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ETRURIA...

Post n°89 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da ambientalisticalabr


Sempre in tema di Etruria,

ne approfitto per metervi al corente dei risultati della mia "incursione" radiometrica ad Allumiere.

 

purtroppo l'amico Rodolfo Pilato è stato colpito da influenza fulminante (ne so qualcosa anche io...) e non mi ha potuto accompagnare, quindi siamo andati (io, Amelia e Nerio) un poco a caso e non siamo riusciti ad entrare nei cunicoli minerari, ma i risultati sono comunque interessanti.

Allumiere e la Tolfa sono due centri che sorgono su di un piccolo nucleo di vulcaniti acide, circondato da un'ampia distesa di arenaria macigno ed argille scagliose. è una condizione molto interessante da studiare come site-test, grazie proprio alla sua limitata estensione.

 

Brevemente:

1 - argille ed arenarie, che si estendono fino a Civitavecchia, hanno valori di esposizione radioattiva (gamma) perfettemente nella media nazionale (5-10 microRn/ora), che aumentano leggermente nelle piane alluvionali che ricevono materiale vulcanico.

2 - il nucleo vulcanico, costituito prevalentemente da ignimbriti compatte e ben cementate, nelle quali si trovano i giacimenti di alunite (allume), hanno ovviamente valori notevolmente più alti, ma non eccezionali (20-30 microRn/ora). Come riferimento, cito valori di 40/50 in alcune valli abruzzesi e di 60/80 delle tufiti laziali (il vero problema!!)

3 - sorprendentemente, ho misurato invece valoro molto più alti nel centro storico di Allumiere (laTolfa non so..), fino a 60/80 microRn/ora nelle strade e 100-120 entrando di straforo in qualche casa o negozio.

 

Prima che mi scoprissero e mi cacciassero a pedate, ho fatto in tempo a capire che l'alta radioattività non proveniva dalle pietre delle murature portanti, ma dagli intonaci (interni ed esterni) ottenuti macinando un materiale tufaceo scuro tipo pozzolana, di cui ignoro la provenienza (se locale, importata da altri giacimenti laziali, o da discariche minerarie).

In ogni caso l'uso del materiale tufaceo per gli intonaci appare ovvia, mancando calce e cave di sabbia nelle vicinanze, ed essendo le ignimbriti durissime e difficili da macinare.

 

Con il senno del poi, oggi sappiamo che questa scelta comporta l'introduzione di materiale radioattivo (U-Th) nelle case, aggravata dalla forte permeabilità degli intonaci che favoriscono il rilascio di radon negli ambienti domestici.

Per quanto le indagini siano assolutamente preliminari, credo sia il classico caso dove una corretta informazione ed alcune piccoli accorgimenti tecnici (la rimozione degli intonaci interni, od almeno la loro impermeabilizzazione con apposite vernici) potrebbero risolvere il problema.

Se la soluzione sembra semplice, ancora di più appare criminale l'inadempienza delle pubbliche amministrazioni, sia nel prendere atto del problema sia nell'applicare le direttive europee e le stesse leggi italiane (p.es. la 241 del 2000...).

Mentre poilitci più o meno legambientali  e WWF vari si preoccupavano di bloccare la vicina centrale nucleare di Montalto di Castro, portando valanghe di voti a casa e contribuendo ad avvelenarci l'aria di petrolio, la gente stava morendo, e muore tuttora, di radioattività...

 

Cari amici, spero di riuscire ad organizzare quanto prima il nostro seminario!!

 

a presto

Antonio Moretti

 
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