Creato da: armail il 21/12/2005
Ovvero, se non offendi dimmi pure

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 3
 

Ultime visite al Blog

elven.mianopropagatorelikingcoop.emerarosanelvento000sorboledglfra.debenedettifabbossabytraginetta8indovina.valeriaalex_diserioarmailalberto.maulinicitron41
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Ci risiamo Messaggio #11 »

Ma i cattolici vessano i 'laici'?

Post n°10 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da armail

La penosa vicenda del caso Sapienza di questi giorni ha almeno avuto l’effetto di riportare all’attenzione sul dibattito laici-cattolici e stimolare la riflessione. Essendo cattolico, ma aperto al dubbio, mi sono interrogato su quanto affermano alcuni laici, se ciè fosse vero che il portare i propri valori in politica (e quindi nelle decisioni che si riflettono nella società) significhi ledere il diritto a vivere diversamente di chi non crede.
Devo dire che all’inizio non riuscivo a non trovarmi completamente d’accordo e non sapevo cosa rispondere, ma il pensiero mi è rimasto nel fine settimana. Una premessa ed un paio di obiezioni.
A mio parere c’è chi confonde l’essere laico con l’individualismo menefreghista, cioè: io faccio come mi pare e non obbligo nessuno a fare come la penso io, ma non mi rompano le scatole, che è proprio il contrario dell’idea di società.
Le obiezioni che ho da proporre sono essenzialmente due:
- Tolleranza e democrazia sono concetti distinti, non coincidono.
- In politica non esistono scelte neutre, se con questo si intendono scelte oggettive non influenzate dal proprio modo di pensare (religioso o no): ogni scelta comporta un’idea di società, non può essere “ininfluente” per definizione.
Partiamo dal fatto che ogni singola persona ha diritto di votare chi vuole e per le idee che vuole e proviamo a distinguere i concetti di tolleranza e di democrazia, che non coincidono. Ora, le decisioni in democrazia si prendono a maggioranza e si prendono sulla base dell’idea di bene comune che ognuno di noi ha: la tolleranza è permettere a tutti di dire la propria opinione, ma la decisione si prende a maggioranza. Quindi se io sono convinto che fare il bene della società sia difendere il ruolo della famiglia e giudico puramente edonistico e di comodo (e quindi egoistico, bene privato, non pubblico) l’istituto della coppia di fatto non c’entra nulla la tolleranza.
Anche se è allettante a prima vista, dire che ognuno può fare come vuole non è un’affermazione neutra, ma contiene in sé una specifica visione della società. In politica (intesa qui nel senso nobile della gestione della cosa pubblica), come si vede, non esistono posizioni neutre e dire che il credo religioso non debba influenzare le scelte politiche non è solo privo di senso, ma significherebbe al contrario che, nell’esempio citato, la maggioranza deve organizzarsi secondo principi che appartengono in realtà ad una minoranza.
Per rendersene conto basterebbe ad esempio pensare a cosa significherebbe estendere fino all’estremo questa malintesa tolleranza: si dovrebbe consentire la poligamia sullo stesso principio che se io non sono d’accordo posso anche sposare una sola persona, ma non impedire ad altri di farlo. Oppure, se alcune persone giudicassero legittimo ricorrere alla giustizia fai da te, su quali basi potremmo negare loro questo diritto? Sulla base delle regole comuni basilari, sui diritti fondamentali dell’uomo diranno alcuni laici, sul principio minimo che la tua libertà finisce dove cominciano i diritti dell’altro.
Ma questa risposta non è esaustiva, basta fare il semplice esempio dell’aborto. Per me cristiano il diritto del bambino indifeso viene prima dei diritti della donna a gestire il proprio corpo e la propria sessualità. Nello specifico, la soluzione sta piuttosto nel creare la consapevolezza nella società che il figlio inaspettato non è una vergogna e nel dare il giusto sostegno ad una donna o coppia in difficoltà, non nel dire che uccidere il bambino sia il male minore perché evita gli aborti clandestini. Dov’è in questo caso il punto d’incontro tra chi crede e chi no? Per me è la difesa di chi non può difendersi, per altri è la difesa della libertà donna in un momento difficile. E questo è solo un esempio: qualunque base comune fondamentale è in realtà basata su una particolare realtà in un determinato momento storico, non è costante e avulsa dal tempo, quindi non può essere il minimo comun denominatore tra tutte le possibili opinioni.
In conclusione, la democrazia e il principio di maggioranza sono gli unici, insieme al rispetto delle opinioni altrui e della possibilità di esprimerle, che possono garantire la costruzione di una società: se la maggioranza della società avrà idee ‘laiche’ nel senso che in questi giorni si dà a questa parola nulla potrà evitare che le leggi rispecchieranno questi principi; se adesso rispecchiano quelle della cultura cristiana è perché la maggior parte degli italiani li ritiene ancor validi e parti della propria identità nazionale.


PS. Rimane inoltre incontestabile che molti sedicenti laici sono in realtà veterocomunisti riciclati che non avevano nulla da dire sull’interventismo esterno ai tempi della guerra fredda, ma che ora, orfani delle direttive da Mosca, pretenderebbero che anche la controparte rinunciasse ad una guida.
Questi spunti sono quindi per quei (pochi) che sono veramente laici e sanno cosa vuol dire. Gli altri vadano pure a spaccare le vetrine e a insultare chi non la pensa come loro, magari con un bell’eskimo, visto che fa freddo.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963