Creato da piccolacreaturadidio il 22/09/2007

Alla luce di Dio

canterò al mio Diletto un cantico d'Amore

AREA PERSONALE

 

LEGGENDA NATALIZIA





Un uccellino marrone divideva la stalla
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"



 

 
 

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Padre nostro
che sei nei cieli
sia santificato il tuo nome
venga il tuo regno
sia fatta la tua volontà
come in cielo
così in terra.
Dacci oggi
il nostro pane quotidiano
e rimetti a noi
i nostri debiti
come noi
li rimettiamo
ai nostri debitori
e non ci indurre
in tentazione
ma liberaci dal male.
Amen
 
 
 
 
 

IL RE DEL NOSTRO CUORE

 


Ave, o Maria,
piena di grazia,
il Signore è con te.
Tu sei benedetta fra le donne
e benedetto
il frutto del tuo seno,
Gesù.
Santa Maria,
Madre di Dio,
prega per noi peccatori,
adesso
e nell'ora della nostra morte.

Amen

 
 

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mail di meditazione

Post n°266 pubblicato il 10 Febbraio 2009 da piccolacreaturadidio

Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani immonde, cioè non lavate - i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi, e tornando dal mercato non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, stoviglie e oggetti di rame - quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani immonde?”.
Ed egli rispose loro: “Bene ha profetato Isaia di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano essi mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini”. E aggiungeva: “Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione. Mosè infatti disse: Onora tuo padre e tua madre, e chi maledice il padre e la madre sia messo a morte. Voi invece dicendo: Se uno dichiara al padre o alla madre: è Korban, cioè offerta sacra, quello che ti sarebbe dovuto da me, non gli permettete più di fare nulla per il padre e la madre, annullando così la parola di Dio con la tradizione che avete tramandato voi. E di cose simili ne fate molte”.
Parola del Signore


 


Come vivere questa parola?
Ancora una volta scribi e farisei si scagliano contro Gesù rimproverandogli l'impurità rituale dei suoi discepoli. "Perché non si comportano secondo la tradizione degli antichi?" – rintuzzano a mo' di sfida, riferendosi alle minuziose prescrizioni della Legge ampliate da tradizioni orali che lungo i secoli erano proliferate a tal punto da produrre una serie interminabile di codicilli, finendo così per occultare l'essenziale. Gesù risponde con indignata chiarezza e smaschera la loro ipocrisia fattasi abile malizia nell'eludere il comandamento di Dio, facendo leva sull'osservanza esteriore della tradizione.
C'è una religiosità delle labbra – puntualizza Gesù – e una religiosità del cuore. La prima è di facciata, fatta di parole, intrisa di doppiezza, che fa di te un sepolcro imbiancato, bello fuori e marcio dentro. La seconda invece è pura manifestazione d'amore e sgorga da un cuore semplice che accoglie la Parola di Dio e la mette in pratica. Chi la vive non dice con ostentazione: "Signore, Signore..." rimanendo però serrato nel proprio egoismo, ma cerca e compie sempre in tutto la volontà di Dio.
Cosa ci preserva dal pericolo di cadere in questa ipocrisia? Dicono i Padri: "l'essere abitati dal desiderio di assomigliare al Signore", cioè "l'essere discepoli di Cristo e il ricevere forma da ciò che in Lui vediamo o da Lui ascoltiamo" (San Basilio). In una parola, la familiarità con il Vangelo e il primato della carità.

 Donami di custodire con ogni cura il mio cuore, Signore, perché non mi accada d'essere un sepolcro imbiancato e d' infrangere con 'fantasmi di cose vané il ricordo puro e incessante della tua legge d'amore.

La voce di un filosofo tedesco
Se la buona novella della vostra Bibbia fosse anche scritta sul vostro volto, voi non avreste bisogno di insistere così ostinatamente perché si creda all'autorità di questo libro: le vostre azioni dovrebbero rendere superflua la Bibbia perché voi stessi dovreste continuamente costituire la Bibbia nuova.
Friedrich Nietzsche


Santa Scolastica Vergine


Norcia, Perugia, ca. 480 - Montecassino, Frosinone, ca. 547


Scolastica ci è nota dai “Dialoghi” di san Gregorio Magno. Vergine Saggia, antepose la carità e la pura contemplazione alle semplici regole e istituzioni umane, come manifestò nell’ultimo colloquio con il suo fratello s. Benedetto, quando con la forza della preghiera “poté di più, perché amò di più”. (Mess. Rom.)


Patronato: Suore


Emblema: Colomba, Giglio

 
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