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« Messaggio #121 Novembre 2003 »

..dell'eternità..

Post n°2 pubblicato il 28 Settembre 2006 da igorpa66
 

Uomini come me, sono stati e saranno perennemente tristi ed infelici! Io non mi adatterò mai alla bassezza umana, non cercherò mai di vendicare i torti subiti, è Dio unico giudice di tutti, non io! Mai nessuno comprenderà le mie ragioni, le mie passioni e non sarebbe tanto difficile!
Non è difficile, Amor mio, vivere e gioire del semplice divenire giorno o sera, senza che la storia tra questi due momenti li faccia sembrare tanto distanti; non occorre chissà quale mente colta per scorgere la bellezza di un monte anche quando si può guardare, con occhi colmi di lacrime, attraverso le grate di una prigione.
Quale intelligenza può servire per riconoscere nella guardia che agita il chiavistello, un uomo come altri, forse con un destino diverso? Non ha forse, anch’egli, i miei stessi bisogni? Non ha anch’esso una famiglia che lo attende, trepidante per questo lavoro certamente non sereno?
Io so che non è tranquillo l’animo del giudice, quando infligge una pena: è da stolti non comprenderlo…
Come potrei essere felice se non potrò mai riconoscermi, ed è la maggioranza, in tutte queste anime che non hanno ancora compreso quanto sia “vuoto” vivere con le regole di una società che non sa amare!
Non mi consola il sapere che nella storia molti hanno patito dolori più atroci dei miei, è vero, né posso sentirmi rincuorato sol perché non sono l’unico essere triste ed infelice di questo mondo, però una cosa posso affermarla in totale coscienza, con assoluta tranquillità: morirò con i miei amori, con le me passioni…nessuno può togliermi questo!
E sarò felice, quando potrò vederti con occhi non più corporei, proteggerti con tutta la mia anima, deviare la tristezza che vorrà raggiungerti… Sarò felice, al tuo fianco pur se non potrai avvertirmi! 

Per quanto forte sia la volontà di proseguire esiste però una più forte impotenza e ciò, per chi come me, sente una passione del cuore, fa si che tutto appaia come una sciagura, se non stai zitto, gli altri ti fanno apparire ridicolo agli occhi del mondo intero, fai la figura del paladino di una giustizia che qui non può essere compresa, di innamorato impotente e debole innanzi alla realtà! 

E tu, no, caro amore, non preoccuparti, non sei tu la colpa del mio lasciare questa scena. Tutta la mia storia, le disperate passioni, glia mori sottratti ( i miei figli.), la sofferenza di quelle tante persone che mi hanno conosciuto, tutto insomma era scritto; e, tu, anima mia, avresti potuto soltanto cambiare il mio destino.
Ho veduto in te sola, il riposo dei miei mali, la fine delle sofferenze, ed ho osato pure gioire e poiché per un irresistibile forza tu mi hai amato, il mio cuore ti ha creduto tutta sua; tu mi hai amato, ed ora che ti perdo, ora chiamo in aiuto la morte.
Rileggi sempre queste mie ultime parole: posso dire di averle scritte con il sangue del mio cuore e ti scongiuro, per questo nostro amore infelice, per il calore che mi hai donato!
Tu sola sei degna di piangermi…Nel tuo dolore, nelle tue sventure, ricordati sempre di quest’uomo che tanto ti ama!
Oh certo, mio amore, dovranno pure finire un giorno le mie pene, ma non tremo per la paura, poiché abbandonerò la vita sapendo che m’hai amato, mentre ancora mi sentirò degno di te, e degno del tuo amore; e lo pretendo il tuo amore, lo chiedo in cambio della mia sfortuna, del mio amore…
Non ho paura nemmeno del divino giudizio perché mostrerò le mie mani senza sangue ed il mio cuore senza colpa.
Potrò dirGli: non ho rubato pane, non ho tradito, non ho abbandonato l’amico, non mi sono inimicato i fratelli né ho prestato il mio animo per la ricchezza. Ho diviso il pane con chi non ne aveva; ho unito le mie lacrime a chi più di me era afflitto.

Ho amato! E ti amo…sempre!

