Creato da ahivelasquez1975 il 08/02/2006
pensieri e osservazioni per lo sviluppo del Sé

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

ahivelasquez1975S_Virgola79si.giacomellifugadallanimagipsy.mmpsicologiaforensewhitenarcisusElemento.ScostantelatortaimperfettavelodicristalloMarquisDeLaPhoenixoversize47Cherryslkatya_adavin
 

Chi puņ scrivere sul blog

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« l'Aurea Medioocritas di...Lo stoicismo, l'etica d... »

l'edonismo etico di Epicuro

Post n°5 pubblicato il 16 Giugno 2015 da ahivelasquez1975
 
Tag: etica

Mai nella storia del pensiero una dottrina etica come quella di Epicuro è stata tanto fraintesa ed ha acquistato una fama che non corrisponde al suo contenuto. Nel linguaggio attuale, infatti, l'aggettivo epicureo trova il proprio riferimento nel richiamo alla teoria etica del filosofo ma riporta significati che richiamano a una vita fatta di piaceri estremi, dissolutezze e pervesioni. Leggendo, però, tra le righe delle sue opere si comprende che la dottrina epicurea non presenta alcuno di questi tratti ed invece prescrive un modo di vivere piacevole ma moderato, parco, modesto; lo stesso Epicuro, si legge dalle cronache sulla sua vita, fu un personaggio che visse in semplicità, senza vizi e senza rincorrere alcun piacere estremo. Probabilmente, la sua identificazione del bene con il piacere soggettivo col tempo ha ridotto questo concetto al semplice piacere dei sensi, al godimento fine a sé stesso senza alcun limite trasformando nel senso comune il significato della sua dottrina in senso semplicistico e materialistico .
E' vero che per Epicuro il bene è soggettivo, senziente e coincide con il piacere personale ma non si riduce a un piacere materialistico di semplice soddisfazione dei sensi. Comunque sia, nell'opinione del filosofo una vita buona, virtuosa, è quella che coltiva i piaceri e ogni uomo che vive su questa terra dovrebbe apprezzarli e ricercarli nella sua esistenza quotidiana. Ma Epicuro constata che esistono certi piaceri i quali sono seguiti da dolore e ammonisce gli individui dal ricercare quei piaceri i quali sono seguiti inevitabilmente da questo stato fisiologico-emotivo. Ecco, così, che introduce la distinzione tra i piaceri "dinamici", che sono seguiti dal dolore, e i piaceri "stabili" che non sfociano in questo stato e e che sono il cuore di ogni vita considerata buona e quindi degna di essere vissuta. Bere smodatamente vino è un piacere dinamico poiché è seguito dal malessere della sbornia come il praticare sesso poiché è seguito da fatica, rimorso, depressione mentre coltivare l'amicizia è un piacere "stabile" visto che da questo non sorge alcuna controindicazione. Si comprende, quindi, che se la vita buona risiede nei piaceri "stabili" questa viene dipinta da Epicuro, man mano che li analizza, come una vita piacevole ma moderata, parca e senza eccessi.
La dottrina etica di Epicuro è all'origine delle teorie morali denominate con il nome di edonismo etico le quali identificano il bene con il piacere soggettivo e prescrivono ad ogni uomo di ricercare il piacere in quanto caratteristica eminente della vita buona. Tale morale mette, dunque, in evidenza una verità fondamentale, esistenziale e che deve essere un fattore irrinunciabile nella analisi della moralità ovvero il piacere o, più in generale, la soddisfazione delle aspirazioni dell'Io come sorgente di ogni comportamento. Nondimeno, anche la teoria etica edonistica lascia ad un attento lettore alcune perplessità. Se tale morale prescrive per ogni uomo la ricerca del piacere e alcuni piaceri sono "dinamici" e portano al dolore, il risultato è che alcuni effetti pratici contrastano con il principio generale cuore della teoria. Si potrebbe prescrivere, ad esempio, di bere ma con moderazione introducendo, però, un ulteriore elemento nel principio generale con la conseguenza di modificare la dottrina: "ricerca il piacere ma con moderazione" ovvero nella situazione concreta la persona vorrebbe bere a dismisura, poiché percepisce maggior piacere, ma deve compiere uno sforzo per limitarsi. Inoltre, la ricerca del piacere in moltissime situazioni non indica la via del comportamento morale secondo la logica del buonsenso.  Se un pilota di aereo durante l'atterraggio avesse voglia di una bibita ghiacciata e lasciasse la cloche di comando per soddisfare il suo bisogno è ovvio che non farebbe la cosa giusta. Si comprende, quindi, che nella moralità esiste un altro fattore oltre al piacere che è il dovere.  La teoria di Epicuro, quindi, mette in luce un elemento universale, potente dell'azione che ogni teoria etica deve tener conto ma opera una forzatura quando lo indica come il solo della vita buona, della morale. La realtà, si comprende, è molto più complessa e la moralità risponde a molti più fattori che non a uno, tantomeno il piacere soggettivo come bene.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963