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TUTTI CON ISRAELE. PER "SICUREZZA"

Post n°2433 pubblicato il 07 Aprile 2008 da destraitaliana
 

Un misterioso accordo per la sicurezza è stato firmato a Tel Aviv tra Stockwell Day, ministro della Pubblica Sicurezza canadese, e Avi Ditcher, ministro della Sicurezza israeliano (1). E’ stata promulgata una «dichiarazione di intenti» allo scopo di «migliorare la cooperazione nel settore della sicurezza pubblica». Perché? Canada e Sion non hanno frontiere in comune. Fra i due Paesi ci sono oceani e mari. Forse la vera motivazione traspare dalle dichiarazioni del ministro canadese: «Il governo del Canada è impegnato a intensificare la sicurezza dei canadesi, sia attraverso le nostre azioni all’interno sia con i nostri partner internazionali. … Diamo il benvenuto a questa aumentata cooperazione per aumentare la capacità dei nostri Paesi di proteggere i loro cittadini». Per proteggere i propri cittadini, uno Stato deve stipulare accordi con lo Stato capace di mettere a rischio quella sicurezza con attentati false flag. Un po’ come un negoziante siciliano compra la sua «assicurazione» contro gli incendi dolosi, dalla mafia. L’ipotesi non è campata in aria.

Il ministro canadese si trovava a Tel Aviv, guarda caso, gli stessi giorni in cui era in visita a Sion il vicepresidente Dick Cheney. Con lui era anche il ministro della Homeland Security, la sicurezza interna USA, l’ebreo-americano con doppia cittadinanza Michael Chertoff.  L’uomo che, come
attorney di New York, dopo l’11 settembre, espulse per visto scaduto gli «israeliani danzanti», ossia i traslocatori visti festeggiare il crollo delle Torri, prontamente fermati dalla polizia di New York. Nulla è stato comunicato di incontri USA-Israele-Canada in precedenza: evidentemente, dice Chossudovsky, tutto è avvenuto dietro porte chiuse. Il ministero di Avi Ditcher ha competenza di polizia criminale e gestisce le prigioni israeliane, dove sono detenuti per lo più palestinesi. Il ministero canadese è stato creato nel 2003 come copia della Homeland Security di Chertoff, con cui intrattiene intime relazioni. Inoltre collabora strettamente con enti come l’agezia per il controllo delle frontiere canadese (CBSA), i servizi segreti (CSIS), i servizi correzionali (CSC), la celebre polizia a cavallo: tutti enti in cui Israele potrà ora avere voce in capitolo, da cui trarrà informazioni, che infiltrerà coi suoi agenti.

I termini della dichiarazione d’intenti danno ampio spazio all’intrusione: proclamano la «collaborazione» nelle questioni di «immigrazione», «scambio d’intelligence, preparazione alle emergenze, servizi correzionali, contro-terrorismo». Evidentemente, il dato più allarmante è la possibilità data ad Israele di cooperare al controllo dell’immigrazione. Il Canada è stato sempre una terra d’asilo, dove ad esempio riparavano gli americani renitenti alla leva per evitare di finire in Vietnam. Gli israeliani «assisteranno» i canadesi alle frontiere, applicando le loro superiori «tecniche di profilo biometrico» (leggi: di identificazione razziale) per identificare possibili «terroristi islamici». potranno applicare i loro rinomati metodi d’interrogatorio nelle prigioni canadesi, magari - come teme Chossudovsky - provandole su cittadini canadesi di fede islamica? Potranno applicare le loro pratiche carcerarie e gli arresti arbitrari di cui Sion ha il primato? Per contro, è possibile che agenti canadesi assistano il regime sionista sulle sue frontiere con Libano, Gaza e Siria, in base ad un accordo bilaterale ossia fuori del controllo dell’ONU?

Israele è nota per estreme violazioni dei diritti umani e atrocità, nota il professor Chossudovsky: può configurarsi una complicità in crimini di portata internazionale e contro le convenzioni di guerra. I giornali canadesi non hanno parlato di questo accordo. Inutile dire che il parlamento canadese non lo ha nemmeno discusso pubblicamente; l’opposizione lo ha accettato in silenzio. I lettori che mi accusano una specie di «ossessione anti-ebraica» dovrebbero riflettere: Chossudovsky è un coraggioso ebreo canadese, docente universitario, apparentemente più ossessionato di me. I lettori non sanno che le notizie sul Reich che appaiono qui, sono solo un decimo di quelle disponibili. Dovrebbero riflettere anche quello che è accaduto al vertice NATO in Romania.

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Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità penosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. Bisogna che il poeta si prodichi con ardore, sfarzo e magnificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. Non vi è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. Noi siamo sul patrimonio estremo dei secoli! poichè abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. Noi vogliamo glorificare la guerra-sola igene del mondo-il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. Noi canteremo le locomotive dall'ampio petto, il volo scivolante degli areoplani. E' dall'Italia che lanciamo questo manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale fondiamo oggi il Futurismo.

 

 

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Luigi Ciavardini, ex militante dei Nuclei Armati Rivoluzionari, è stato dunque condannato a 30 anni di carcere dalla Corte d'Appello sezione minori del Tribunale di Bologna. Questa condanna risulta essere, senza mezzi termini, una dichiarazione di guerra preventiva a quella parte degli Italiani non allineata all'interno dei vecchi schemi di cui il Sistema rappresenta la sintesi. All'epoca dei fatti Luigi Ciavardini aveva soltanto 17 anni ed è accusato di avere trasportato fino alla stazione di Bologna l'esplosivo responsabile della morte di 85 persone e del ferimento di altre 200. Quella strage è tuttora il più grave atto sanguinario dell'Italia nata dalla resistenza. Un massacro spaventoso che ha chiuso un decennio di piccole e grandi sconvolgimenti politici e sociali. La strage di Bologna ha sepolto sotto una coltre di morte gli anni più caldi della storia d'Italia. Ma quella strage è servita, soprattutto, a mettere fuorigioco un'intera generazione di Camerati Rivoluzionari che negli Anni 70 ha imposto fieramente la propria presenza nelle piazze di tutto il Paese. Le indagini sono andate da subito in un'unica direzione, quella dell'eversione neofascista. Un intero ambiente è stato criminalizzato e fatto a pezzi dalla meschina paura dei mercanti del Sistema. Terza Posizione è stata smantellata in seguito a questa inchiesta, mentre la storia dei Nar ha avuto un tragico epilogo di sangue ed ergastoli. Si finge di credere a questa pista unicamente per togliere di mezzo lo spettro di una nuova Rivoluzione Nazionale che con il tempo stava prendendo terreno. Francesca Romana Mambro e Valerio 'Giusva' Fioravanti vennero indicati come gli esecutori materiale, tesi che neppure eccellenti nemici politici hanno tuttora il coraggio di sostenere. A Bologna non si è fatta Giustizia. A Bologna non si è cercata Giustizia.

LUIGI LIBERO!

 
 

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