire quel suono insolito….. diverso….. il suo corpo ha un improvviso fremito di paura….
Le afferro i capelli usando la piu dolce delle violenze. Lei accenna una parola….. sa che non volgio, sa che non avrebbe mai dovuto permettere che alcun suono uscisse dalla sua bocca…. Mi chiede scusa, ma inutilmente….la mia risposta arriva immediata e veloce… uno schiaffo, forte, preciso, poi un altro, senza armistizio. Non è imbarazzata, ne sorpresa, si lascia andare all’indietro…. Offrendomi come ringraziamento il suo dolce e delicato volto….quasi come si stesse donando al suo carnefice come sacrificio. In assoluto silenzio e con l’espressione piena di tutta la sua gratitudine , accetta la mia grande mano sul volto……. Una, due, tre volte, cosciente che anche quella punizione è per lei il piu immeritato dei doni. Le levo la benda, le stringo le spalle, ancora nessuna parola, solo sguardi, turbamenti imprecisi, prurito nelle mani, il cotone della camicia a strusciare contro la seta del suo inutile abito. Concedo calma apparente all'attesa, Osservo. Odoro.
Schiaffeggio.
Ora la mia mano non lesina a proseguire il lavoro cominciato, appuntita come una lama conficcata nel suo seno, prende a stringere prima delicatamente… poi con sempre crescente vigore il suo piccolo e duro capezzolo che cerca la strada della salvezza attraverso il sottile lembo del suo abito.
Le stringo i capelli, il collo si tende, mordo il tatuaggio che ne esalta la spalla, ancora di più di quanto già sia pronunciata, poi graffio nell'identico punto, la volto, calpestando gli oggetti sparsi per terra; la sollevo, l'avvicino alla scrivania, la piego, muso contro il tavolo, polsi dietro la schiena, con un calcio le allargo le gambe, sollevo il vestito, abbasso senza cerimonie il perizoma, …..Sventro. Lei non fiata, si muove, rinnega la spinta poi l'asseconda, ondeggia quel suo culo da essere inutile con ingordigia, mentre le dita si stringono a pugni nella morsa della mia presa.
La colpisco, la carne si arrossa immediatamente, continuo, colpi regolari, odo il suo respiro diventare discontinuo; sento che è al culmine…. Avverto la sua non volontà…. Il suo vuoto nel corpo e nell’anima…
Con un dito le ispezioni il sesso…… è bagnato, colmo di piaceri sofferenti, scalcianti, inebrianti…. Mi urla la sua nullità…. Mi imprime nell’anima la sua totale sottomissione, il suo abbandono, la perdita di ogni volontà; Sento che sta per godere…. Ma non voglio…. Non ora! Mi tolgo. Mi allontano lasciandola rantolante nella sua disperazione. La sua bocca non mostra imperfezioni, e brama soltanto un desiderio… ma lei sa’ che non si realizzera’ presto…. È cosciente che deve saper guadagnare quell’onore. Apro la mia borsa, ne estraggo una taglierina, taglio un lembo del vestito, le tolgo il perizoma ormai intriso dei suoi piu intimi piaceri, e dopo averle scostato il bavaglio le apro la bocca e glie lo infilo dentro…… richiudendo immediatamente. La lascio nella sua agonia x qualche attimo, e mi avvio vicino al cadente camino in marmo…. Quel camino… chissà quanto sangue ha visto scorrere… quante voci urlanti ha assorbito… e quante anime ha ingoiato. Mi spoglio, lentamente mi libero della mia giacca e della camicia… con non curanza sfilo la cintura dai passanti….rimanendo all’impiedi sfilo distrattamente le mie scarpe e le mie calze e lascio scivolare al pavimento i pantaloni; l’aria è gelida, il pavimento è puro ghiaccio. Indosso la mia tunica di seta nera e a piedi nudi, in silenzio mi avvicino a lei. Ho la cinta tra le mani…e con violenza la spingo con il ventre sul tavolo legandole la catena al di sotto di esso….immobilizzandola poi alle sue caviglie. Lei è li’, inerme, totalmente esposta e donata a me…. Le natiche larghe….. il sesso imperlato di umori e gocciolante di piacere in totale evidenza. Adoro le sue natiche…adoro graffiarle e sentire le mie unghie infilarsi in quella delicatissima pelle bianca. Sa’ che non la desidero cosi’ eccitata… sa bene che il dolore deve rimanere tale e non trasformarsi in puro piacere. Due duri morsetti sono cio che adesso lei ricevera’; con calma mi inchino ….applico il primo ad un labbro e il secondo all’altro, non curante dei suoi fremiti di sofferenza; non m’importa…lei è mia, mia è la sua anima, mio è il suo corpo…il suo dolore mi appartiene. Fanculo tutti i pensieri…. Attacco la catenella a entrambi i morsetti con un piccolo ma efficace peso che immediatamente trasforma la consistenza delle sue labbra vaginali; soffre… vedo spuntare da sotto la benda qualche lacrima…soffre ma sta in totale silenzio. Mi allontano e la osservo, nella penombra che le tende tirate hanno creato, quel vestito strappato a metà schiena mi eccita. Riprendo la cinta poco prima poggiata sulla poltrona, mi avvicino e aritmicamente….lentamente ….comincio ad assestarle diversi colpi sul suo culo esposto; allungo la presa; adesso la punta dura della cinta di cuoio lambisce anche le sue labbra allungate e già messe a dura prova dai morsetti, generando un quasi insopportabile dolore ad ogni colpo e un violento fremito che le arriva fin dentro l’anima. Dalla sua bocca fuoriesce saliva… molta saliva, nonostante il perizoma dentro conficcato. Questa cosa mi fa incazzare, mi avvicino e tirandola x i capelli le tiro via il nastro violentemente dalle labbra e le sfilo le mutande da dentro la bocca; le schiaccio la testa contro la sua stessa saliva, poi con una mano gliela distendo sul muso, con le dita le apro la bocca, finché si deforma, le caccio dentro tre dita, le dico di succhiare, lei mi morde, la schiaffeggio. Piovono colpi, mentre
