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Titoli di coda

Per entrare sotto la pelle, penetrare emozioni con il linguaggio delle immagini adattando le semplici parole!

 

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. . . . . . . . . Il bosco dell' innocenza . . . . . . . . . .

Post n°480 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da fionamay10
 

Non sapevo cosa in realtà avrei trovato. Mi avvicino lentamente al pozzo, era pericoloso, le lunghe pioggie avevano reso il terreno molto fragile e bastava un movimento brusco, uno scatto e probabilmente sarei precipitato nella scarpata. Alberto era appostato poco lontano con la sua pila quasi scarica.

 Un emergenza non prevista, stavamo tornando da una cena fra colleghi quando lungo la strada stretta di montagna ci fermò una donna, preoccupata e disperata con un bimbo per mano che piangeva: aveva perso il suo amico a quattro zampe che non era più tornato a casa.
 Cercò di spiegarmi dove erano diretti prima che li cogliesse il temporale. Il buio si tagliava con il coltello, madre e figlio erano fradici e infreddoliti. Avevano, insieme al cane, perso il senso di orientamento. Eppure quei boschi erano casa loro, mi spiegò la donna ansimando.

Alberto si procurò la pila stanca e salimmo verso la montagna, incrociando rami fra le gambe e il pozzo che con la pioggia e la notte non era molto visibile. Pensai che il cane fosse caduto dentro, era difficile tirarlo fuori senza corde o appigli! Tutti e quattro con le orecchie tese a carpire ogni minimo movimento, ogni suono che potesse portarci al cane.

Ci dividemmo, io e Alberto, cercando il contatto con il cellulare qualora si fosse trovato un indizio. Era stanco e anche allegrotto per la cena, l'aria sferzava viso e occhi come tanti piccoli aghi. Che freddo!!!

Mentre salivamo verso il bosco sentii vibrare il cellulare, era Alberto aveva trovato il cane. Felice il bimbo corse verso la voce del mio collega, lo fermai e dissi loro di aspettarmi sotto, così da non perderli di vista. Il cane, un bastardino bianco e nero ci guardò scocciato, Alberto mi disse che era sotto la pianta che dormiva tranquillo incurante delle voci che lo chiamavano ormai da un ora.
Tutto è bene quel che finisce bene. Accompagnammo madre e bimbo a casa, il cane in braccio al suo piccolo amico che non smetteva di coccolarlo, sgridarlo e ancora coccolarlo.

Ho ancora il viso dolcissimo del bambino nel cuore, difficile dimenticare gli occhi dell'innocenza così pieni d'amore per l'amico a quattro zampe. Ripartimmo dopo esserci assicurati che fosse tutto a posto e in viaggio verso casa ci fece conpagnia il silenzio.

Quello che sentivamo dentro e che gravitava intorno a quello sguardo dolcissimo!

dal post 142
scritto da:  Rob

 
 
 
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