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Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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Tasche piene di domani

Post n°472 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da Survivor60
 

Fuori dal mio locale la serata si stempera nelle ultime risate dei ragazzi. Risate e abbracci alle ragazze che poi si scostano, si allontanano buttandoti addosso il tuo braccio, che ricade sui fianchi. L’approccio non è riuscito. Eppure chissà quanto si è preparato a questa notte di neve Guido.
Con il bavero alzato e il giaccone aperto per far vedere il maglione colorato, regalo di natale dei suoi. Ma lei non ci sta! Non guarda il maglione né i suoi occhi che adesso, sotto il lampione giallo sono malinconici.
Da quanto tempo Guido è cotto di Stefania?
Dall’asilo. Tiro una boccata di fumo che mi ruggisce in gola un po’ di tosse e ne faccio anelli di fumo che avvolgono Stefania e Guido, ancora vicini a parlare di musica e film.
Lui rapito e perso, lei che guarda lontano. Chissà forse sta sognando il suo futuro. Stefania studia lingue e pensa ai viaggi che farà. Alla gente che incontrerà. A New York a Londra a Parigi dove diventerà importante. Sogni dove Guido è un lontano ricordo pur essendo a due passi da lei. Desideri che non condividerà con lui. Lo dicono i suoi occhi color dei mattoni che ad uno ad uno Stefania sta cementando per la sua vita. E la sua vita non si chiamerà Guido.
Un’altra boccata che mi scalda la bocca mentre lo vedo, Guido alto dinoccolato e fragile che, appoggiato al lampione ascolta i viaggi di Stefania.
Lei non si rende conto che ogni parola è una ferita che si apre nel petto di Guido. O probabilmente non vuole vedere il suo cuore che sanguina e lo sguardo che si sta spegnendo ad ogni nome di città, lontana e sconosciuta.
Lui non ci sarà.
Butto la cicca per terra e premo con il piede fino a ridurla ad un pezzo di carta, piatto, bianco sul bianco. Nevica.
Saluto Guido che di rimando alza la mano nei suoi salve a domani e rientro nel locale dove le sedie sui tavoli mi avvisano che la giornata è finita.
Quante storie potrei raccontare. Il barista è come un confessore e anche se non parlano i clienti, tu conosci la trama della loro vita. A volte è fitta altre più leggera. Vite che vanno e vengono, come quella dei due ragazzi là fuori al freddo che farfugliano sul futuro.
La serranda rompe il silenzio della notte ovattata. Rompe quell’attimo di confidenze tra Guido con le tasche piene di speranza, e Stefania che cancella ogni illusione in Guido.
< Andiamo a casa?> Mi rivolgo ai ragazzi, è tardi e fa freddo. Una nuvola di vapore esce dalle labbra di Guido mentre saluta Stefania e si abbottona il giaccone.
Un’altra serata senza essere riuscito a dirle che senza di lei si sente come questo vento freddo che soffia ma non sa dove andare.
< Zio Willy mi dai uno strappo a casa?>
Stefania sale in auto, infreddolita si fa piccola dentro le spalle di ragazza piena di domani!

 
 
 
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