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Altro che colpo di spugna. Le sentenze di Calciopoli hanno fatto la rivoluzione

Post n°380 pubblicato il 02 Agosto 2006 da noaigobbi

È sbagliato giudicare le sentenze del calcio come un «colpo di spugna» sui peccati. Si poteva fare di più e meglio, questo è certo, ma non era da queste sentenze che andava comunque giudicata la volontà di cambiamenti del calcio. Le sentenze chiudevano il «particolare» dello scandalo, definivano il danno aritmeticamente, ma la rivoluzione c'era già stata. Quello che si è tenuto a Roma non era il processo al calcio, non si discuteva il corretto agire di Carraro o Galliani negli anni del loro regno, ma solo il loro eventuale coinvolgimento nell'oscurità di una-due partite. Innocenza o colpa riguardavano solo la polvere del male. Il resto era già caduto a valle e con grande fragore.

Cinquanta giorni fa il calcio era di Moggi, nessuno conosceva Meani o Mazzini, la Juve stava diventando campione d'Italia e pensarla in serie B sarebbe stata un'eresia totale. Cinquanta giorni dopo Moggi e Giraudo sono stati cacciati con ignominia, sono cambiati tutti i vertici federali (presidente, vicepresidente e perfino segretario), tutti i vertici arbitrali, tutti i vertici di Lega (e sappiamo quanto attaccato fosse Galliani a quella carica), tutta la giustizia sportiva, i suoi tribunali, l'Ufficio indagini. La Juventus è in serie B, le sono stati tolti due scudetti, un danno economico e sportivo enorme, non quantificabile da nessun tribunale. Ha cambiato l'intero assetto societario, dal team manager al direttore generale, dal presidente al consiglio di amministrazione. Non c'è più in tutto il calcio italiano una stessa faccia nello stesso posto di cinquanta giorni fa. Sono stati cambiati perfino i tecnici delle squadre nazionali. Come si può parlare di colpo di spugna in queste condizioni? È così difficile capire che c'è stata un'autentica rivoluzione, netta, durissima, palpabile e che è stata compiuta in pochi giorni? Certo, poteva esserci una squadra in più in serie B o qualche squalifica ancora, ma davanti al tutto che è cambiato questa è davvero retroguardia. E che comunque non autorizza a camuffare da salvataggio scandaloso uno sforzo di cambiamento senza precedenti.
Ho trovato anch'io ingiuste le sentenze. È impossibile essere d'accordo con una giustizia che fa della fretta la sua prima necessità. E dove la presunzione del reato equivale al reato. Ma non discuto le singole conseguenze tecniche. Discuto il principio. Nel calcio ci sono tre componenti, la società (cioè i dirigenti), la squadra (cioè i giocatori), il pubblico. Ci si è accaniti nel punire le due componenti che non hanno commesso niente: pubblico e giocatori. Che c'entravano? Non ci sarà mai vera giustizia nel calcio finché continuerà a esistere la responsabilità oggettiva. Io sbaglio e voi pagate è un principio barbaro che non esiste in nessun altro codice sportivo del mondo perché ingiusto e insopportabile. È strano come nel nostro calcio il tifoso non sia trattato per quel che è, un cliente, l'unica entità che finanzia l'intero movimento, ma come l'unico soggetto che è normale vessare. Come se nel crac Parmalat si fosse andati a cercare i soldi dai risparmiatori truffati e non dai Tanzi. Nel timore di essere stata troppo buona, la Caf ha deciso di aggiungere alle penalizzazioni anche tre giornate di squalifica dei campi. La sanzione classica con cui si punisce il pubblico inquieto. Solo che qui il pubblico ha solo e sempre subito. Ma è la nostra giustizia, la massa mette i soldi, non merita rispetto.

Spero che il nuovo calcio lo capisca e sappia rimediare. Ma non c'è dubbio che a occuparsene sarà un calcio completamente nuovo. Non so se migliore, certamente travolto e rivoltato, senza un solo punto in comune con il passato. Se non è una rivoluzione questa, non so darle un nome. Il pericolo di restaurazione arriva semmai adesso, si farà forte nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. È il limite delle rivoluzioni, causano sempre un effetto uguale e contrario. Ma trovarlo è la dimostrazione esatta che sono avvenute.

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2006/07_Luglio/30/sconcerti.shtml

 
 
 
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