Creato da CarrodiTespi il 11/05/2006

Agone

La strenua lotta tra cuore e mente

 

 

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Personale

Post n°44 pubblicato il 26 Settembre 2006 da CarrodiTespi
Foto di CarrodiTespi

Non ho mai sentito la necessita' di TE in questo luogo. Appartieni cosi prepotentemente alla sfera del "reale" che narrare la nostra amicizia mi parrebbe quasi violarla. E pensare che se ho iniziato ad editare un blog e' stato sostanzialmente "per te", ricordo di cio' che accadde esattamente un anno fa.

Ieri ti ho inviato gli auguri per il nostro primo "anniversario"
"Sei fuori come una grondaia?!"
Risposta scontata, previdibile. Oserei dire che con "ricorda che tu non sei mia madre" sia una delle espressioni da te piu' usata nei miei confronti.

Sono qui a "parlare" di te. Non leggerai mai queste righe.

Non avrei mai detto che cio' che nacque un anno fa come una semplice conoscenza lavorativa si sarebbe trasformata in un "qualcosa" di duraturo. Cosa? Non chiedermelo.. non lo so. E nemmeno tu, ne sono certa.
Un anno di risate e di litigi. Di rimbrotti reciproci per le nostre peculiarita' caratteriali.
Ma ci siamo ancora, siamo presenti ogni giorno, raccontandoci gli avvenimenti quotidiani, progettando, confermando, insultandoci.

Vi sono moltissimi ricordi legati a te. Dal "tamarro" quando ti vidi la prima volta alla tavola imbandita con minimo trenta bicchierini contententi alcolici differenti ma accomunati dall'imbevibilita' (RUM!). La prima chiaccherata di lavoro e gli unici due pirla che, con passo incerto, alle due di notte muovevano i loro passi nei meandri di un luogo sconosciuto completamente inebriati dall'oscurita' (e dalle prove all inclusive). Impiegammo un'ora a trovare la camera per poi scoprire il giorno successivo che esse erano a 5 metri di distanza.
Per 7 mattine fummo i primi a svegliarci, la "palma" spetta a me che alle 5.30 doccia, costume e macchina scendevo in spiaggia a immortalare l'alba. Mi addormentavo nel silenzio del primo sole sapendo che quando mi sarei svegliata tu saresti stato vicino a me, ad uno sdraio di distanza.
7 sere. Due a litigare.
E la partenza verso i rispettivi borghi consci che non ci si sarebbe piu' ne sentiti ne visti. Durante il volo di ritorno ti osservavo, per impressionare la tua figura nella mia mente. Non avrei mai immaginato che dopo qualche tempo su un altro volo di ritorno avrei versato qualche lacrima adagiata sulla tua spalla fingendo di dormire.

Io piango poco.

Un anno. Di risate, di scene di Marrakech Express recitate magistralmente, di una tazza bordeaux con fiocco argento (non te l'ho mai detto... si e' giusto un attimo rovinata), di corse in una citta' semideserta "per non essere gli ultimi". Un letto del '700 nella camera degli ospiti, un caffe' preparato con ricatto "pero' te lo bevi tutto nè!", una cena fantastica e una tisana prima di dormire. Un accendino trash.

"Fai la brava!". "Sempre!". Discussioni in latino.

Insulti. "Non te ne andare".  "Pucci pucci". "At'tze simpatica ac'me urtighi in si maròn".

Cosa sara'? Non so. Non mi e' dato e non voglio saperlo.
Bene cosi.
Tu per me ci sarai, io per te.. sempre presente.
Sara'. Ed e' cio' che conta davvero amico mio.

A Marco.

"E cammino dentro tutti i giorni
che ho vissuto su di te..
e mi scaldo nel tramonto adesso
mi ricorda,
lui mi porta..
Resto qui senza il mare
che mi bagna un po'
ed io vorrei dire solo
ma perche'
ma perche'
niente mi riscalda...
Senza te".

 
 
 
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