Dove sono finiti gli anni miei?
Nel polverone di una strada in salita, soffocata dal verde degli abeti, dentro scarponi neri bucati di giovinezza.
Oppure no. Nelle strade lisce di agosto verso il mare, nel mio costume per dimenticare gli scarponi, incurante degli sguardi predatori.
Di preciso non lo so.
Non mi sento abbastanza vecchio per un bilancio e non sono più giovane per ricominciare il viaggio impervio.
Ma è che sono, finalmente, appagato, tra problemi e scadenze sono contento di come mi ha preso per mano la vita.
E se anche so che dietro l'angolo la malinconia mi aspetta, per quel viso marcato che guarda in basso, adesso, sono forte abbastanza per fissare negli occhi il dolore senza sconfiggerlo, no, soltanto ammansirlo per tornare a sperare in un sogno, di una mano alzata che mi dice ciao.
-Quanti capelli grigi papà!!-
Federica impietosa come un ragioniere stila contabilità e archivia un capello dopo l'altro e io mi illudo che ogni filo rappresenti un amore che ho avuto e , alternato, amore che ho dato.
Perchè alla fine la sentenza si basa su questo sentimento, e quando sarò al cospetto del Re mi sarà chiesto, ma quanto amore hai dato?
E io lavoro per questo ancora, per poter rispondere:
Io spero ...tanto!