Perdonami S. (quale nome mi sarà mai più caro?); io ho disturbato la tua vita e la quiete della tua casa, ma andrò via sparirò. Non mi credevo nemmeno capace di tanto amore. Posso lasciarti e non morire di dolore; credimi non è poco, approfitto dunque di questo momento finché il cuore mi regge, e la ragione non mi abbandona.
La mia vita è sepolta nel pensiero di amarti sempre e, sempre ti piangerà. Ti prometto comunque che non ti scriverò mai più e né cercherò di rivederti se non sarai tu a volere il contrario. Non desidero cercarti invano e solo per dirti addio.
Conserva ameno, S., queste righe che sto bagnando con lacrime amare. Mandami in qualunque tempo, dovunque tu sarai, da qualunque luogo, il tuo pensiero. Se l’amicizia, se l’amore, o la compassione e la gratitudine ancora ti parlano per questo stupido sconsolato, non negarmi quel momento, il tuo pensarmi, che addolcirà i miei patimenti. Dio stesso me lo concederà, spero, egli, che potrà vederti ed udirti…. mentre io, nelle angosciose ore del mio dolore e delle mie passioni, annoiato da tutto quanto, diffidente di tutti, continuando a camminare come vagabondo, portandomi volontariamente verso la sepoltura, perché ho veramente necessità di riposo, io mi conforterò baciando notte e giorno il tuo ricordo, cosicché tu, anche se da lontano, mi donerai la forza per sopportare questa vita, e finché non mi mancherà, al sopporterò, te lo prometto.
E tu, se vuoi, prega, prega, o amore, dal profondo del tuo cuore il cielo, e non perché mi perdoni questa pena che, forse merito, e che è inseparabile dalla tempra del mio animo, ma piuttosto perché non mi privi delle poche capacità che ancora mi restano.
Con te nel cuore saranno meno angosciose le mie notti e meno tristi i giorni, certamente solitari, tutti quelli che dovrò purtroppo vivere senza di te.
Morirò, ed in quel momento i miei occhi ti guarderanno, ti raccomanderò il mio ultimo sospiro e sarà tua la mia anima, ti porterò con me, attaccata al mio petto e , anche se è destino che muoi solo, in un luogo dove nessuno potrà piangermi, io ti richiamerò al mio letto di morte, e mi sembrerà di vederti in quel modo, in quell’atto, con quegli stessi occhi con cui vidi, un tempo, molto prima che le nostre mani si stringessero, che i nostri corpi si unissero in uno solo, quel sorriso che mi diede la vita.
Di te non ho altro che tante promesse, tanto calore, tempi felici!
Chi l’avrebbe mai detto? Allora ero certo che mi chiedessi di vivere, ed ora?
Ora scrivo la fine, ed ho già immaginato il momento di questo saluto, patendolo come adesso. Da quel tuo sorriso, momento in me sempre presente, comincia la storia del nostro amore e non mi abbandonerà mai. O mia S.! E saranno pure deliri questi, ma sono la sola consolazione di chi è irrimediabilmente infelice.
Addio. Perdonami mia S., scusami, io mi credevo più forte! Sto scrivendo male e con carattere non ben leggibile, ma ho l’animo lacerato, e il pianto sugli occhi. Per carità non negarmi i tuoi pensieri! Consegnali a Dio e se egli non potrà farmeli giungere, so già che li custodirà per me come eredità da cogliere dopo la fine dei miei giorni e mi ricorderanno sempre le tue virtù, la tua bellezza, l’unico eterno in felicissimo amore della mia vita.

Addio, ma mi rivedrai, e dal quel momento in poi sarò cambiato talmente da obbligare chiunque ad avere rispetto della nostra passione e, per ten non sarà più sofferenza l’amarmi. Anche se mai accadrà, se il mio  dolore scaverà la fossa che dovrà accogliermi, permettimi che la morte mi sia cara per la certezza che tu mi hai amato.
Adesso si che sento con quanto dolore sto scrivendo!
Se solo potessi morire ai tuoi piedi! Dio, mio Dio, morire ed essere sepolto nella terra che vede la tua vita, ma addio amore.
E ho avuto il cuore per abbandonarti? Anzi ti ho abbandonato, S., in uno stato più pietoso del mio. Chi ti consolerà adesso? Avrai paura udendo il mio nome poiché io ti ho fatto conoscere, io per primo, io unico nella serenità della tua vita, le tempeste e le tenebre del dolore, e tu, giovane, non potevi essere forte da sopportare. Tu che non sai ancora che alba e sera sono la stessa cosa, comunque non voglio convincertene!
Ormai non faccio altro che supplicare Dio con i miei gemiti e se gli spasimi e le preghiere, il rimorso che è mio carnefice, fossero offerte che il cielo possa accogliere, tu non saresti infelice, ed io non avrei patito per nulla.
Intanto mentre mi dispero non so neanche che pericoli stai correndo! Non posso difenderti, asciugare il tuo pianto, raccogliere i tuoi segreti, partecipare ai tuoi dolori; non so dove andrò, né come ti lascio, né quando e se mai potrò rivederti….Perdonami S.
Questo dolore è impietrito dentro me, regna ancora e mi toglie la voce e i sospiri, e le lacrime sono taglienti, mi manca tutta la vita e quella che  mi resta è avvilita dalla paura e dall’oscurità della solitudine! 

Perdonami  S. mia, ma….io Ti Amo…per sempre e malgrado tutto!

 
Rispondi al commento:
igorpa66
igorpa66 il 30/09/06 alle 16:08 via WEB
Proprio per questo motivo ho voluto linkarti! Credo che il confronto tra due pensieri diversi possa essere solo costruttivo!! Ciao e grazie per il commento
 
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