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Beato Alano De Rupe

Beatus Alanus de Rupe, B. Alain de la Roche, il Beato Alano della Rupe

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OMELIA XXV DOMENICA TO ANNO C, 22-9-2013

Post n°57 pubblicato il 21 Settembre 2013 da beatoalano
 
Foto di beatoalano

Il Vangelo di questa domenica continua la lunga sezione che stiamo vedendo in queste domeniche, e tocca oggi il tema del tempo della vita, che Gesù paragona ad un lavoro di amministrazione. E per dire l’importanza del tempo della vita da usare per servire Dio e i fratelli, usa la metafora di un amministratore del mondo che usava le sue capacità per farsi amici sulla terra.

Sembrerebbe che Gesù avalli un esempio di frode, ai danni del datore di lavoro, ma non è così, perché Gesù commenta che i figli delle tenebre sono più scaltri dei figli della luce.

C’è da dire, in aggiunta, che nel testo greco non è proprio certo che l’amministratore viene lodato dal padrone, perché  il verbo in questione è Επήνεσεν, che è un aoristo, e può derivare sia da επαινέω, che da επανύω: dove però i significati sono totalmente diversi: infatti, επαινέω significa approvare, lodare, una traduzione che segue la Vulgata (“laudavit”), ma che non è appropriato come contesto, e l’altra επανύω: che significa rendere operativo, compiere una cosa, e nel caso specifico, significherebbe che il padrone rese operativo il licenziamento dell’amministratore, perché era stato disonesto. Dunque, sembra più la seconda forma verbale quella rispondente al contesto del brano.

Comunque, in un caso o nell’altro, Gesù usa un esempio di quello che significa il detto: “la necessità fa virtù”, o “il bisogno aguzza l’ingegno”, una struttura di salvataggio della vita che è presente nella natura non solo dell’uomo ma in ogni realtà vivente. Se provi a staccare un rametto con le gemme, ecco che subito, se hanno un briciolo d’acqua iniziano a fiorire. La pianta capisce che deve sbrigarsi a fare il seme, perché la sua fine è vicina. Così gli animali, che per quanto feriti, inventano qualche stratagemma per salvarsi la vita. E questa struttura è anche nella parte psichica dell’uomo, da cui Gesù trae l’esempio.

Che cosa vuol dire allora Gesù? Vuol dire che come i mondani usano il loro tempo per costruire una dimora terrena, così i figli della luce dovrebbero usare il tempo per costruire una dimora eterna, quando l’amministrazione verrà loro tolta e rimarranno solo i guadagni fatti. Ma cosa sono i guadagni per i figli della luce? I guadagni sono i meriti, che ci vengono dalle opere buone, dalla fede, dalla speranza, dalla carità, applicate alla vita, nel lavoro, nel silenzio, nella sopportazione, nella pazienza, nella fedeltà alla missione della vita, nella verginità, nella castità, nell’Amore a Dio. Tutte queste cose si amministrano nell’ingiusta ricchezza della vita. Perché non sono doni di giustizia la bellezza, l’intelligenza, la simpatia, l’allegria, ma sono doni per amministrare i meriti da acquisire. Ma se tu sei bello o bella e ti crogioli solo davanti allo specchio e usi la bellezza per sedurre e non per costruire famiglia, o per far innamorare di Dio, allora sciupi il dono, esso non produce meriti. Se sei intelligente e non pensi nulla per far conoscere Dio, per farlo amare, o per migliorare il mondo, allora quella intelligenza non produce meriti, è sterile. E così via. San Francesco d’Assisi in un celebre componimento scrive: “O Signore fa che dove c’è odio io porti l’amore; dov’è divisione porti l’unione…”, ossia fare del tempo un servizio a Dio perché Egli pensi a noi quando ci toccherà lasciare l’amministrazione della vita e sapremo di entrare non nel freddo buio della morte, ma nella Luce della Resurrezione. Pensate che la Madonna ha fatto della Sua infinita Bellezza un Merito, per questo quella Bellezza non è sfiorita nel tempo, per questo Ella nel Cantico dei Cantici viene definita come la più bella. Perché la Bellezza di Maria è diventata produttrice di meriti, mediante Essa, Ella ha fatto innamorare e ha sposato Dio, diventando la Madre del Figlio di Dio.

Oggi, dobbiamo stare attenti a tante idee distorte che girano anche nel mondo della Chiesa, quando ti viene detto che tu sei un peccatore e ti salvi solo per grazia. Non è vero, questa è un’idea non cattolica. Tu ti salvi per grazia, ma anche per i meriti, perché ti viene data nella grazia della Redenzione anche l’amministrazione della vita per compiere i meriti. In Cielo diceva Santa Teresa d’Avila ognuno sarà riempito d’Amore di Dio quanto sarà capiente di meriti.

 
 
 
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