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Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Antonella

Post n°71 pubblicato il 27 Giugno 2007 da righe_di_vita
 

-Vieni a mangiare un gelato con noi?-
Ci provo ancora una volta con Antonella, la figlia timida dei nostri ricchi vicini di casa. La vedo sempre sola nel grande giardino di fiori profumati e alberi piantati da secoli. La sua è una grande casa che domina il paese e oscura la mia, ma a quindici anni non mi preoccupo certo di sentirmi inferiore soltanto perchè ho tre camere da letto invece di sei come Antonella.
Io ho qualcosa di più, ho degli amici, sono tutto il pomeriggio in bicicletta con loro, insomma non soffro certo di solitudine.
Nonostante tutto questo provo tenerezza per quella ragazzina dagli occhi marroni e capelli biondi sulle spalle, lo sguardo un pò triste, intuisco che si senta prigioniera dell'affetto dei suoi genitori che non la lasciano un momento da sola e la coprono di regali e d'amore. Eppure lei non è felice.
La nonna di Antonella ogni tanto scappa per le montagne, ha l'alzehimer, non ricorda nulla ed è ingestibile e allora , quando non ci sono i genitori, tocca a lei prendersi cura della nonna e forse, giorno su giorno, non è il massimo della gioia per una ragazza che dovrebbe vivere anche con i suoi coetanei.
-Si, vengo anch'io oggi, aspetta che lo dico a mia madre!-
Accidenti!! Ha accettato l'invito. Sorrido contento, è anche carina Antonella, sai che figurone con gli amici.
Mi aspettano alla locanda. Gli amici delle elementari, che al mattino aiutano il padre nei boschi e il pomeriggio lo passano con me, il privilegiato, quello che studia a Torino e diventerà un giorno come il papà di Antonella, ricco e famoso.
Mi secca un pò essere accettato più per quello che diventerò, forse, che per quello che sono, ma non è un grosso problema a questa età.
-Eccomi, sono pronta. Andiamo?-
Con un rapido sguardo decido di lasciare gli amici alla locanda ad aspettare, e invece di scendere verso il paese ci incamminiamo sù, per la montagna, senza biciclette.
E parla Antonella, sembra non l'abbia mai fatto in vita sua. La ragazzina timida lascia il posto ad una valanga di parole e io l'ascolto, mi piace Antonella.
Con le nostre maglie legate alla vita e le labbra sporche di more inerpichiamo per la montagna. Non troppo, il cielo cambia faccia velocemente sui monti. Parti con il sole e spesso torni con il temporale nelle ossa.
Non riesco a dire molto di me, ma conosco quasi tutto di lei. Ha un modo carino, dolce di parlare, è intelligente, sensibile e non mi stanco di stare seduto sulle rocce con lei.
Ma la sera arriva e dobbiamo scendere, in fretta, Anto è in ritardo e io avevo promesso a mio padre di aiutarlo con la legna. Stasera son guai per tutti e due.
L'accompagno fin dentro il giardino, poi accanto alla porta e due passi sono dentro quella bellissima casa.
-Aspettami qui, ti vado a prendere il 45 giri di cui ti ho parlato-
Sono in fondo allo scalone, in marmo che porta verso l'ingresso della casa. Aspetto.
Passano pochi minuti che sento urlare. E' la nonna che sta sbiacicando qualcosa, ma non capisco.  Antonella arriva tutta trafelata, scende le scale di corsa.
- Scusa, ma è la nonna che è in piena crisi!- Sorride, ormai è abituata alle sfuriate dell'anziana, non ci fa più caso.
Non sapeva ancora che quelle grida avrebbero cambiato la sua vita e un pò anche la mia.
-Allora domani alle tre davanti alla madonnina?-  Le chiedo speranzoso in un si, al diavolo gli amici.
- Ci sarò! Grazie per la giornata, sono stata bene!-
Un tuffo al cuore. E' stata bene con me!! Non fosse per la vergogna avrei fatto salti di gioia.  Sto per accomiatarmi da lei , quando , alzando lo sguardo vedo la nonna. Appoggiata al suo solito bastone, lo sguardo inferocito, mette paura!
-Allora, chi è questo qui?-
Antonella fa il cenno di presentarmi. La nonna mi scruta, ma sembra non mi veda, non so, è strana, non so cosa fare.
Antonella cerca di calmarla, è un amico, le dice, cosa c'è che non va?
-C'è che sei in casa mia e tu fai entrare solo chi voglio io-  Replica con tono malvagio la nonna.
Antonella sorride. E' imbarazzata ma io con un cenno le rispondo che è tutto ok.
-Dai nonna, su sii gentile con gli ospiti-
L'ultima frase che avrei ricordato di Antonella, ma non lo sapevo ancora.
-Sono stanca di essere gentile con gli ospiti, lo sono già stata fin troppo con te gentile!!   Suona stridente come una minaccia quella parola. Lo sento, la miccia è accesa, ma non so dove esploderà!
-Gentile con me , nonna ma io sono tua nipote , mi riconosci si??-
Ecco, l'esplosione, sento l'odore acre del fumo nell'aria, della polvere da sparo, sento per la prima volta in vita mia, il nauseante odore della cattiveria:
- Tu mia nipote?? Tu sei una bastarda, non sei della famiglia. Sei un'adottata, presa da un istituto per madri incoscienti. Non sei e non sarai mai mia nipote e scordati l'eredità, tornerai nella merda da dove sei venuta!!-

Oggi ho pensato ad Antonella. Oggi che ho ritrovato il nome di suo padre fra i necrologi. Non ricordo bene cosa sia successo quel giorno. La mia memoria si ferma nel vialetto del giardino, esco da quella casa con il cuore gonfio. Antonella era stata ferita e io non sapevo cosa fare. Poi è arrivato suo padre. Tutto si ferma a quel momento.
Rammento di aver raccontato tutto a mia madre, lo sapeva dell'adozione, tutto il paese lo sapeva. Ma come in ogni comunità che si rispetti , di fronte a certe situazioni si è omertosi, giustamente omertosi.
Non ho più saputo nulla di lei, della sua famiglia. La nonna è morta in un ospizio qualche anno dopo. Antonella e i suoi genitori hanno venduto tutto e cambiato regione.
Per molto tempo ho guardato agli anziani come un pericolo. Non li vedevo innocenti come bambini e bisognosi di affetto.
Non lo so se ha perdonato sua nonna. Non lo so se ha perdonato la vita!
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