Alla luce di Dio
canterò al mio Diletto un cantico d'Amore
AREA PERSONALE
LEGGENDA NATALIZIA
a Betlemme con la Santa Famiglia.
La notte, mentre la famiglia dormiva. notò
che il fuoco si stava spegnendo.
Così volò giù verso le braci
e tenne il fuoco vivo con il movimento
delle ali per tutta la notte, per tenere
al caldo Gesù bambino.
Al mattino, era stato premiato con
un bel petto rosso brillante come simbolo
del suo amore per il neonato re.
Quell'uccellino oggi si chiama "pettirosso"
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IL RE DEL NOSTRO CUORE
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Dal libro della Genesi
Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: “È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?”.
Rispose la donna al serpente: “Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, ma del frutto dell’albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare, altrimenti morirete”.
Ma il serpente disse alla donna: “Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”.
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò. Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino.
Parola di Dio
Come vivere questa Parola?
Questa pericope è uno spioncino rosso. Ci aiuta a capire che ogni tentazione ha, come accensione d'avvio, un'idea falsa di Dio. Qui infatti Satana, sotto l'immagine del serpente, esordisce travisando la verità e insinuando la menzogna. Incomincia travisando perché esagera le condizioni poste da Dio: «E' vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare i frutti di nessun albero del giardino?». E la tattica è dunque quella dell'insinuare che Dio è tutt'altro che generoso nei nostri confronti, un po'... "strozzino" anzi! Eva rettifica: No, essi possono mangiare i frutti di ogni albero tranne quello che sta in mezzo al giardino che è oggetto di proibizione. La verità è che l'uomo è creatura di Dio: libero di scegliere ma fondamentalmente appartiene a Dio, dipende da lui, ha bisogno e sete di lui, risposta alla sua sete di felicità infinita. Ciò che Satana invece insinua è terribile menzogna: «Se mangerete di quel frutto, diventerete come Dio. Per questo Dio non vuole». E' dunque un Dio invidioso della sua creatura quello che Satana presenta, un Dio antagonista e nemico dell'uomo. Se ben riflettiamo, anche oggi questa è la radice di ogni nostro male: pensar male di Dio, essere in qualche misura pessimisti nei suoi confronti, avere un'idea sbagliata di lui e perciò essere sfiduciati
Gesù, in te Dio ha preso il volto della misericordia più grande: più in là nel perdonarmi e darmi fiducia non poteva andare. Dammi di crederlo fino in fondo e di vivere serena le mie giornate in braccio alla tua volontà di bene per me.
La voce dell'archimandrita del monastero di Sihastria
I demoni ci tentano ci turbano con lo spettro del futuro. In altre parole, ci precipitano nelle preoccupazioni, nei sospetti verso gli altri e in soverchie fatiche fisiche presi dall'affanno per il domani, come se Dio non si desse pensiero di noi per tutto il corso della nostra vita.
Padre Cleopa Ilie
Sante Fosca e Maura Martiri
La storia delle martiri Fosca e Maura, secondo gli agiografi, va collocata durante la persecuzione di Decio, nel III secolo. Secondo la narrazione di un'antica «passio», la giovane Fosca, figlia di genitori pagani di Ravenna, a quindici anni confidò alla nutrice Maura il desiderio di divenire cristiana. Insieme si recarono dal sacerdote Ermolao che le educò alla fede e le battezzò. A nulla valsero i tentativi del padre di far recedere la figlia da questo passo. Fosca fu denunciata al prefetto Quinziano, ma gli uomini inviati ad arrestarla la trovarono con un angelo e non riuscirono nel loro intento. Quindi Fosca e Maura, presentatesi spontaneamente a Quinziano, vennero processate, crudelmente torturate e infine decapitate il 13 febbraio. I loro corpi furono gettati in mare o, secondo altre versioni, rapiti da marinai e trasportati in Tripolitania dove ebbero sepoltura nelle grotte presso Sabratha (oggi Saqratha). Molti anni più tardi, occupata la regione dagli Arabi, un cristiano di nome Vitale per divina ispirazione riportò le reliquie in Italia, nell'isola di Torcello, nella laguna veneta, dove venne eretta una chiesa in onore delle due martiri. (Avv.)
Etimologia: Fosca = scura, bruna, dal latino
Emblema: Palma
L'IMPOSSIBILE VIVERE
1O E LODE
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