Quando penso alle brutte figure che si fanno nel corso di un esistenza mi accorgo, per fortuna, di non aver un palmares nutrito. Della serie poche ma buone!
Sono da sempre molto accorta in quello che faccio e dico, quasi sempre. Non quella volta che......
Il mio primo impiego in una ditta di scatole. La segretaria del direttore, io diciottenne alle prime armi, con poca affinità con la nuova olivetti e le altre impiegate, serie, compite e anche un pò invidiose.
L'invidia classica, banale scontata per la ragazza nuova che per altro, cosa molto fastidiosa, aveva dalla sua l'età e la bellezza. Integrarmi non è stato facile, anzi, ma sono stata abituata alla lotta e la mia giovane età mi rendeva imprudente, sfacciata e senza paura.
Ricordo molto bene l'entrata al lavoro, quando mi presentavo davanti alla porta dell'ufficio e si zittivano tutte. Paura che ascoltassi eh??
Ma io impettita e sfrontata mi rivolgevo con un tono accattivante all'anziana e le pregavo di non fare caso a me, sia che mi stessero criticando sia che parlassero di fregnacce. Tanto non cambiava nulla. Stupide erano , tali rimanevano ai miei occhi.
Laura, l'addetta amministrativa era la più simpatica e in fondo con me si è da subito dimostrata gentile. E per fortuna, perchè proprio con Laura ho fatto la prima figuraccia all'interno della ditta.
E' sera, piove a dirotto e stiamo terminando l'orario di lavoro. Io alle prese con una lettera e lei con i numeri.
- Hai la macchina?- Mi chiede all'improvviso.
Naturalmente si, le rispondo.
-Bene. Allora se non ti spiace porto i documenti in archivio e poi ti aspetto sotto con la macchina!-
Sono spiazzata. Perchè devo scendere con la macchina. Dove deve portarla?
Sbuffo in un Mah e riprendo il lavoro.
Mezzoretta dopo si alza ed esce confermando l'appuntamento sotto l'ufficio con la "macchina"!
La guardo ancora una volta, perplessa, allibita , lei si accorge dello sguardo e mi chiede conferma, vuole essere sicura che abbia capito:
-Allora? Ci vediamo sotto ok?-
Si, certo non c'è problema, rispondo.
Finito di battere la lettera commerciale prendo la custodia nera della olivetti e copro la macchina.
Intanto fuori dalla finestra il diluvio! La pioggia picchietta nervosa sui vetri, sembra voglia entrare, sfondarli per cercare anch'essa riparo.
Metto la borsa a tracolla per avere le mani libere con cui prendere la pesante macchina per scrivere. Uno sforzo incredibile dopo una giornata di lavoro e sempre chiedendomi l'utilità di quel gesto. Mah! Si vede che a Laura serve a casa. Dopo la botta e risposta con me stessa scendo le scale.
Piano, lentamente gradino per gradino per non rotolare giù con l'olivetti addosso.
Davanti alla portineria il custode mi chiede dove vado con la macchina.
Non so, rispondo, La signorina Laura la vuole, forse le serve a casa per lavoro.
A fatica apro il grosso e pesante portone che da sulla strada. Laura è di spalle, guarda la strada e ha un grosso ombrello aperto. La chiamo per cercare aiuto. Cavolo, in fondo è a lei che serve sto rottame.
Si gira e strabuzza gli occhi, scuote la testa e mi guarda a bocca spalancata effetto aquario. Che c'è? Le chiedo.
-Scusa, ma dove vai con la macchina dell'ufficio?-
Sono alquanto seccata, ho fatto una fatica della madonna e tu mi chiedi dove la porto? Ma sei scema??
Piove, mi sto bagnando, l'olivetti è un macigno, non sento più le braccia e tutto per compiacerti e tu cosa fai? Mi chiedi dove la porto.
L'ammazzo!!
Sento la sua risata nelle orecchie. E ride ...ride la maledetta. Poso la macchina sullo scalino e la guardo piena di odio.
-Ma cos'hai capito??-
- Mi hai chiesto se ho la macchina no?-
- Si, ma santo cielo, l'auto, la quattroruote, quella cosa con il volante e le marce. Volevo un passaggio per casa!!!-
Gesù!! Avrei voliuto sprofondare. Annullarmi fino alla fine del mondo.
Inebettita la guardo, sento il viso che si scalda. Devo avere il colore del pomodoro appena raccolto.
E adesso cosa ci faccio con l'olivetti?
Mi aiuta a riportarla in ufficio. Il custode ci guarda e scuote in un gesto di dissenso, la testa. Adesso rido anch'io per non aver capito.
Mi giustifico dicendo che non sono abituata a simile richieste, in quanto non ho l'auto.
Spero non lo racconti domani, ne va della mia immagine di "sfrontata". Imbarazzatissima il giorno dopo entro in ditta.
Dal custode all'ultimo piano tutti seppero della figuraccia.
Ma quella sera cambiò aria in ufficio e fuori. Ero quella della macchina ed ero diventata la parte allegra, simpatica della ditta. Cominciò ad apprezzarmi anche la vecchia megera, e cominciò il mio lavoro quello vero, libera di essere.
Rido ancora di quella figuraccia ma è certamente stato un momento importante, sono cambiate molte cose e io ero parte di quelle cose.
In fondo è vero, non tutto il male viene per nuocere.
Ma chissà le vostre di figuracce, così tanto per non sentirmi sola!!!
Inviato da: mariluci_17
il 09/02/2016 alle 20:48
Inviato da: pianetadgl4
il 16/08/2015 alle 23:00
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il 21/06/2015 alle 23:55
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il 21/06/2015 alle 23:47
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il 21/06/2015 alle 23:45