Creato da Alleluhia2 il 11/01/2010

Moleskine in tasca

Titti Ferrando - La parola è solo un'illusione

 

 

Il senso del pianto

Post n°23 pubblicato il 11 Luglio 2012 da Alleluhia2
 

 

       * Oggi, il mese scorso

 

Eppure
anche se a volte ho pianto
dopo averti urlato gli occhi
non era per volare via
ma era farmi infinita, stordita di te
era un sapere lontano, era l'oggi
era il poi.
Nella notte le cicale aravano il campo
di gridi
piangendo cercavo le mie ali
e tu il senso di quel pianto.
Avevi poesie scritte sulla schiena
e una lucciola su ogni dito
io ti leggevo di spalle
 le tue mani facevano luce.

Dove sono adesso le mie ali?

*

 

 
 
 

Due pesci mi nuotano il cervello

Post n°22 pubblicato il 09 Luglio 2012 da Alleluhia2

Mi chiami quando ti senti solo
o sei ubriaco
o fatto di poesia
o tutte e tre le cose insieme, quando
non riconosci le impronte 
che lasci sulle tue parole.
E io ci sono sempre, perché
il mio amore è cresciuto al freddo
coi mandarini
l'ho raccolto nell'orto
e candito sulla mensola alta della credenza
dove dimentico ritagli di giornale
e pensieri indecenti
che restano pensieri anche dopo la mezzanotte
anche dopo che ti ho spogliato dei tuoi enigmi
e sfogliato come un libro
ignorando le pieghe delle pagine.
E quando mi hai preso per mano ti ho
bruciato le unghie
e poi ti ho succhiato le dita
lentamente
... ad una ad una ad una...
perché ti ricordassi di quando
stavamo appoggiati con la schiena alle piramidi
perché ti ricordassi di quei giorni
che hanno divaricato l'ansia
di appartenerci
e nella torsione delle nostre ombre non c'era
spazio per nessuno.
Ho interpretato tutti i segni
anche i fondi del caffè
ascoltando musica celtica nel pomeriggio.
E a proposito di segni
  due pesci mi nuotano il cervello
controcorrente
... muti muti muti...
per farmi sentire un po' più sola di prima
per farmi capire che non sono poi
così speciale

neppure adesso che ti ricompongo in pezzi
togliendoti piano la pelle
per non svegliarti
e ti appoggio il mio nome sulla lingua
incerta come sono
tra lo spegnere la luce
o lasciarti andare.

*

 

 

 
 
 

Quattro mele cotogne

Post n°16 pubblicato il 30 Giugno 2012 da Alleluhia2
 

Quattro mele cotogne al davanzale
e tu, che mi ritagli come carta sottile
e inanelli di versi le mie dita.
Tra i gomiti reggo il fuoco del camino
la fiamma brucia il pomeriggio
disteso sul tappeto.
Il tuo respiro scava la mia gola
e tu che mi sussurri
"fammi un figlio".

Di terracotta e nuvole ti farò
un figlio, amore,
di carta e di parole scritte a penna.
E sarai tu per sempre,
perché alla fine di questo tempo
che si finge estate,
potremo soltanto perdonarci
e tu mi renderai il mio peccato.
.

 
 
 

Le rose sul tetto

Post n°10 pubblicato il 13 Giugno 2012 da Alleluhia2
 

Respiro sapendomi.
Inspiro
torace, diaframma, addome
espiro
e conto, inutilmente conto,
uno due tre quattro)
un nome bloccato negli occhi
come eco esausta che torna indietro
da un tunnel d'anni.
Inspiro
cinque sei sette otto)
snebbio spazi impossibili da riempire
espiro
nove dieci)
non c'è colpa in questo battito duro
che rompe abbracci
nove otto sette sei)
Inspiro
ansia di pioggia, le rose sul tetto
confusione di mercato a mezzogiorno
cinque quattro)
espiro
pensieri interrotti, lacrime
tre
due
uno

Fine)

*

 
 
 

Di sella e di canneto

Post n°8 pubblicato il 30 Aprile 2012 da Alleluhia2
 

Nella quiete di zoccoli al prato
dove lente si flettono canne
e cose, mi ha sorpreso
il tuo sguardo mentre intrecciavo
crini e solitudini.
Con le mani sugli occhi
fra il tuo rigore e i tuoi altari
il mio passo brado ha confuso
certezze e rovesciato calici.

Pazzi di noi abbiamo riso
e amato la notte intera
tutte le notti
e i pomeriggi
e i giorni.
Ma nell'inverno delle folaghe
e della nebbia che uccide
tu mi attraversi arresa
e mi percorri di solitudini nuove.

E io per restarti dentro
scrivo versi di sella e di canneto
e nel mio largo morire
la tua assenza,
assoluta d'amore, mi avvero.

 

 

 
 
 

C'è un dubbio a volte

Post n°6 pubblicato il 17 Aprile 2012 da Alleluhia2
 

C'è un dubbio, a volte, triste
come il sospiro di un bambino
un tarlo che scava e rosicchia
fin dentro i pensieri.
Al primo temporale di settembre
finisce l'estate e le parole diventano
buio d'altopiano, senza luna.
Dirò quel che si dice quando
finisce il giorno. Dirò fa freddo
magari pioverà e altre cose senza
importanza, solo un poco più amare.
Non so mentire ma non dico
piuttosto sorrido e so perdere
senza darla vinta.

Cercherò tracce di silenzi diversi
e un nuovo posto per ascoltarli.

 

 
 
 
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