conto ad alta voce, e i suoi ormai delirati lamenti si trasformano x me in una splendida musica che dolcemente rimbomba nelle orecchie. Sorrido alla vista della carne martoriata del suo meraviglioso corpo, e con un lembo rimanente di corda le cingo il collo, premo sulla gola, mi sollevo la fredda e sfuggente tunica
e le dono il mio sesso in bocca, violentemente e per più d'un attimo la soffoco, ascoltando i suoi conati che provengono dalla gola. Appena rilascio le regalo un altro schiaffo…. E la riprendo…. E la rilascio…. Un' occhiata veloce sfiora ancora quelle fotografie, dai volti sfocati e precisi assieme, divorati dalle perversioni che la pellicola scandisce, consumati dallo scorrere del tempo….; mi viene voglia di toccarle la faccia, sentire il fuoco del suo agonizzante fiato, capire fino in fondo il suo totale stato di “oggetto”….. e nutrirmi della sua mente svuotata. Ma i suoi denti mi distraggono dalle mie considerazioni, adesso d’improvviso tagliano come coltelli il dorsp della mia mano; affondano senza premura, volgari, sfacciati, incazzati, la bocca pare quella di un cane rabbioso, e più affonda più sorrido premendo nell'incavo delle sue guance, un Brivido mi fa leggermente sobbalzare, mi mordo le labbra dal dolore che comunque percepisco netto, non mollo la presa, strappo la carne della mia mano dalla sua bocca, la spingo e lei cade rovinosamente e rumorosamente sulla levigata ma sporca ed impolverata superficie di legno dell’antica scrivania. Ha scatenato la mia ira…. Non doveva osare neanche pensarla una reazione. Prendo un sottile ramo di ulivo dalla legna del camino…. Lungo, flessibile, con tanti piccoli rametti che timidamente sembrano spuntare dal tronchetto principale…. Appuntiti. Ha giocato…ha osato troppo adesso deve pagare. Non bado a quanti e a che velocità o con che forza le infliggo la miriade di colpi…. Sento il suo pianto dapprima disperato ma poco dopo sommesso…. E quando finisco…. Solo allora vedo lo spettacolo che mi si presenta: lunghe striature sulla schiena, piccoli fori nella pelle scorticata e il suo rosso sangue che timidamente cola sulle sue gambe, ne lambisce i piedi e si adagia lentamente sul gelido cotto antico. Scopami, mi implora piangendo…Scopami mio unico signore….regalami la tua pietà. Le nego il piacere, le spalanco le gambe, stupro le cosce, colpendole, alternando il calore delle mani al freddo dell’improvvisato ma terribile scudiscio, le ficco due dita nel culo, con l'altra mano stringo la carne circostante, tendo, violento, non risparmio.
Sputo appena sopra la linea che congiunge le natiche, lascio che il rivolo bagni la carne arrossata, e vedo la saliva colorarsi di rosa perché nel suo percorso spazza via il sangue che trova dinanzi a se.Le dita spingono di più… ne aggiungo altre due. Lei s'inarca per quanto riesce a muoversi, ansima, sussurra frammenti di sofferenza, le batto la schiena, cinque colpi forti, paralleli, la pelle mostra i suoi rilievi, voglio che sia pronta ad accettare tutto, non m'importerà del contrario. Ora le impongo di contare i miei colpi, saranno sulle cosce, le consiglio senza urlare di contare quei fottuti colpi, man mano che infierirò con il mio rametto; Lei aspetta, Io aspetto, che mi si riveli spudorata per come la voglio: Troia. 'Inizia a contare, annuso il suo odore, mi lacera, imparo a memoria i movimenti dei suoi muscoli, il suono del suo respiro, il Rosso Viola crudele della sua pelle si dona a me, non dice una parola, raggiungo allora i suoi occhi coperti.
Ne intravedo la rabbia, mi fissano attraverso la stoffa, quasi la bucano, è in quel momento che colpisco più forte, mentre le sollevo la faccia tenendola per i capelli, le labbra tremano ad ogni colpo, la saliva fende l'aria. Le segno nuovamente la schiena, il culo, l'interno delle cosce. Stringo a pugno una mano, premo forte contro lo sfintere, sembra squarciarsi, indietreggio per i calci che sta divaricando contro le mie gambe; la punta di un tacco mi graffia, le batto il culo con violenza, la sventro di nuovo, ancora senza concederle niente, ho voglia di violarti fino allo sfinimento, ho voglia di farla vomitare sangue, che la sua bocca diventi un inferno di colpi, che il tuo odore sia talmente pregno dei miei desideri da attirare altri animali da monta, ti voglio vedere usata, sfruttata, segnata e adorante x la vita che ti resta.
Mi concentro sulla sua rabbia, le guardo i suoi occhi, le tolgo la benda, ora mi vede, ostenta il suo ghigno, mi sfida come una bestia che non vuol morire e che lotta. Mi sputa in faccia, non fiato. Le lecco le labbra, mischiando la saliva. La bacio….. lei mi ringrazia mi ama… mi adora….e quanto piu male riceverà, più grande sarà il suo amore x me….il suo unico carnefice.

 
 
 
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