Creato da: armail il 21/12/2005
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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 12 Settembre 2008 da armail
 

"Il terrorismo è un'infiammazione e, faticosamente, stiamo trovando gli antinfiammatori (non un'altra guerra in Medio Oriente, grazie). L'autocrazia è invece un virus che si diffonde lentamente. Si nutre di disinteresse, ansia, stanchezza, semplicismo, fretta di benessere. Diciamolo: la democrazia è faticosa, e molta gente non vuole far fatica.
L'involuzione della Russia è grave e triste, per chi come noi l'aveva conosciuta ai tempi del tragico bluff chiamato Urss, e poi gli aveva dato il benvenuto tra i Paesi liberi (vero, Tremonti?). Il problema non è Putin, ma la delega in bianco che ha ricevuto. I russi, oggi, sono sfiduciati e aggressivi: pessima combinazione. Non riuscendo a far funzionare una città, sognano la grande potenza. E, per farlo, rinunciando alle libertà - politiche, personali, d'opinione - in cui avevano creduto. In Cina ho scoperto una generazione di ventenni istruiti appiattita sulle posizioni del regime. Ai tempi dell'insurrezione del 1989 me li ricordo sognatori e libertari (fin troppo); oggi un potere cinico, ma assai intelligente, li ha cooptati. Anche Pechino, con ben altro successo, ha scelto l'autocrazia e mostra i risultati: sicurezza e Olimpiadi, per esempio.
Il timore è che molti elettori, in Occidente, siano tentati dalla stessa strada. I potenti - intercambiabili, ma simili - l'hanno capito. La gente non vuole grane? Bene, non ne avrà. Vada, veda, si diverta la domenica, si beva il cervello il sabato e lavori nei giorni feriali, se può. A una condizione: ci lasci nominare i parlamentari, controllare la televisione, legare le mani ai giudici, trattare gli affari importanti e costruire il mito del Capo. Può avere la maschera di McCain o i canini dell'artica Sarah, l'andatura cinematografica di Sarkozy o la capigliatura surreale di Berlusconi. La storia è sempre la stessa: l'autocrazia avanza. Sorridendo, s'intende."

Riporto questa parte di un articolo scritto da Severgnini sul Corriere di ieri. Bisogna dire che, quando vuole, sa usare cervello e parole...

 
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