Creato da piccolacreaturadidio il 22/09/2007

Alla luce di Dio

canterò al mio Diletto un cantico d'Amore

AREA PERSONALE

 

LEGGENDA NATALIZIA





Un uccellino marrone divideva la stalla
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"



 

 
 

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Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo
così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi
i nostri debiti
come noi
li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre
in tentazione
ma liberaci dal male.
Amen
 
 
 
 
 

IL RE DEL NOSTRO CUORE

 


Ave, o Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto
il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso
e nell'ora della nostra morte.

Amen

 
 

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mail di meditazione

Post n°249 pubblicato il 23 Gennaio 2009 da piccolacreaturadidio

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demoni.
Costituì dunque i dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro; poi Giacomo di Zebedeo e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanerghes, cioè figli del tuono; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.

Parola del Signore


 


Come vivere questa Parola?
Il testo evangelico che ci propone la liturgia odierna parla della chiamata dei Dodici. Quasi in una carrellata nomi e volti si susseguono. Pietro il rude pescatore pieno di slanci e di intemperanze, Giovanni il "figlio del tuono" irruente e generoso, Matteo il pubblicano che, da bravo calcolatore, sa cogliere l'occasione propizia del passaggio del Signore, Tommaso quasi puntiglioso nel suo voler constatare, e così via... Quanta diversità nella Chiesa nascente! Gesù non ha paura di metterli insieme. Ci sarà qualche baruffa', sia durante la sua esistenza storica, sia poi, quando anche la presenza di Paolo con le sue chiare prese di posizione creerà occasioni di attrito. Discussioni anche accese, mai divisioni. Ed è stata proprio questa diversità accolta e condivisa che ha dato alla Chiesa il suo volto dinamico, la sua capacità di adeguarsi, incarnandosi nelle varie culture con cui veniva a contatto. Ricchezza che oggi siamo chiamati a non disperdere in inutili e sterili contrapposizioni. L'Unica Chiesa di Cristo si rifrange nelle varie presenze cristiane, ricordandoci che il volto umano-divino del Cristo non può esaurirsi in un'unica espressione. Il riflesso della sua bellezza è rintracciabile ovunque. È quindi con profondo rispetto che siamo chiamati a guardare alle Chiese sorelle per cogliere in esse sprazzi dell'unica bellezza e con loro convergere in un impegno di fedeltà alla missione affidataci: stare con Lui e andare ad annunciare al mondo che il Regno è già in mezzo a noi e la nostra comunione nella diversità lo testimonia.

 Signore Gesù, in mezzo alla tempesta di questo mondo, dona alla tua Chiesa e agli uomini e alle donne di tutto il mondo la grazia di ascoltare la tua parola; "Non temere" e fa' che diventi uno sprone affinché noi possiamo operare nella pace dove c'è odio e portare riconciliazione ove prevale la divisione.

La voce del movimento ecumenico
Quando Dio si volge a noi, donandoci amore e pace, egli crea anche relazioni fraterne fra noi. Il nostro sì all'amore di Dio si renderà visibile nell'amore che avremo gli uni per gli altri. E non solo come singoli cristiani, ma anche come chiese di diverse tradizioni.


Sant' Andrea Chong (Tyong) Hwa-Gyong Catechista e martire


A Seul in Corea, sant’Andrea Chong (Tyong) Hwa-gyǒng, catechista e martire: mentre prestava aiuto al santo vescovo Lorenzo Imbert, fece della sua casa un rifugio per i cristiani; per questo fu crudelmente colpito e ferito, infine strangolato in carcere.


Canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 6 maggio 1984.

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